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Giornata record: tutte in gol, non era mai successo
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Pubblicato 12/05/2015 alle 09:19 GMT+2
Nel 35° turno di campionato sono state segnate 42 reti e nessuna squadra è rimasta senza subire reti: mai accaduto nell'era del campionato a 20 squadre. Ultima volta nell'ultima giornata 2000/01. Nove over 2,5: colpa delle poche motivazioni di troppe squadre?
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1-1, 2-1, 2-2, 2-3, 2-3, 1-4, 2-3, 2-2, 1-2, 5-1. Non sono delle combinazioni numeriche per la creazione di software o per aprire qualche cassaforte segreta. Sono i risultati delle 10 partite di Serie A disputate nel 35° turno di campionato 2014/15. Un turno che passerà alla storia. Perché? Cosa notate di strano? Sì, che in questa giornata hanno segnato tutte le 20 squadre. Nessun allenatore potrà essere completamente soddisfatto, visto che nessuna difesa è rimasta esente da colpe. Tutti e 20 i club di A hanno subito gol: non era mai successo nell’era del campionato a 20 squadre e non si era mai verificato negli ultimi 15 anni di campionato italiano (ultima volta ultima giornata 2000/01). In questo turno sono stati segnati 42 gol, record nel campionato in corso. 4,2 di media a partita. E in metà delle partite sono stati siglati cinque o più reti. Ma cosa si nasconde dietro questa spensieratezza difensiva? Pensar male non è né bello né corretto, però proviamo a capire le motivazioni di questo evento storico.
OVER 2,5 A PIOVERE: IL FESTIVAL DEL GOL – Esclusa Juventus-Cagliari 1-1, tutte le altre sfide della 35esima giornata sono terminate con più di due reti. Nelle scommesse tal fenomeno è possibile “giocarlo” con il classico “over 2,5”. Una giocata spesso remunerativa, perché statisticamente, soprattutto in Italia, non è così facile ottenerla. Proprio noi, che per anni siamo stati la patria della fase difensiva . Proprio noi, spesso sbeffeggiati nel resto d’Europa per il famoso “catenaccio”. A soli cinque anni di distanza dallo scandalo calcioscommesse 2011 e con il recente clamoroso ritorno in Italia di Hristyian Ilievski (noto capo del gruppo degli “Zingari”) per chiarimenti sulla vicenda, un evento del genere può indurre deduzioni frettolose e non corrette per la professionalità di chi scende in campo.
TANTE SQUADRE NON HANNO PIÙ NULLA DA DIRE AL CAMPIONATO – Meglio allora giustificarlo guardando la classifica e i reali obiettivi delle squadre. La Juventus, già campione d’Italia, giocava infarcita di “riserve” contro un Cagliari con l’acqua alla gola. Il Milan ha offerto una prova d’orgoglio contro una Roma discontinua e alla perenne ricerca di sé stessa. Chievo e Verona si sono divertite nel loro derby cittadino, non avendo più nulla da chiedere a un torneo che le ha viste entrambe superare quota 40 punti, Samp e Atalanta hanno sfruttato la demotivazione di Udinese e Palermo, già in vacanza da tempo, Fiorentina e Napoli, con la tesa all’Europa League, hanno continuato a palesare le loro amnesie difensive, mentre Inter e Genoa hanno sfruttato il buon momento contro Lazio e Torino per la loro corsa ad un posto in Europa League.
VINCE CHI PRENDE MENO GOL, RETROCEDE CHI NE SUBISCE DI PIÙ - Tutto torna? Più o meno. Certe nefandezze come quella di Avramov nel rigore poi sprecato da Belotti o come quelle di Andujar contro il Parma certificano che alcuni portieri della Serie A non sono all’altezza. Per una giornata tutti si sono rilassati e divertiti, quasi seguendo la teoria “zemaniana” (“Conta fare un gol più dell’avversario”) e non badando ai compiti di copertura richiesti. Forse per una stanchezza mentale e fisica di un torneo logorante? Può essere. Poi, alla fine dei conti, prendendo in mano la classifica e osservandola attentamente, si può notare che alle prime tre posizioni ci sono Juventus, Roma e Lazio. Le tre squadre (20, 27 e 34 rispettivamente) che hanno subito meno reti. E agli ultimi tre posti Cagliari, Cesena e Parma (64, 64 e 68), le tre squadre che ne hanno subite di più. La fase difensiva, per raggiungere i risultati, ha ancora il suo significato.
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