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Eto'o, non bacio la maglia

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Pubblicato 28/07/2009 alle 18:18 GMT+2

Presentato il camerunense: "L'affetto per me si guadagna sul campo, io sono qui per vincere ancora la Champions, sarebbe un po' come la prima con il Barcellona". Mourinho finalmente sorride: "Adesso la squadra è tranquilla, abbiamo una direzione chiara"

Non sono passate nemmeno ventiquattro ore dalla presentazione di Zlatan Ibrahimovic al Camp Nou. Alle 14:37 di martedì Samuel Eto"o ha fatto il suo ingresso nella sala stampa di Appiano Gentile. Polo bianca griffata dallo sponsor personale, alla sua destra Josè Mourinho, alla sua sinistra Marco Branca. E, davanti, una maglia nerazzurra con il numero nove sul retro. Tutto perfetto. Se non fosse per quel bacio. Quello che Ibra ha già regalato alla camiseta blaugrana. Quello che Eto'o evita accuratamente di stampare sulla maglia interista.
LE PRIME PAROLE, GRAZIE BARCELLONA – "Voglio ringraziare i miei ex compagni del Barcellona e la tifoseria blaugrana - esordisce così Eto'o - Ho lasciato tanti amici e una tifoseria che mi ha sempre sostenuto. I miei 13 anni in Spagna sono stati meravigliosi, anche se dei problemi ci sono sempre. Io ho difeso la maglia con onore e me ne vado a testa alta. Chi è arrivato dal Barcellona all'Inter ha sempre fatto bene, come Suarez e Ronaldo. Questo per me è uno stimolo a far bene. Al Pallone d'oro non penso perché è un premio individuale. Voglio vincere con la squadra".
IBRA? NESSUN PARAGONE – L'unica cosa in cui Eto'o è parso simile allo svedese è proprio questa. Il no a ogni tipo di confronto. "Io sono Samuel Eto'o e basta - ha detto - Il mio passato testimonia quanto valgo. Lui è un grandissimo giocatore, gli auguro il meglio con una squadra che è stata la mia casa, ma io non mi paragono a lui. Io sono qui per giocare e per rendere soddisfatti i miei compagni di come sono".
SERIE A TOSTA, JULIO CESAR IL MIGLIORE - Kakà e Ibrahimovic che se ne vanno, ma per il camerunense la qualità c'è eccome. "Io credo che qui ci siano ancora giocatori importanti - ha dichiarato - La gente va dove crede di poter vincere. E io non sarei qua se non pensassi che la Serie A è tra i campionati migliori. Io sono qui per vincere. Chi è il miglior giocatore? Per me è Julio Cesar, il nostro portiere è un fenomeno. Lo dico perché sono molto amico di Victor Valdes e conosco molto bene i portieri. Anni fa io dicevo che il miglior calciatore in Spagna era Iniesta, sono passati quattro anni e tutti mi danno ragione. Io guardo a un lavoro che molti giornalisti non valutano. Quello di tutti i giorni".
RAZZISMO? QUESTIONE POLITICA - "Non sono arrivato qui pensando a tutti i problemi che avrei potuto incontrare. Io voglio solo essere felice, non importa dove. In Spagna lo sono stato, spero di esserlo anche qui all'Inter. Quando ci saranno problemi, e spero che siano il meno possibile, ne discuteremo. Ma il razzismo è un problema politico, noi non abbiamo colpa ad essere di colore. Io sono orgoglioso di esserlo. E sono convinto che se non lo fossi stato non avrei ottenuto certi risultati"
IO NON BACIO LA MAGLIA - Il momento topico della conferenza stampa si raggiunge quando a Eto"o si chiede il perché del mancato bacio alla maglia. La risposta è in linea con il personaggio, un autentico anti-Ibra. "L'unica ragione è che io voglio guadagnarmi l'affetto dei tifosi vincendo sul campo – ha replicato - Quando otterremo dei risultati ci sarà. Quello è un legame che nasce, non che si inventa. Non posso però discutere di quello che ha fatto Ibra. Lui fa quello che vuole". .
IL SOGNO CHAMPIONS - "Vincerla qui potrebbe essere come la prima che ho trionfato con il Barça, che non vinceva da tanto. Questo è uno dei motivi che mi ha spinto a venir qui. Il percorso dell'Inter è buono, ma manca ancora qualcosa di unico. Noi proveremo a farcela. Che coppia sarò io con Milito? Non sapevo che la formazione fosse già stata fatta. E' un gran giocatore. Ma non so chi scenderà in campo. Giocheranno undici e tanti altri non vedranno l'ora di giocare. Tutti i compagni possono giocare con me. L'importante è metterci l'anima. Ma Milito è un ottimo giocatore".
IL MILAN E DINHO - "Sono stato accostato spesso ai rossoneri in passato, ma ci sono stati tanti club, non solo italiani. Ma io sono dove volevo andare. All'Inter. Ronaldinho? Tutti si augurano che possa tornare ad altissimi livelli. Però non devo preoccuparmi del Milan, io penso a noi e a come dovremo lavorare per vincere. Partite come il derby non hanno bisogno di motivazioni speciali. Tutti sono pronti. Ma dovremo vincere anche le altre sfide, quelle contano per portare a casa i campionati. Sono partite che ti danno la vita".
QUELLA POLEMICA CON MOURINHO - Anni fa Eto"o disse che non gli piaceva il modo in cui giocavano le squadre di Mourinho, ma ora è tutto passato. Lo garantisce lo stesso Special One: "Abbiamo giocato contro sei volte in tre anni, sempre in partite decisive di Champions. Non mi sono mai preoccupato di sapere se Eto'o aveva detto certe cose su di me. Perché lui è come me. Dopo una sconfitta non va a casa felice. Lo volevo al Chelsea, in una stagione un po' sfortunata per noi, perché Branca, Oriali e Moratti non mi hanno voluto vendere Maicon e il Barcellona Samuel. Sono molto soddisfatto che sia qui con noi. E non parlo solo come Mourinho, ma come un allenatore felice".
L'ESORDIO? GIA' A MONTECARLO - Garantisce Mourinho: "Quando ho saputo che l'affare era fatto, tutta la squadra si è tranquillizzata. E si è visto contro il Milan. Sappiamo in che direzione dobbiamo andare. Secondo me Eto'o potrebbe giocare anche oggi, anche se non 90 minuti e con la sua solita intensità. Lo inseriremo a poco a poco. Giocherà una mezz'ora a Montecarlo e a Pechino ci sarà. La squadra si sta già costruendo in un modo ben strutturato".
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