Alessandro Lucarelli: "Dopo il caso Parma, tutti continuano per la loro strada"

Il capitano crociato lancia un nuovo grido d'allarme: "Le istituzioni devono smetterla di cercare soluzioni all'italiana. Tutti hanno detto ‘mai più casi Parma’, però tutti vanno avanti per la propria strada e tutto si zittisce e non ne parla più nessuno. Io mi auguro che ci sia veramente la voglia di cambiare, perché a livello europeo siamo molto indietro rispetto alle altre nazioni"

Alessandro Lucarelli

Credit Foto Imago

Un altro premio per Alessandro Lucarelli, "capitano coraggioso di una squadra economicamente fallita e agonisticamente retrocessa. Eppure, con lo staff tecnico e numerosi compagni, ha saputo dare un raro e bell'esempio di dignità sportiva in campo e di solidarietà umana fuori dal campo". Il capitano del Parma, che ora milita in serie D dopo il fallimento dell'anno scorso, ha ricevuto oggi, a Palazzo Isimbardia, a Milano, 'L'Altro Pallone', un riconoscimento annuale, giunto alla 18/a edizione, che va a chi si è adoperato nel corso dell'anno nel mondo dello sport in azioni concrete di solidarietà e per la tutela dell'infanzia e adolescenza. Il riconoscimento, istituito da Altropallone Asd Onlus, è andato negli anni scorsi, fra gli altri, a Paolo Rossi, Javier Zanetti, Damiano Tommasi, Gennaro Gattuso, Samuel Eto'o, Josefa Idem e Cesare Prandelli.

Lucarelli: "Le istituzioni potevano fare di più"

Come sempre, le parole di Alessandro Lucarelli sono da tenere ben salde a mente. "Sono orgoglioso di ricevere questo riconoscimento che premia l'aspetto morale prima che sportivo – ha dichiarato -. L’anno scorso rappresentavo una squadra. La parola professionismo da novembre non è più esistita. Siamo andati avanti tra mille difficoltà, ma con grande dignità e orgoglio e con la voglia di dimostrare al calcio che i valori ci sono. Però dobbiamo avere delle istituzioni dietro che ci consentano di fare i professionisti, l'anno scorso non è successo. Le istituzioni qualcosa in più potevano fare. Se il Parma è arrivato a questo punto, è perché ci sono delle norme non così stringenti e che talvolta vengono aggirate da persone senza scrupoli. Siamo andati avanti, perché ci siamo sentiti di farlo soprattutto per i tifosi, che all'inizio dell'anno hanno tirato i fuori dalla tasca i soldi per l'abbonamento. Ma anche per tutti i dipendenti, che ci hanno concesso di terminare la stagione. Lo abbiamo fatto per dare una speranza che qualcuno salvasse il calcio. Ma, questo, purtroppo non è avvenuto. Abbiamo dato una lezione di vita a tanti, soprattutto, nell'ambiente calcio”.

"Basta soluzioni all’italiana"

Lucarelli, che già nei giorni scorsi aveva mandato messaggi a Carlo Tavecchio per via del ritorno nel calcio di Pietro Leonardi, ribadisce il proprio punto di vista: “Spero che le istituzioni non vogliano fare all’italiana. Tutti hanno detto ‘mai più casi Parma’, però tutti vanno avanti per la propria strada e tutto si zittisce e non ne parla più nessuno. Io mi auguro che ci sia veramente la voglia di cambiare, perché a livello europeo siamo molto indietro rispetto alle altre nazioni. La Figc deve far rispettare le norme. E, se non ci sono, metterne delle nuove per far sì che non succedano più casi Parma. Perché noi, purtroppo, siamo rimasti dentro un sistema che faceva acqua. Abbiamo lavorato con i compagni per far cambiare alcune norme. Ci sono stati tre cambi di presidente a un euro, è stato concesso di fare mercato a gennaio a noi, quando non prendevamo gli stipendi da settembre. Insomma, ci vogliono le regole e, se si ha voglia di metterle in pratica, si può fare. Però bisogna avere la voglia di farlo”. “A Parma – ha concluso - si sono succeduti personaggi che hanno usato la squadra per fini personali e per avere un tornaconto personale. L'anno scorso c'era la voglia di dimostrare che il Parma non era il Manenti di turno o il Taci di turno. Lucarelli è ancora il capitano della squadra, che sta cercando di arrivare al professionismo. Uno dei nostri obiettivi è rappresentare un altro calcio e un altro tipo di calciatore, un altro è far capire ai giocatori che c'è una responsabilità".
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