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Roma-Juventus, si decide a centrocampo. Pjanic o Pogba

Roberto Beccantini

Aggiornato 29/02/2016 alle 22:03 GMT+1

L'editorialista di Eurosport analizza il prossimo big match del campionato di Serie A: chi tra Roma e Juventus è favorita?

Juventus' French midfielder Labile Paul Pogba fights for the ball with AS Roma forward and captain Francesco Totti during the Italian Serie A football match Juventus Vs AS Roma on October 5, 2014 at Juventus Stadium in Turin.

Credit Foto AFP

Il problema non è il calendario: quello, al contrario, fornisce una stampella (alla seconda, nulla è decisivo). Il problema è la zavorra psicologica. Se la Roma avesse vinto a Verona, e la Juventus battuto l’Udinese in casa, la partitissima sarebbe stata la solita santabarbara e stop. Ma dal momento che la Roma ha pareggiato e la Juventus addirittura perso, apriti cielo.
Garcia deve regolare la manovra sui sentieri e gli stacchi di Dzeko, il centravanti che mancava. Per gli esterni d’attacco non c’è che l’imbarazzo della scelta, e ora che Maicon sta bene ed è arrivato Digne, pure le caselle dei terzini sono piene: a patto di trovare un posto a Florenzi, il più eclettico della rosa.
Poi c’è Totti, ignorato al Bentegodi. La Juventus l’ha sempre eccitato. Personalmente, giocherei con Nainggolan, De Rossi e Pjanic, più Florenzi, Dzeko e Salah, con il capitano all’Altafini. Se Roma è un cantiere, figuratevi la Juventus. Il ritorno di Morata scongiurerà cervellotiche staffette tipo Coman-Dybala. Credo che Allegri confermi il 3-5-2, e allora tanto vale riesumare Sturaro, o allontanare comunque Padoin dalla regia.
Le ultime mosse di mercato non è che siano state molto lineari. Ok Alex Sandro sulla fascia (prima o poi, al posto di Evra). Non ho capito, in compenso, il tamburello Zaza-Llorente: non si poteva non sapere, di Zaza. E, in attesa del trequartista, ma meglio sarebbe un regista, non ho compreso neppure l’ingaggio di Cuadrado, esterno che porta al 4-3-3 più che al 4-3-1-2. Se non, addirittura, al 4-2-3-1, con relativo, e pericoloso, schiacciamento di Marchisio (quando tornerà disponibile). Non discuto il dribbling del colombiano, arma che l’arsenale non contemplava: discuto il tipo di giocatore, lontano dalle lavagne di Allegri (Conte viceversa, avrebbe fatto carte false).
Cruciale sarà la tonnara di centrocampo, e lì, oggi, la Roma ha meno incertezze. E, con Pjanic, anche più fantasia. Con l’Udinese, le occasioni (poche) sono venute dalla quantità: con la Roma, ci vorrà soprattutto qualità. La qualità dispersa di Pogba, per esempio. Non mi aspetto molti gol, data la prudenza che i verdetti delle sfide inaugurali consiglieranno. Vedo favorita la Roma, di poco. A Garcia il compito di registrare la difesa, innesto di Dzeko a parte. Allegri, lui, deve recuperare la quadratura e lo spirito. Servono pazienza e idee chiare (molto chiare). La sosta internazionale giunge a fagiolo, anche se un’eventuale sconfitta, non importa di chi, alzerebbe molta polvere (da sparo, però).
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Alcuni lettori pensano che io non sia Roberto Beccantini. E invece lo sono, come possono confermarvi la direzione e la redazione di «Eurosport». Tranquilli: tutti gli errori sono farina del mio sacco, non di un «troll». Se rispondo a coloro che scrivono, lo faccio perché mi piace, perché agli insulti preferisco gli indulti e al consenso, il confronto. Saranno anche frasi fatte, ma trovo che il dibattito sia il sale del mio mestiere. A questo proposito, non solo vi prego di fidarvi, ma vi invito a proporre argomenti da sviluppare e sui quali, poi, «scannarci».
Il mio blog esce, di solito, il lunedì e il venerdì. In base alle vostre proposte, e con il permesso dell’attualità, affronterò i temi nelle risposte o ne farò materia delle analisi. Le critiche fanno crescere. Grazie a tutti.
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