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Inter: la vera, e silenziosa, vittoria di Pioli si chiama Geoffrey Kondogbia

Alessandro Brunetti

Aggiornato 18/01/2017 alle 10:53 GMT+1

Dopo la 7° vittoria consecutiva, il lavoro straordinario di Pioli è sotto gli occhi di tutti. La strada però è ancora lunga, da limare ancora tantissimi limiti. In molti esaltano i gol di Icardi e le prestazioni di Perisic e Candreva, oltre alle geometrie di Joao Mario e allo straordinario impatto di Gagliardini. Ma il vero, spesso non visto, successo di Pioli è il recupero di Kondogbia.

2016/17 Inter-Bologna Kondogbia in azione

Credit Foto LaPresse

Sette vittorie di fila, calcolando anche Europa League e Coppa Italia, una classifica che ora fa meno paura e soprattutto una smisurata fiducia ritrovata. In meno di due mesi Stefano Pioli ha conquistato tutti in casa Inter, dai dirigenti ai magazzinieri, ma soprattutto la squadra. Soprattutto chi era, e chi è, meno protagonista, normalizzando l'ambiente fuori e dentro dal campo da gioco. Un lavoro semplice, umile, ma mirato. Certo, vincere aiuta a vincere, e nasconde anche i tanti problemi e limiti che ancora caratterizzano alcuni passaggi a vuoto di Icardi e compagni. Ma la strada è tracciata, e i risvolti positivi cominciano a essere molti. E sotto gli occhi di tutti.

Da Icardi a Perisic e Candreva, passando per Joao Mario Brozovic, fino a Gagliardini...

Facile, in questa striscia di vittorie, evidenziare i gol di Icardi, le giocate di Perisic e Candreva, le geometrie di Joao Mario e l'esplosione di quel Brozovic finito nel dimenticatoio con de Boer. Fino all'ultimo arrivato, quel Roberto Gagliardini che in sole due partite ha già conquistato e convinto tutti. Dai più titubanti ai più scettici. Pioli ha restituito sicurezza e tranquillità, ha limato alcuni atteggiamente esclusivamente offensivi che minavano le già traballanti certezze difensive, consegnando il ruolo più congeniale a ogni interprete in una rosa costruita per giocare col 4-2-3-1 cancellando voli pindarici votati al calcio champagne di chiara salsa oranje. Facile da dire, e da scrivere, meno da applicare nel lavoro di tutti i giorni sui campi d'allenamento.

... Ma il vero successo di Pioli si chiama Kondogbia

Facile, dunque, parlare delle "prime donne" in squadra. Ovvio, scontato, e normale, perché sono i gol di Icardi e Perisic, associati agli assist di Joao Mario e Candreva, oltre al lavoro di quantità e qualità dei vari Brozovic e ora anche Gagliardini, ad aver spinto la squadra a questa rinascita invernale. Ma c'è un altro giocatore che si è completamente trasformato e ritrovato con l'arrivo di Pioli: Geoffery Kondogbia. Il francese è passato in un mese a essere eletto come bidone 2016 del nostro campionato a uomo insostituibile nello scacchiere tattico di Pioli che lo ha recuperato con calma, senza fretta, ma con grande fiducia. Con de Boer, l'ex Monaco aveva collezionato appena 5 partite per un totale di 310' giocati, con lo smacco della sostituzione dopo appena 28' col Bologna, mentre con l'ex tecnico della Lazio i minuti giocati sono diventati 544 in 7 partite in cui ha giocato praticamente sempre da titolare. Una rincorsa lenta cominciata a novembre, sia in termini di fiducia sia di condizione fisica, perché Kondogbia ha una struttura fisica imponente e ha bisogno di tempo per raggiungere l'apice da questo punto di vista. La testa, non è un mistero, ha fatto il resto, perché Pioli gli ha sempre dato fiducia anche quando non giocava bene. Con la Lazio, proprio prima della sosta, la prima vera partita da giocatore completamente recuperato da tutti i punti di vista.
L'ascesa fisica e mentale del francese è concisa anche con una maggiore tranquillità, e una consapevolezza di quello che mister e compagni si aspettano da lui in campo: cose semplici, schermo davanti alla difesa, recupero di un'infinità di palloni e impostazioni basica senza esagerare. Col passaggio dei minuti, è cresciuta in maniera esponenziale anche la fiducia di un ragazzo che - non va dimenticato - solamente 23 anni e che ha potuto cosi anche mostrare buone basi tecniche apprezzate soprattutto dal pubblico interista.
Un colosso in mezzo al campo, che con Gagliardini sembra giocare da sempre. Sarà curioso capire col ritorno di Brozovic come Pioli intenderà schierare il suo centrocampo, senza dimenticare i vari Joao Mario e Banega. Ma Kondogbia sembra ormai recuperato, e sulla giusta strada per tornare sugli straordinari livelli messi in mostra soprattutto in Champions League con la maglia del Monaco. E Pioli si gode la sua vittoria, silenziosa, ma altrettanto importante come le roboanti e pirotecniche prestazioni dei suoi uomini immagine.
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