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Sarri: "Spero che la vicenda con Mancini aiuti i gay nel calcio a uscire allo scoperto"

DaLaPresse

Pubblicato 02/02/2016 alle 17:38 GMT+1

L'allenatore del Napoli ritorna su quanto accaduto due settimane fa al San Paolo per spiegare la propria posizione: "Volevo dirgli che è un fighetto, non intendevo riferirmi al sesso. Penso al mio migliore amico gay, un antiquario fiorentino morto troppo presto, che mi manca molto. Si indignerebbe a sentirmi accusare di omofobia"

Maurizio Sarri, Napoli, Serie A 2015-16 (LaPresse)

Credit Foto LaPresse

"Non ci sono gay nel calcio? Bischerate, ci sono stati, ci sono e ci saranno. Spero che questa vicenda, nata male e finita bene, li aiuti a venire allo scoperto. Almeno nel Napoli non avrebbero problemi". Parola del tecnico del Napoli Maurizio Sarri, che in un'intervista rilasciata al settimanale 'Chi', in edicola da mercoledì 3 febbraio, ad Alessandro Cecchi Paone, è tornato a parlare degli insulti omofobi rivolti all'allenatore dell'Inter Roberto Mancini.
"Io a Mancini volevo colpirlo sul fatto che scende in campo elegante come per un ricevimento. 'Fighetto' volevo dirgli, mica quella roba sul sesso - ha dichiarato Sarri -. Penso al mio migliore amico gay, un antiquario fiorentino morto troppo presto, che mi manca molto. Si indignerebbe a sentirmi accusare di omofobia".
Sarri è stato accusato anche di essere 'razzista'. "Meglio ancora! La faccio parlare con la mia suorina del Valdarno. Si occupa delle donne africane in difficoltà con la sua casa famiglia qui in Italia e direttamente laggiù tramite le adozioni a distanza. Con i miei amici la finanziamo da dieci anni", ha rivelato. Eppure quella parola "frocio" ammette di averla pronunciata: "Ma ce lo vede un toscanaccio come me che in una lite coi nervi a fior di pelle dice all'altro solo che è un 'precisino'? Ho sbagliato, lo ammetto", ha spiegato l'allenatore del Napoli.
"C'è bisogno di esempi importanti, che indichino a tutti la via del rispetto delle differenze reciproche. È già successo in altri settori che influenzano la pubblica opinione, ora è la volta del mondo del pallone, quello decisivo per il sentire comune degli italiani - ha concluso Sarri -. La compattezza del gruppo non viene mai messa a rischio dalle abitudini private degli atleti. I problemi vengono solo da eventuali rivalità tecniche o dalle inimicizie che a volte si scatenano fra le rispettive mogli e fidanzate".
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