Il primo derby cinese? La radiografia perfetta di Inter e Milan

Il primo derby cinese della storia ha ribadito quanto l’Inter sia folle e quanto pulsi il cuore del Milan. Eupalla doveva essere proprio a corto di fantasia, se per arrivare allo stesso «score» dell’andata non si è sforzata di scegliere un altro itinerario, ma ha semplicemente rovesciato la trama. A novembre, due volte avanti il Milan. Ieri a mezzogiorno, l’Inter avanti per due a zero.

Mauro Icardi Inter Milan 2017

Credit Foto LaPresse

Senza la goal line technology avrei probabilmente azzeccato il risultato, ma non sarebbe stato giusto. Perché anche il primo derby cinese della storia ha ribadito quanto l’Inter sia folle e quanto pulsi il cuore del Milan. Eupalla doveva essere proprio a corto di fantasia, se per arrivare allo stesso «score» dell’andata non si è sforzata di scegliere un altro itinerario, ma ha semplicemente rovesciato la trama. A novembre, due volte avanti il Milan. Ieri a mezzogiorno, l’Inter avanti per due a zero.
Se Perisic aveva pareggiato agli sgoccioli, Zapata ha fissato l’ordalia nel recupero del recupero, all’inglese (come acrobazia in mischia e come scelta «cronometrica» di Orsato). Pioli e Montella se la sono giocata senza se e senza ma, ciascuno secondo il catechismo che più gli garba. L’Inter, aggredendo alto. Il Milan, girandole attorno per poi colpirla con le sgommate di Deulofeu e i riccioli di Suso.
Ecco: le ali. Qui ci avevo preso. Il loro impatto, la loro importanza. Deulofeu più che Suso, Candreva più che Perisic. Su Deulofeu mi devo ripetere: se solo vedesse la porta come vede i compagni, non tornerebbe al Barça; non lo avrebbe mai lasciato. Ha spaccato l’equilibrio, l’Inter, dopo che le parate di Handanovic, perfetto fino all’ultima bolgia, e un palo di Deulofeu avevano ingolosito gli avversari. Il gol di Candreva sembrava uscito dall’album di famiglia. Lancio di Suarez, volata di Mazzolino. Lancio di Gagliardini, volata di Candreva. Male De Sciglio, maluccio Donnarumma: la terra di nessuno, tra porta e tiratore, è lo scenario peggiore possibile.
Il verdetto conferma le risorse e i limiti dei duellanti. L’Inter di Pioli si è chiusa a chiave troppo presto. Il Milan non molla mai. Se non lo spezzi, risorge. Cosa avrebbe potuto fare di meglio o di diverso, Pioli? Non penso ai cambi: penso, se mai, all’atteggiamento. E dal momento che il calcio è un mistero senza fine buffo, sono stati Romagnoli e Zapata, due difensori, a strappare il Diavolo dall’inferno. L’Inter boccheggiava. Montella, invece, aveva ricavato un po’ di ossigeno dalle staffette.
Sono mancati i centravanti - Bacca, soprattutto - ma anche Icardi, gol a parte (che azione, Perisic). Non mi è dispiaciuto Joao Mario almeno per un’ora e il ritorno di Gagliardini è stato prezioso, come era nei voti. Questo pareggio e quelli di Lazio e Atalanta (a Roma, però) congelano l’ingorgo della Europa League.
Gira e rigira, è stato un derby frizzante che l’orario non ha condizionato più di tanto, fedele alle montagne russe che stanno caratterizzando la stagione delle milanesi. L’Inter - che non vince dal 7-1 all’Atalanta e non conosce le mezze misure: o rimonta o si fa rimontare - riflette la personalità ondivaga dei suoi solisti. Il Milan, dopo aver perso Bonaventura, ha trovato in Deulofeu e Suso i pedali con i quali ovviare alle forature. Mi aspettavo di più da Kucka. Mi ha sorpreso la mossa Nagatomo. Non mi ha convinto Mati Fernandez, sostituto di Pasalic. Ma sono dettagli. Buona Pasqua a tutti.
Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità