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Juventus-Roma, perché è così lontana dall’andata

Roberto Beccantini

Aggiornato 18/02/2016 alle 10:34 GMT+1

I ruoli si sono ribaltati: all'andata la Juve era in difficoltà e la Roma andava a gonfie vele. Ora onvece è l'esatto contrario

2015-2016 Serie A Roma-Juventus (LaPresse)

Credit Foto LaPresse

Juventus-Roma irrompe sul campionato con il fascino delle trame ribaltate. Il 30 agosto, all’Olimpico, la Roma di Garcia dominò per un’ora e rischiò solo nel finale quando, espulso Evra, si allungò sul divano. Morale: 2-1. Il 28 ottobre, alla decima, la Roma era prima, con 23 punti, e la Juventus undicesima, con 12. In bilico i giornali davano Allegri, non Garcia.
Nel giro di due mesi e mezzo è successo di tutto: la Roma si è persa, la Juventus le ha vinte tutte, dieci su dieci, recuperandole la bellezza di 18 punti. Allegri gode di ottima salute, Garcia è stato esonerato e al suo posto è tornato Spalletti, il cui debutto, domenica scorsa, ha coinciso con un mesto 1-1 casalingo contro l’ultima della classe.
Cime tempestose: Napoli 44, Juventus 42, Inter 40, Fiorentina 38, Roma 35, Milan e Sassuolo 32. Allegri ha trovato la quadra, come si dice in gergo, e si è pure sbarazzato della Lazio, mercoledì in coppa. Il dispendio di energie, calibrato dal turnover, non dovrebbe riservare brutte sorprese. La Juventus è in crescita fisica e sul piano della personalità. Pensa in grande, pronta a soffrire pur di correggere i limiti di tocco e di mira. Non è più la Juventus di Padoin, come all’andata. E’ la Juventus di Dybala e Mandzukic, di Khedira e Alex Sandro, tanto per citare il mercato di Marotta, dall’agenda zeppa d’impegni: ottavi di Champions con il Bayern, semifinali di Coppa Italia con l’Inter, volata scudetto.
Se la Juventus è uscita dal labirinto, la Roma vi è entrata. Di facili rimonte, fuori dalla Coppa Italia per mano di una squadra di B (Spezia) e ancora dentro, per un pelo, all’Europa più ricca. Le tre sconfitte dell’era Garcia, una in meno di Allegri, non sono bastate a reggere l’urto del sorpasso.
Spalletti ha provato il 4-2-3-1 e persino la difesa a tre, con De Rossi centrale. Non si discute il talento dei singoli: si discute, se mai, il rapporto gioco-giocatori. Parola d’ordine, tutti per Dzeko. Lo salutai come un signor acquisto. Era il centravanti che mancava. Strada facendo, le scorribande di Gervinho e Salah hanno contribuito a isolarlo. Però quanti sprechi, il bosniaco.
La legge dei grandi numeri incalza Madama. Dieci vittorie di fila, come la primissima Roma di Garcia. Dodici, calcolando gli spiccioli di coppa. Dybala ha dato retta ad Allegri, che lo voleva mobile, alla Tevez, e non punta fissa, stile Palermo. Morale: 11 gol e 6 assist.
Juventus e Roma hanno segnato lo stesso numero di reti (37). La differenza emerge dalla fase difensiva: Juventus 15, Roma 23. Ne servirebbero un paio, di Manolas.
Mi aspetto una Juventus ora aggressiva ora sorniona. La Roma cercherà di allungarla con Dzeko e Gervinho. Cruciale si profila il presidio del centrocampo, dalla cui tonnara potrebbero uscire le sgommate di Pogba o gli strappi di Nainggolan. La Juventus vi arriva spavalda, la Roma agitata. L’orgoglio ferito è benzina preziosa, a patto che i serbatoi non siano vuoti. Anche se in una notte può succedere molto, dico Juventus.
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