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Inter: da Spalletti a Icardi i possibili scenari con o senza Champions League

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DaEurosport

Pubblicato 01/05/2018 alle 14:10 GMT+2

Dalla qualificazione all'Europa che conta passa il futuro nerazzurro: l'argentino, ma anche Perisic e Skriniar, potrebbero essere sacrificati sul mercato mentre i riscatti di Rafinha e Cancelo diventerebbero proibitivi se sarà solo Europa League. Spalletti, sul banco degli imputati dopo il cambio Santon-Icardi in Inter-Juve, ha una posizione più solida ma se non dovesse centrare l'obiettivo...

Luciano Spalletti e Mauro Icardi - Inter - Serie A 2017-2018

Credit Foto Imago

Impossibile non ripartire da lì, dal cambio al minuto 85 di Inter-Juventus. A bordocampo alcuni colleghi dicono che Icardi aveva chiesto la sostituzione, le immagini sembrano suggerire l'esatto contrario con l’argentino stanco ma sorpreso di dover uscire nel momento più delicato. Poco importa. Nei minuti finali della gara più importante non conta più il ruolo di un giocatore: gli schemi sono saltati da un pezzo e contano carisma, testa e attributi. Ecco perché inserire Santon è stato il più grande autogol che Spalletti potesse fare, un errore madornale che il tecnico ha pagato con la sconfitta e che ha ammesso nel post partita:
La sostituzione è stata sbagliata e ne pagherò le conseguenze
Può bastare un cambio a mettere in discussione la panchina di un allenatore? Se una sostituzione sbagliata equivale a un fallimento, vale a dire il mancato raggiungimento dell’obiettivo stagionale - la Champions League - la risposta è affermativa. Spalletti ha tre partite per fare bottino pieno confidando in un rallentamento della Lazio che possa dare un senso all’ultima partita di campionato all'Olimpico. Non dipende più solo dall’Inter, ma una reazione dovrà passare giocoforza da Udine, dove un'eventuale vittoria metterebbe un po' di pressione ai biancocelesti.

Icardi e una Champions mai giocata

Le lacrime di capitan Icardi testimoniano attaccamento e quando il capitano dice di voler disputare la Champions con l’Inter parlando del legame con Milano, non mente. C’è, però, la realtà dei fatti con cui è obbligatorio fare i conti. I soldi dell’Europa dei grandi, competizione che i nerazzurri hanno salutato nel 2012 con Ranieri in panchina, sono fondamentali e senza i 40 milioni che entrerebbero nelle casse della società, il progetto dell’Inter subirebbe uno scossone. Le offerte per Icardi non mancheranno. Al momento la clausola è di 110 milioni di euro e queste cifre non spaventano squadre come Real Madrid e PSG. Un’eventuale vetrina al Mondiale inciderebbe in questo senso e senza convocazione in Russia le pretese del clan Icardi non potrebbero essere le stesse, ma oltre al Fair Play Finanziario, con cui l’Inter dovrà fare i conti per un’altra stagione, ci sono anche i desideri di un attaccante da quasi 30 gol in campionato da considerare. A 25 anni il bomber di Rosario può giustamente ambire al palcoscenico della Champions, ma l’Inter non può permettersi di vendere il suo miglior giocatore se vuole tornare grande. Si entra in un circolo vizioso, ancor più intricato della richiesta di Wanda Nara di 8 milioni di euro di ingaggio, ancora lontana dai 6,5 più bonus messi sul piatto dalla società cinese.

Non solo Icardi: gli altri 'sacrificabili' se sarà solo Europa League

Gli altri due uomini che potrebbero rimpinguare le casse sono Perisic e Skriniar, ma è più semplice ipotizzare un addio del croato, già sacrificabile la scorsa estate, rispetto a quello dello slovacco, rivelazione di questa annata. Le cessioni dei vari Joao Mario, Kondogbia e Nagatomo porteranno un po’ di ossigeno, ma non abbastanza per riscattare sia Rafinha che Cancelo, per i quali ci vogliono una settantina di milioni, a meno che non vengano rinnovati i prestiti, cosa finora non contemplata da Barcellona e Valencia. Sono questi i nomi strettamente legati al raggiungimento del quarto posto, pedine preziose che con l'aggiunta di Lautaro Martinez e i probabili arrivi di de Vrij e Asamoah renderebbero credibile il nuovo progetto.
picture

Miranda, Rafinha e Cancelo - Inter - Serie A 2017-2018

Credit Foto Getty Images

La posizione di Spalletti

Se sarà Europa League, invece, i cinesi imporranno altri freni, cosa di cui Walter Sabatini si era reso conto mesi fa arrivando alle recenti dimissioni. La posizione di Spalletti, in tal caso, sarà anch’essa da valutare: l’Inter ha dieci punti in più rispetto a un anno fa, ma una squadra che a inizio dicembre era prima in classifica e che nel girone di ritorno ha avuto un rendimento da ottavo posto, finendo alle spalle della Lazio sarebbe costretta a prendere atto del fallimento dell’obiettivo dichiarato. Anche i dirigenti rischiano, più Gardini di Ausilio, ma entrambi sono in discussione: tutti lo sono e, malgrado le parole di conforto di Steven Zhang, certe riflessioni sono già cominciate da quel fatidico minuto 85.
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