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Roberto Gagliardini, l'uomo a cui l'Inter non può proprio rinunciare
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Pubblicato 13/04/2017 alle 11:23 GMT+2
I nerazzurri recuperano il centrocampista in vista del derby contro il Milan: le sue caratteristiche e la sua unicità nello scacchiere di Pioli si sposano alla perfezione con il rendimento della squadra.
Roberto Gagliardini, Inter, Serie A 2016-2017
Credit Foto LaPresse
È l’anti-vigilia del derby di Milano e l’Inter recupera uno degli elementi cardine della rosa. Roberto Gagliardini è arrivato lo scorso gennaio, era disposto a lottare con grande umiltà per guadagnarsi la fiducia dell’allenatore e un posto in squadra, ma Pioli l’ha gettato immediatamente nella mischia e non ha più potuto fare a meno di lui. I motivi sono sotto gli occhi di tutti.
L’Inter con Gagliardini
L’ex atalantino debutta al Meazza il 14 gennaio contro il Chievo Verona per la prima partita del girone di ritorno. L’Inter vince, il 23enne va vicino al gol e sorprende anche i più speranzosi in virtù di una prova di grandissima personalità. Pioli gli consegna le chiavi del centrocampo e non se ne pente mai: in tandem con Kondogbia comincia a formarsi una coppia ben amalgamata e il punto fermo è lui, il classe ’94. Le uniche due sconfitte giungono per mano di Juventus (1-0) allo Stadium e Roma (1-3) a San Siro, ma per il resto Gagliardini contribuisce alle vittorie che risollevano i nerazzurri segnando anche due gol (nelle goleade contro Cagliari e Atalanta). Il pari di Torino rompe l’incantesimo, ma il bergamasco è in campo anche con l’Inter in vantaggio 1-0 sulla Sampdoria.
L’Inter senza Gagliardini
Al 45’ Pioli è costretto al cambio per una distorsione che obbliga il nuovo arrivato a restare fermo ai box per un turno. L’Inter viene ribaltata dalla Samp e perde anche contro il Crotone. Non può essere un caso e un altro dato a riprova di questa tendenza è la Coppa Italia. In Inter-Bologna Gagliardini è rimasto sul terreno di gioco 120’ e i nerazzurri si sono imposti 3-2. Nel turno successivo, i quarti di finale, era in panchina e la squadra è stata eliminata per 1-2 dalla Lazio. Tre sconfitte su tre considerando anche il secondo tempo con i blucerchiati, una conferma evidente della sua imprescindibilità nello scacchiere della Beneamata.
Chiacchiericcio senza senso, testa solo al derby
Smaltita la distorsione, Gagliardini è pronto a riprendersi il suo posto nella zona nevralgica in un match delicatissimo, la stracittadina milanese. Non sono solo i numeri a decretare la sua importanza, ma quelle caratteristiche uniche che può mettere a disposizione del centrocampo dell’Inter. Nelle due fasi nessun altro può garantire il suo rendimento e per questo dovrebbe rappresentare il presente e il futuro dell’Inter. La squadra da oggi andrà in ritiro in vista del derby di sabato (ore 12.30) e la sfida contro il Milan, in un momento così complicato, mette in palio molto: le residue speranze europee, il prestigio, la supremazia cittadina e una fetta di futuro. Quel futuro che i nerazzurri dovranno impostare su profili alla Gagliardini, chiamato a tapparsi le orecchie e a pensare solo alle cose serie. Delle chiacchiere da bar di chi non gli perdona la partita vista allo Stadium da spettatore, al grido di “con noi hai chiuso", non se ne curi. Non sono quelli i tifosi a cui dovrà dedicare il prossimo gol.
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