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Lavagna tattica speciale calci piazzati: è meglio difendere a uomo o a zona?

Mattia Fontana

Aggiornato 09/02/2016 alle 13:53 GMT+1

I tre gol incassati dall'Inter contro il Verona hanno infiammato le discussioni sull'opportunità di marcare a zona sui calci da fermo, proviamo dunque a capire con l'aituo di Daniele Adani che cosa è meglio fare in queste situazioni tattiche che possono condizionare non poco l'esito di una partita e di una stagione

Caso calci piazzati: è meglio difendere a uomo o a zona?

Credit Foto Eurosport

Domenica scorsa, Luca Marrone è riuscito in un’impresa che in Serie A non si vedeva da un decennio. Tre assist, tutti su calcio da fermo. Parallelamente, l’Inter – che fino al gol di Alex nel derby non aveva incassato nemmeno un gol di testa – finiva per subire tre reti su altrettante incornate di Helander, Pisano e Ionita. Due sugli sviluppi di un corner, una su punizione indiretta. L’occasione per tornare a parlare di calci piazzati. L’anno scorso avevamo discusso della loro incidenza offensiva, ora è il caso di interrogarsi sulle modalità difensive. Con il consueto aiuto di Wyscout e la collaborazione autorevole di Daniele Adani.
Il gol di Helander in Verona-Inter
Il gol dell’1-1 in Verona-Inter. I nerazzurri sono disposti con tre linee a zona (due, quattro e poi tre) e aggiungono Eder nella zona del dischetto. Il Verona manda i due giocatori più alti in mezzo alle prime due linee (Toni e Moras), porta a saltare in movimento altri tre (Helander, Pazzini e Pisano). E, alla fine, Helander sorprende tutti con una finta sul primo palo, passando in mezzo a Kondogbia, Murillo e Juan Jesus.
Il gol di Ionita in Verona-Inter
Il gol del 3-1 in Verona-Inter. Corner dalla destra, l’Inter si dispone ancora a zona nello stesso modo di prima. Ma, in questo caso, Kondogbia segue il movimento di Helander, memore del gol dell’1-1. Errore suo? No. Essendo disposti a zona, dovrebbe essere Brozovic a scalare sull’altro colpitore in movimento, ovvero Ionita. Non lo fa. E il veronese segna.

Cosa succede in Serie A

Il quadro generale del nostro campionato racconta di un’Inter a metà classifica in quanto a gol subiti su calcio piazzato. 5 reti incassate sugli sviluppi di corner, una su punizione. C’è chi è a quota 9 come la Lazio, ma anche chi è incredibilmente a zero come il Bologna. Se si guarda all’incidenza dei gol presi su calcio da fermo rispetto al totale, i nerazzurri sono però nelle primissime posizioni con il 30%. Peggio ha fatto soltanto il Milan, con il 30,7%. Per capire che cosa accada nel dettaglio, servono analisi piuttosto complesse. Perché non tutti difendono allo stesso modo: c’è chi si dispone a zona, chi a uomo e chi, invece, mischia i due sistemi. A Verona, è stata contestata la marcatura a zona dell’Inter, ma è piuttosto evidente come sia difficile trattare la questione su un piano generale. Chi sceglie di marcare a zona, molto spesso lo fa per evitare mismatch sfavorevoli in cui incorrerebbe di certo a causa di una difesa dalla statura media non elevata o per via di una retroguardia troppo lenta. E la marcatura a uomo è tutto fuorché infallibile. Basta un blocco ben orchestrato per far saltare il banco.
La disposizione della Lazio contro il Palermo
La disposizione della Lazio contro il Palermo. I sei giocatori nel rombo sono disposti a zona, i quattro nei cerchi a uomo. Il risultato? Palla a rientrare sul secondo palo, sponda e gol subito. Nemmeno il più complesso dei sistemi difensivi è a tenuta stagna.

La situazione in Serie A

SQUADRAGOL SUBITI DA PIAZZATO% SUL TOTALEDA CORNERPUNIZIONE
Lazio928,136
Torino928,136
Milan830,717
Genoa827,553
Frosinone81653
Atalanta725,934
Verona718,125
Inter63051
Sassuolo621,451
Empoli618,742
Carpi61533
Chievo51541
Udinese513,123
Palermo512,832
Sampdoria511,650
Roma57,632
Juventus426,613
Fiorentina417,322
Napoli315,321
Bologna0000
Lazio e Torino sono le due squadre che incassano più gol su calcio piazzato dell'intero campionato. Genoa, Frosinone, Inter, Sampdoria e Sassuolo quelle che ne hanno incassati di più sugli sviluppi di corner. Il Milan quella che ne ha presi di più su punizione. Ma, se si guarda all'incidenza sui gol complessivi, la formazione che ha fatto peggio è il Milan con il 30,7%, seguita dall'Inter al 30%. Incredibile lo 0% del Bologna.

E se la colpa non fosse della marcatura?

Trattare il tema non è semplice, ma ci aiuta un esperto come Daniele Adani. "Non è una questione di tattica– ci spiega -, è sbagliato anche allargare il discorso al lavoro sui fondamentali che viene portato avanti da qualche anno a questa parte. Il modo di interpretare il calcio non c’entra nulla. Sono situazioni di palla ferma, questioni di strategia. Questa è una situazione molto specifica e riconoscibile a livello tattico. E tutto dipende dall’attenzione personale e dalla concentrazione del giocatore. Il problema dei calci piazzati va al di là delle caratteristiche tecnico-tattiche del singolo”. Non è un problema di marcatura a uomo o a zona. Semmai conta molto l’attenzione che ormai tutti pongono allo sfruttamento di queste situazioni di gioco. Pensate al Verona contro l’Inter. Come può una squadra che ha vinto una partita su 23 pensare di poter mettere in difficoltà una delle migliori formazioni del campionato se non con uno sfruttamento massiccio delle palle da fermo? "Tutti gli allenatori prestano grande attenzione alla preparazione di queste situazioni tattiche – aggiunge Adani -. Si lavora parecchio per poter massimizzare la resa offensiva dei calci piazzati, magari muovendo la palla e cercando di mettere dei dubbi in chi difende. Ogni squadra ha il suo video-analista che in settimana analizza come mettere in difficoltà l’avversario di turno”.
Il gol di Pisano in Verona-Inter
Il gol del 2-1 in Verona-Inter. Punizione dalla destra, l’Inter si dispone a zona in modo da tenere i colpitori gialloblù lontani dalla porta di Handanovic. Fares finta di calciare di sinistro, batte Marrone a rientrare sul secondo palo. L’errore? In questo caso pare essere di Kondogbia, che scappa correttamente una volta battuta la punizione ma poi si ferma per ragioni sconosciute. Pisano ne approfitta e colpisce.

Come scegliere il sistema migliore

Aggiornamento continuo degli staff tecnici, costante lavoro sulle palle inattive e massimo impegno dei singoli nell’analisi delle situazioni tattiche specifiche. Ma come si può scegliere il sistema difensivo migliore sui calci da fermo? Prima di tutto bisogna capire che cosa è decisivo in tali situazioni. “I parametri fondamentali sono due – spiega Adani -. Le caratteristiche di chi calcia e il tempo di reazione di chi va a raccogliere il pallone. Quest’ultimo, a mio avviso, conta ancora di più della statura del difensore stesso”. Pertanto, è su questi parametri – molto spesso trascurati dalle analisi degli appassionati – che verte la scelta della marcatura migliore. Che, in senso assoluto, non esiste. “Se io dovessi allenare una squadra – conclude Adani -, prima di tutto inizierei dalla valutazione delle caratteristiche dei miei giocatori. Disporre di calciatori alti può essere un vantaggio, ma si tratta comunque di giocatori più lenti e, dunque, una marcatura a zona può essere utile per evitare quella frazione di secondo di ritardo nell’intervento. Ma, una volta fatte queste valutazioni generali, passerei a un lavoro su entrambi i sistemi, a uomo e a zona, per poi modularmi in base alle caratteristiche dell’avversario di turno”. Perché la verità, difficile da accettare ma ineluttabile, è questa. Se si parla di calci da fermo, non esiste un sistema difensivo migliore di un altro.
Il gol dello 0-1 in Inter-Lazio
Per capire quanto sia difficile prevedere tutte le variabili sui calci piazzati, riguardiamo il gol dello 0-1 in Inter-Lazio. I nerazzurri presidiano bene l'area marcando a zona? Allora i biancocelesti battono basso, cercando il tiratore al limite dell'area. Un esempio che aiuta a capire perché molte volte i corner vengono battuti corti e non direttamente al centro dell'area.
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