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Da 0 a 10, il Pagellone della 5a giornata di Serie A

Alessandro Brunetti

Aggiornato 21/09/2017 alle 10:36 GMT+2

Da un Napoli che viaggia, sicuro, a ritmo Scudetto, a un Verdi in formato Nazionale, fino a una Serie A a 20 squadre ormai obsoleta e noiosa. L'Inter continua a non convincere, mentre a Roma si godono Kolarov da una parte, e rimpiangono la rosa cortissima per Inzaghi sulla sponda biancoceleste.

2017/18 Napoli Callejon

Credit Foto LaPresse

Voto 10... A un Napoli che non soffre più di vertigini

Un primo tempo di sofferenza, pura e vera. Quarantacinque minuti in cui le prime certezze di un Napoli da Scudetto sembravano già incrinate e messe in discussione. Poi la reazione, da grandissima squadra su un campo difficilissimo contro una formazione organizzata e psicologicamente a mille. Reazione da big appunto, da chi ha imparato a non soffrire di vertigini, e anzi si esalta quando arespira a pieni polmoni il profumo della vetta. La prestazione degli uomini di Sarri nella ripresa è scintillante, a tratti devastante e quasi sorprendente perché cancella con quattro gol (obiettivamente una punizione eccessiva per la Lazio, ndr) tutti i fantasmi della passata stagione, quando i partenopei erano soliti a cadere proprio sul più bello. Cinque vittorie su cinque, ennesima goleada, testa della classifica a braccetto con la Juve, e soprattutto la sensazione di potersela realmente giocare quest’anno.

Voto 9... Alla contagiosa voglia di stupire di Simone Verdi

Semplicemente devastante. A tratti imprendibile. Scintillante. Il 25enne talento del Bologna ha messo a nudo tutti i limiti della difesa interista, confermandosi come uno dei migliori talenti italiani a disposizione anche di un Ventura a caccia di assi in vista della lunga e tortuosa strada verso Russia 2018. Se continua così, perché no? E soprattuto difficile vederlo anche l'anno prossimo ancora a Bologna, ad attenderlo palcoscenigi ben diversi.

Voto 8... All’effetto Kolarov

Sarebbe infatti troppo facile parlare del solito Dzeko, già a quota 5 reti in altrettante partite. Perché se il bosniaco è il finalizzatore di una Roma che continua a crescere (anche se il banco di prova Benevento è stato obiettivamente poco testante), l’ex terzino del City è già un fattore determinante nella nuova creatura di Di Francesco. Un acquisto passato in silenzio quello del mancino classe 1986, che in cinque giornate di campionato ha già piazzato 2 assist, 1 gol e 1 autogol procurato. Acquistato per soli 5 milioni di euro, Kolarov si è subito inserito nello spogliatoio giallorosso e nei meccanismi del nuovo tecnico. A oggi il miglior laterale mancino del nostro campionato, e probabilmente il miglior acquisto dell'estate.

Voto 7... A un Toro scatenato

Concedeteci la citazione cinematografica proprio nel giorno della scomparsa del mitico Jake LaMotta. La squadra di Mihajlovic passa a Udine, soffrendo, ma incornando a più riprese l’avversario grazie all’infinità qualità di un reparto offensivo che ha pochi eguali nel nostro campionato. Peccato per quelle solite, frequenti e complesse amnesie difensive che rendono tutto maledettamente più complicato. Curate quelle, il Toro si potrà togliere tantissime soddisfazioni quest’anno.

Voto 6... All’Atalanta che ne fa 5, quasi 6...

Perché potevano essere sei le reti segnate da una Dea esagerata, capace di maltrattare il povero Crotone. Solo VAR ha annullato (giustamente) il gol nel finale di Orsolini. La formazione di Gasperini conferma di essere devastante in casa, e di poter ambire a un ruolo di outsider anche in questa stagione.

Voto 5... A un’Inter che assomiglia tanto a quella di Pioli

Due punti persi, o uno guadagnato? I nerazzurri tornano dalla trasferta di Bologna con molti dubbi in più. Perché l’1-1 acciuffato grazie al rigore di Icardi ha spazzato via tutte le certezze acquisite da Spalletti nelle prime 4 giornate (e i relativi 12 punti in classifica), anche se a Crotone erano scattati i primi campanelli d’allarme. La squadra è tosta, ma ci sono ancora dei limiti evidenti: il terzino sinistro in primis, oltre al fatto che Joao Mario è sempre più un pesce fuor d’acqua nel ruolo di ‘assaltatore’. Spalletti non ha jolly in panchina per cambiare passo e peso specifico al suo attacco, e a tratti la squadra scesa a Bologna è sembrata la fotocopia di quella che l’anno scorso con Pioli aveva illuso tutti con una lunga rincorsa figlia di successi centrati con nervi e invidualità, ma crollata alle prime difficoltà. A Spalletti il compito di trovare, in fretta, alternative e soprattutto evitare nefasti naufragi alle prime ondate del campionato.

Voto 4... A una Udinese sempre più in crisi

Quattro come le sconfitte, su cinque partite, in questo campionato che si sta dimostrando sempre più complicato per i friulani. Attacco nuovo che fa il suo, anche se a singhiozzo e dove il solo Lasagna conferma di essere un acquisto azzeccato (a differenza di un Maxi Lopez ampiamente insufficiente), ma è la difesa a fare acqua da tutte le parti. Se poi ci si mette pure Scuffet a fare papere, la situazione rischia di precipitare.

Voto 3... Alla rosa corta della Lazio

Ovviamente non è una critica a Simone e Inzaghi e a una Lazio perfetta per 45’ e capace di ingabbiare il grande Napoli di Sarri. Quindi non è un 4 alla prestazione, ma a un condizionamento oggettivo. I limiti strutturali dei biancocelesti però sono sotto gli occhi di tutti: la rosa è cortissima, e in una stagione con l’Europa League rischia di essere un peccato mortale. Anche perché così il tecnico ha poche alternative e deve spremere tutte le forze, poche appunto, a disposizone. Risultato? La squadra termina in 10 causa i tanti infortuni che mandano ko i giocatori biancocelesti. Anche perché resta la curiosità di capire, e scoprire, cosa potrebbe fare ancora il tecnico laziale (dopo la passata splendida stagione) con una rosa più profonda e di qualità.

Voto 2... Allo scialbo 0-0 di Hellas Verona-Sampdoria

Poche emozioni, tanti rimpianti, ma almeno la squadra di Pecchia smuove leggermente la classifica. Poco male in un campionato dove ci sarà comunque da sudare per restare aggrappati al treno salvezza. Troppo poco però, anche da parte di una Samp che fallisce un esame importante per confermarsi non solo squadra da mezza classifica, ma per fare un salto in avanti e ambire a lidi europei.

Voto 1... al Benevento sempre a quota 0 punti

Un voto in meno rispetto al Crotone semplicemente perché la squadra di Baroni è ancora zavorrata a quota zero punti dopo cinque partite. Certo, la Roma non era certo il cliente più semplice, ma il 4-0 interno ha confermato le impressioni delle prime uscite. La matricola campana ha evidenti e macrospocici limiti e problemi difensivi, oltre a una difficoltà concreta ad arrivare al gol. Basta pensare che l’ultimo, e unico sigillo, realizzato da Ciciretti è arrivato al 15’ della prima giornata (nel 2-1 di Genova con la Samp). Così, senza troppi giri di parole, si torna dritti in Serie B, e senza nemmeno passare dal ‘Via’.

Voto 0... Alle 20 squadre di Serie A

Altro giro, altra giornata, altra convizione che ormai è sempre più una certezza. Partendo proprio dai discorsi Benevento e Crotone, è sempre più evidente come il nostro campionato sia nettamente spaccato in due, e come certe squadre non siano obiettivamente attrezzate per affrontare le altezze del massimo campionato. Non ce ne vogliano né club né tifosi, però obiettivamente a questi ritmi a farne le spese è solamente lo spettacolo e la competitività del nostro campionato. Urge una sterzata repentina e netta, e tornare al più presto a 18 squadre. Certo, gli interessi sono tanti, la strada dunque resta lunga e tortuosa.
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