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"Il calcio italiano è morto": il caso Cardelli e altre storie di giovani dimenticati
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Pubblicato 06/09/2016 alle 14:12 GMT+2
Il giocatore della Primavera della Lazio lancia l'allarme stranieri in Italia: da Caldirola e Donati a Macheda, passando per Verratti, sono tanti i ragazzi azzurri che nel passato recente sono stati strappati al nostro calcio trovando fortuna all'estero. E intanto la Serie A aggiorna i suoi dati a discapito della Nazionale...
Filippo Cardelli, Primavera Lazio
Credit Foto LaPresse
Il grido d’allarme è di Filippo Cardelli, 18enne della Primavera della Lazio, che ha deciso di emigrare all’estero come tanti suoi colleghi riflettendo seriamente sulla possibilità di lasciare il calcio. Il giovane biancoceleste, in uno sfogo su Facebook, lamenta una disparità di trattamento rispetto ai pari età non italiani: “Gli stranieri hanno il contratto e guadagnano anche tanto, io devo rinunciare al mio sogno”.
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Giulio Donati Neymar - Champions League
Credit Foto AFP
Storie di giovani italiani snobbati dal nostro calcio
A prescindere dal caso specifico, la storia di Cardelli assomiglia a quella di altri ragazzi che magari sono stati accantonati troppo presto in patria per quel gusto dell’esotico che spesso induce a preferire un qualsiasi –inho a un profilo nato e cresciuto calcisticamente nel Belpaese. Senza andare troppo lontano il passato recente ci ricorda svariati casi: Giulio Donati, dopo aver esordito con la maglia dell’Inter a 19 anni, fu girato in prestito per poi lasciare la Primavera nerazzurra e volare in Germania. Molto simile è la storia di Luca Caldirola, altro difensore (guarda caso il reparto che oggi avrebbe più bisogno d’innesti) dell’Inter trasferitosi al Werder Brema qualche anno fa. Cristiano Piccini, ex Fiorentina, ha girato per la Toscana in prestito prima di approdare al Betis Siviglia mentre Vito Mannone, cresciuto nelle giovanili dell’Atalanta, fu messo sotto contratto dall’Arsenal all’età di 17 anni e oggi è ancora in Premier League a parare per il Sunderland. Chicco Macheda, a 16 anni, venne premiato dal Manchester United che lo soffiò alla Lazio e da allora, salvo una parentesi alla Samp, non ha più messo piede in Italia. Infine, c’è il capitolo Verratti: in questo caso la questione è un po’ diversa perché il PSG se lo assicurò per 12 milioni di euro, ma la domanda è un’altra. Un 20enne capace di impressionare in Serie B con il Pescara non poteva essere subito bloccato da un club italiano? Oggi è il faro della Nazionale…
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Marco Verratti Italia 2016
Credit Foto LaPresse
La Serie A e una tendenza sempre più preoccupante
Il ct Ventura sta toccando con mano questa piaga. Nonostante le riforme di Tavecchio, su 554 calciatori in Serie A 313 sono stranieri. Infine, ci sono anche le eccezioni come il Sassuolo: nel 1991 la Stella Rossa diventava campione d'Europa mentre i neroverdi chiudevano ottavi nel girone C dell'Interregionale. Nel recente preliminare di Europa League siamo tutti com’è finita dopo che nella rosa di 20 portata da Di Francesco nel ritorno di Belgrado solo 3 non erano italiani.
La Serie A 2016-2017 si è aperta con 21 stranieri su 22 in campo in Roma-Udinese, poi l’ingresso di Angella ha reso meno solo il romanista El Shaarawy. Insomma, alcuni di questi ragazzi forse meritavano una chance in più in patria. A volte i vecchi club d’appartenenza si pentono, ma non riescono più a rimediare perché il cartellino del giocatore nel frattempo è lievitato negli anni e, in questo quadro, a rimetterci è sempre la Nazionale, un chiaro esempio di come la crisi economica (e gli interessi di chi ci marcia) abbiano falcidiato, insieme alla mancanza di programmazione, il movimento calcistico che negli anni ’90 dava lezioni in giro per il mondo.
VIDEO: Verratti: "Il ruolo? Mi metto a disposizione di Ventura"
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