Poca difesa, molta confusione: ecco Juventus-Milan
Aggiornato 18/02/2016 alle 10:46 GMT+1
Il calcio dopo Parigi ricomincia da due classiche: Real-Barcellona e Juventus-Milan...
Se il derby spagnolo scuote la vetta della classifica, la versione italiana agita l’ansia dei ritardatari. Il pareggio non servirà a nessuno, domani sera. Allegri ha vinto le ultime due (Toro, Empoli), cosa mai successa in questa stagione. Mihajlovic è imbattuto da cinque partite. In classifica, il Milan è sesto con 20 punti, la Juventus settima con 18. Il distacco dalla coppia Fiorentina-Inter oscilla tra le sette e le nove lunghezze. Ergo: ora o mai più.
Ci sono state le stragi e c’è stata la sosta delle Nazionali. Potete immaginare lo spirito con cui si torna in campo o in curva. Ammesso che si torni. In campionato, allo Juventus Stadium, il Diavolo le ha sempre prese: 2-0, 1-0, 3-2, 3-1. Allegri e Mihajlovic sono sotto tiro. Contrario ai cambi in corsa, mi batto perché rimangano (comunque vada).
Le cifre indicano come le difese siano in palese difficoltà: sì, anche il muro juventino, che nemmeno l’azzurro di Conte ha rianimato. Allegri rimbalza da uno schema all’altro: 3-5-2, 4-3-1-2, 4-3-3. Mihajlovic, lui, ha mollato il 4-3-1-2 per il 4-3-3. Il Milan dovrà fare a meno di Bertolacci, De Jong e Balotelli. La Juventus ha un sacco di titolari in bilico: Lichtsteiner, Caceres, Mandzukic, addirittura Buffon. Dovrebbero recuperare. Non sono variabili da poco.
Occhio al rientro di Bonaventura. I suoi dribbling e le sue scintille hanno coinciso con il miglior Milan dell’anno (3-1 alla Lazio). Non c’era con l’Atalanta e si è visto. Il Milan va a strappi, la Juventus è più compassata. Khedira, Marchisio e Pogba hanno cementato il centrocampo. Con Lichtsteiner, destra storica: senza, Barzagli largo o difesa a tre. Morata ala sinistra rimane un azzardo (da qui l’idea Lavezzi); al Cuadrado riposato, viceversa, si chiede di essere la soluzione e non il problema.
Nei panni di Sinisa, rischierei il tutto per tutto: Kucka, Montolivo e Bonaventura in mezzo, Cerci, Bacca e Niang (che nel cuor mi sta per le doti potenziali) in attacco. Voce dal popolo: e gli equilibri? Ripeto: è uno spareggio, o la va o la spacca. A maggior ragione, se consideriamo il tunnel nel quale si è ficcata l’ex tiranna, e dal quale stenta a uscire. Dybala alla Tevez è un progetto che a volte ha pagato (con l’Atalanta, per esempio) e a volte no. Alessandro Manzoni se la caverebbe così: adelante, ragazzo, con juicio. Dipendesse da me, Morata più Dybala.
Mai come questa volta i lasciti delle Nazionali - e, in ambito bianconero, la Champions immanente - potrebbero condizionare l’ordalia. Juventus e Milan sono in ritardo sulle tabelle di marcia, prigionieri di limiti - tecnici, tattici - che ne hanno ammaccato le risorse. La Juventus resta comunque più squadra, anche se i singoli del Milan sono capaci di molto, nel bene e nel male. I sedici anni di Donnarumma irrompono sulla sfida con il fascino e il fracasso delle grandi ricorrenze, vent’anni dopo il debutto assoluto di Buffon in Parma-Milan.
E' il momento del pronostico: fra cotanta confusione, 2-1 per la Juventus.
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