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Qualificazioni Mondiali, Italia: Immobile o Belotti a chi la maglia numero 9? Le 5 verità

Stefano Silvestri

Pubblicato 01/04/2021 alle 10:39 GMT+2

QUALIFICAZIONI MONDIALI - Il trittico di sfide contro Irlanda del Nord, Bulgaria e Lituania ribadisce come la Nazionale di Mancini riesca a vincere anche quando non diverte. Chiellini intoccabile del ct, l'eterna promessa Berardi è sbocciata. E se il ruolo del centravanti non ha ancora un padrone, Donnarumma si conferma campione tra i pali.

L'abbraccio fra Andrea Belotti e Ciro Immobile, Liechtenstein-Italia, Getty Images

Credit Foto Getty Images

L'Italia ha battuto Irlanda del Nord, Bulgaria e Lituania, imponendosi sempre con il punteggio di 2-0. Con questi risultati, la Nazionale di Roberto Mancini si è portata a quota 9 punti nel girone C di qualificazione a Qatar 2022, a punteggio pieno. Di seguito le 5 verità che ci ha lasciato il trittico di impegni a Parma, Sofia e Vilnius.

1) L'Italia sa vincere anche quando non diverte

Considerazione non nuova, ma sempre d'attualità: l'Italia di Roberto Mancini si diverte a vincere. E vince anche quando non diverte, come in queste tre partite. Insomma, ci ha preso gusto. 25 risultati utili di fila, mica bruscolini: come Marcello Lippi, diviso dal Mancio “solo” da un Mondiale. Obiezione: ma fin qui Donnarumma e compagni hanno trovato sulla propria strada ostacoli non esattamente insormontabili. Accolta, ma solo in parte. Perché più di una versione azzurra del passato, più forte di quella attuale, si è fatta sorprendere lungo il cammino da avversari non irresistibili. E poi, si sa: storicamente l'Italia tira fuori gli artigli negli appuntamenti più importanti e si impigrisce quando la posta in palio ha un valore inferiore. L'Ital-Mancio no. Ed è un bel segnale.
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L'esultanza dell'Italia contro l'Irlanda del Nord

Credit Foto Getty Images

2) Immobile-Belotti, la numero 9 non ha ancora un padrone

Due partite e due gol il primo, una e uno il secondo. E quella netta sensazione che la maglia numero 9, quella del centravanti titolare dell'Italia, non abbia ancora un padrone a poco più di due mesi dall'inizio degli Europei. Ciro Immobile e Andrea Belotti, carissimi nemici che alla rivalità in campo uniscono un sano affetto fuori, si daranno battaglia fino in fondo. La Scarpa d'Oro in carica parte avvantaggiata, perché è su di lui che Mancini ha intenzione di poggiare il peso dell'attacco, ma come dimostrato in Lituania non sta vivendo un momento particolarmente felice. E dunque, occhio a Belotti. In campo solo in Bulgaria, ma capace di sfruttare l'occasione nel migliore dei modi. La sfida è aperta.
Ciro IMMOBILE 5,5 - Spreca di tutto e di più, un po' per la bravura di Svedkauskas e molto per la propria imprecisione. Si riscatta parzialmente guadagnandosi e segnando il rigore del raddoppio [dalle pagelle di Lituania-Italia]

3) Chiellini è un intoccabile di Mancini: pilastro o azzardo?

Si è visto in campo solo una volta, Giorgio Chiellini: contro l'Irlanda del Nord, in coppia con il sodale Bonucci. Poi, tanti saluti e un pronto ritorno precauzionale a Torino. Ma a Mancini tanto è bastato. Già qualche settimana fa il commissario tecnico diceva alla Gazzetta dello Sport: "Lo aspetterò fino all’ultimo. Nel momento in cui può scendere in campo, sai già che ti darà tanto. Non va collaudato. Per noi Chiellini è fondamentale, anche come riferimento in spogliatoio per una squadra giovane". Non è un caso che all'esordio, la partita teoricamente più delicata delle tre, sia toccato a lui e non ai più giovani Bastoni o Acerbi. Chiellini ha un posto assicurato sull'aereo che porta agli Europei, ed è una scelta destinata a dividere. Gli anni sono quelli che sono (ad agosto saranno 37), gli acciacchi pure. Ovvero tanti. Ma il ct è deciso ad andare avanti per la propria strada.
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Bonucci e Chiellini con l'Italia

Credit Foto Getty Images

4) Conferma Berardi: l'eterna promessa è sbocciata

Domenico Berardi lo aspettavamo al varco da tempo immemore. Ha sempre avuto qualità sopra la media, sin da quando, appena maggiorenne, andava in doppia cifra in Serie B trascinando il Sassuolo alla storica promozione in A. Però si è fermato lì, forse frenato dalla ritrosia a tentare il grande salto in un club di livello superiore. E invece eccolo, finalmente. 25 reti in due campionati e 3 di fila con la casacca azzurra, con la quale ha trovato una continuità sconosciuta in passato. Anche Berardi ha giocato solo una volta, come Chiellini, ma pure nel suo caso Mancini ha poco da testare. Facendo un rapido quadro della situazione esterni offensivi, oggi dietro agli intoccabili Insigne e Chiesa c'è lui. Più di Bernardeschi, stoppato dal naufragio in terra torinese. Chi se lo sarebbe atteso appena un anno fa?

5) Donnarumma è diventato un portiere di livello mondiale

I grandi ex, ma pure quelli che in campo ci sono ancora, lo raccontano spesso: l'insidia più grande per un portiere deriva dalla mancanza di sollecitazioni. Ovvero: i tuoi avversari non calciano mai, ti fanno perdere il ritmo partita e alla prima occasione, magari, ti colgono impreparato. Bene: con Gigio Donnarumma è un rischio che non si corre. Sia contro l'Irlanda del Nord che contro la Lituania il numero 1 del Milan ha dormicchiato per un tempo e passa, senza impegni e con l'unica preoccupazione di dover sbrogliare un pizzico di ordinaria amministrazione nella propria area. Poi, d'incanto, ha salvato l'Italia: a Parma su Whyte e poi su Smith, a Vilnius su Eliosius. Tre interventi da calciatore capace di mantenere alta la concentrazione anche in serate in cui l'abbiocco è dietro l'angolo. Tre interventi da campione vero.
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