Inter, Stefano Pioli verso l’ostacolo derby: i 5 punti su cui lavorare in vista del Milan

Il nuovo tecnico dei nerazzurri deve intervenire su alcuni aspetti fondamentali per poter rilanciare la squadra: segna quasi solo Icardi, il centrocampo non copre la difesa, i giocatori devono ritrovare sicurezza, gli oltre 100 milioni di euro spesi sul mercato non vanno sprecati e chi non è da Inter va messo in disparte.

Inter, Serie A 2016-17

Credit Foto LaPresse

Stefano Pioli non ha un bilancio positivo nei derby. A Roma ha rimediato un pareggio e tre sconfitte e l’ultima sfida contro la Roma gli è costata la panchina. In vista della stracittadina con il Milan, in programma domenica 20 novembre, il nuovo tecnico dell’Inter dovrà affrontare un battesimo intrigante ripartendo da qualche certezza e da parecchi aspetti su cui lavorare. Roberto Mancini, nella sua seconda avventura nerazzurra, ripartì proprio dal derby pareggiato 1-1 grazie a un gol di Obi. Prima di misurarsi con il Diavolo il 51enne di Parma avrà a disposizione una decina di giorni per lavorare con la squadra che, però, risulta essere decimata a causa degli impegni delle nazionali.

La solitudine di Icardi in zona gol

Alcuni sostengono che l’Inter subisce troppi gol. La difesa non è impenetrabile, ma i numeri suggeriscono che le 14 reti subite, se confrontate con le 12 della Roma, le 15 del Milan e le 13 del Napoli, sono il secondo problema dopo quelle fatte. Se la Juve ha segnato 25 gol, la Roma 29 e il Napoli 21, i nerazzurri si sono limitati a 16. Di questi ben 10 portano la firma di Icardi, capocannoniere insieme a Dzeko, che ha anche messo a referto 3 assist. Perisic ha dato il suo contributo realizzativo con 3 gol, ma per il resto l’Inter ha dimostrato di non avere alternative al suo centravanti. Mancano i gol dei centrocampisti, quelli di Candreva, quelli dei difensori su palla inattiva e quelli di una seconda punta: in quest’ultimo caso il problema è di natura tattica. Affiancare stabilmente a Icardi un altro attaccante potrebbe giovare.

Un centrocampo da reinventare

Le grandi prestazioni di Handanovic (altro giocatore da cui ripartire insieme a Icardi) hanno mostrato una difesa vulnerabile e soprattutto poco protetta. Per Pioli sarà fondamentale trovare un equilibrio a centrocampo: Banega e Joao Mario non stanno rendendo abbastanza, Brozovic e Kondogbia hanno avuto difficoltà con de Boer per questioni comportamentali. In un centrocampo a tre la qualità farebbe propendere per il trio Brozovic-Banega-Joao Mario, ma l’ex Siviglia dovrebbe assimilare un ruolo da regista. Se, invece, servirà un atteggiamento più coperto non si potrà che riaffidarsi a Medel.
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Banega Inter

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La testa: ridare entusiasmo e sicurezza

Certi giocatori hanno reso meno del previsto per la scarsa fiducia nel tecnico olandese facendola diventare colpevolmente un alibi. “Non lo capiamo”, dichiarò Eder in tempi non sospetti mentre Miranda, stanco di dover fronteggiare gli uno contro uno di una retroguardia spesso scoperta, è apparso spazientito. Candreva, che in passato ebbe degli screzi con l’ex allenatore della Lazio, deve ritrovare concretezza: lui e Perisic sono due ali che farebbero invidia a molte altre rose. In definitiva, la qualità media è elevata e stona con l'attuale ottavo posto in classifica.
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Antonio Candreva, Inter, Serie A 2016-17 (LaPresse)

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100 milioni spesi sul mercato da valorizzare: Gabigol?

Quest’estate la campagna acquisti/cessioni ha presentato un saldo negativo di 102,9 milioni. Gli innesti più onerosi? Joao Mario, Gabigol e Candreva. Del primo e del terzo abbiamo già parlato, sul brasiliano non possiamo affermare che non stia rispondendo alle attese perché non si è proprio visto. Dopo la presentazione con una cerimonia sontuosa all’Auditorium Pirelli, l’ex Santos ha esordito con il Bologna, ma quei 16 minuti sono stati i primi e finora ultimi con la maglia nerazzurra. Chissà che Pioli non riesca a far emergere le sue qualità in un ruolo alla Eder (ma con minutaggio superiore) come spalla di Icardi.

Lasciare in disparte chi non è da Inter

L’ultimo punto è il più doloroso per un tecnico, ma è anche quello che spesso distingue un buon allenatore da uno mediocre: fare delle scelte e lasciare ai margini chi non merita di indossare la maglia dell’Inter. Sui terzini, notoriamente ruolo debole della rosa, bisogna intervenire: Ansaldi deve essere titolare mentre per l’altro posto occorre stabilire delle gerarchie. Un esempio? Nell’ordine D’Ambrosio, Santon e Nagatomo perché il marketing non aiuta a vincere le partite. Infine, ci sono giocatori che hanno già avuto delle chance, come Ranocchia e Felipe Melo, ma ostinarsi a voler mascherare i propri limiti tecnici spesso equivale a un goffo autogol.
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