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Inter: Mancini, De Boer e un futuro più nero che azzurro

Alessandro Brunetti

Aggiornato 08/08/2016 alle 06:14 GMT+2

Il clamoroso divorzio tra il club nerazzurro e il tecnico marchigiano a meno di due settimane dall’inizio del campionato rischia di stravolgere la stagione interista. Ora fiducia a De Boer, un tecnico che ha allenato solo in Olanda, non conosce la Serie A e si ritroverà una squadra non costruita da lui. In tutto questo non si capiscono ancora i ruoli di Thohir e soprattutto di Suning

Frank de Boer (Ajax)

Credit Foto AFP

Un fulmine a ciel sereno. La bomba di calciomercato sganciata nella giornata di domenica, che attende solo di essere ufficializzata (probabilmente già lunedì), scuote il mondo Inter con Roberto Mancini e il club nerazzurro prossimi ormai a un clamoroso divorzio.

Mancini e un addio che sa di sconfitta

Un’estate di incomprensioni, di tensioni e di attriti che nessuno è riuscito a ricucire. Il tecnico jesino si è sentito escluso dal nuovo progetto cinese, o comunque non più al centro del mondo Inter. Parcheggiato come “semplice” tecnico e non più manager. Un mal di pancia prolungato a tutto il mese di luglio, e nemmeno troppo nascosto. Un malessere che nessuno è riuscito, ha voluto, curare in una società alle prese con un nuovo complicato passaggio societario. Eppure Mancini era stato in parte accontentato con l’arrivo del fido Gregucci e l’ultimo importante investimento di Antonio Candreva. Certo, Ausilio non aveva avuto il via libera per arrivare ai pupilli Zabaleta e Yaya Touré, ma la squadra consegnata a Mancini è certamente – almeno sulla carta, calcolando anche le contemporanee perdite di Roma e Napoli – in grado di lottare per un posto in Champions League. Il tecnico marchigiano avrebbe voluto però un riconoscimento maggiore, un rinnovo per sentirsi pienamente a centro del progetto. Suning invece non ha ceduto, spiegando che il rinnovo Mancini avrebbe dovuto guadagnarselo sul campo. Due visioni totalmente diverse che hanno portato al divorzio. Un terremoto che rischia seriamente di compromettere una stagione che scatterà tra meno di due settimane, e che soprattutto vanifica quanto di buono fatto e costruito nell’ultimo anno e mezzo dallo stesso Mancini.

Tocca De Boer, ma è veramente l'uomo giusto?

Per ora, e non è una buona notizia, l’unica cosa che accomuna Frank De Boer (l’uomo scelto da Thohir e da Suning per sostituire Mancini) e l’Inter è quello di aver perso un campionato all’ultima giornata: il famoso 5 maggio nerazzurro e l’ultima Eredivisie che l’Ajax ha consegnato al PSV pareggiando con il De Graafschap. La scelta del tecnico olandese sembra però più una scommessa, un azzardo, piuttosto che una scelta oculata per continuare il lavoro cominciato dal suo predecessore.
L’olandese, infatti, pratica un 4-3-3 spumeggiante, contraddistinto da un gioco veloce e molto tecnico, che in pratica s’infrange contro l’idea di squadra muscolare impostata da Mancini. Inoltre De Boer non conosce l’Italia, le difficoltà di un campionato insidioso come il nostro, e dovrà mettersi al volante di un’auto lanciata ad alta velocità settata e guidata fino ad ora da un altro pilota. Non il massimo insomma. Considerando anche che molti calciatori dell’attuale rosa interista hanno scelto il nerazzurro perché convinti dallo stesso Mancini (Kondogbia, Perisic, Jovetic, Miranda e il fedelissimo Melo, per citarne alcuni). Il rischio di dover reimpostare tutto il calciomercato con sole tre settimane a disposizione è alto, e obiettivamente molto controproducente. L’unico sorriso, per ora, i tifosi interisti lo possono fare guardando i precedenti statistici di De Boer con l’Ajax quando ha incrociato la strada del Milan…

Ma chi comanda all'Inter? Thohir, Suning o... Kia Joorabchian?

In molti si aspettavano, si aspettano, il nome di Leonardo per sostituire Mancini: il brasiliano conosce l'ambiente, è un gran lavoratore, sa motivare la squadra e sarebbe stato il perfetto traghettatore in vista dell'assalto per l'anno prossimo al Cholo Simeone. Ma radiomercato dà l'olandese come prossimo tecnico interista. De Boer inoltre è un vecchio pupillo di Thohir che lo avrebbe voluto già ai tempi in cui si decise di cacciare Mazzarri. L'attuale presidente è attualmente l'uomo con più potere nell'Inter, ma che senso ha far comandare una persona che attualmente detiene solamente il 30% delle azioni del club e che entro fine anno saluterà tutti? Per ora Suning si è presentata con tanti ottimi progetti, splendidi proclami, ma il vuoto di potere avvertito qui in Italia è evidente. Un vuoto di potere in cui sembrano poter sguazzare quei fondi d'investimento e quei personaggi collaterali del calcio internazionale, come Kia Joorabchian che il colosso cinese sembra aver scelto come consulente per questa nuova avventura a tinte nerazzurre. Il potente agente, non è un mistero, non ha mai avuto ottimi rapporti con lo stesso Mancini (per la questione Tevez-City, ndr) e secondo i ben informati avrebbe avuto addirittura un ruolo primario nella rottura col marchigiano: una scissione che porterà, appunto, a un nuovo tecnico e di conseguenza molto probabilmente a un nuovo mercato. E chissà che ora all'Inter non arrivi qualche uomo proprio della scuderia Joorabchian...

Un futuro sempre più incerto...

In tutto questo i tifosi dell'Inter s'interrogano sul futuro del club. Dall'addio di Moratti, infatti, si è passati da un tycoon indonesiano che alla fine ha investito poco e guadagnato molto, e di titoli in bacheca non ne ha portato nemmeno uno, per finire nelle mani di un colosso cinese che in un più di un mese dal suo insediamento ha fatto veramente poco. Ora l'addio di Mancini a meno di due settimane dal via ufficiale della nuova stagione e la sensazione di aver buttato via un'altra stagione ai nastri di partenza, oltre al lavoro dell'ultimo anno e mezzo. Tutto questo marasma senza considerare il caso Icardi, altro pasticcio diplomatico gestito (anzi non gestito) dalla società e che rischia di portare un altro terremoto nel breve periodo. E dire che con una formazione del genere (Handanovic, Ansaldi, Miranda, Murillo, D'Ambrosio, Kondogbia, Brozovic, Banega, Candreva, Perisic, Icardi) l'Inter potrebbe tranquillamente lottare e ambire per un posticino nella prossima Champions League. Evidentemente soffrire e autoflagellarsi in maniera pazzesca e originale resta un indelebile marchio di fabbrica del club meneghino: indipendentemente che sia made in Italy, Indonesia o Cina...
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