Inter, il ritorno in Champions della "Pazza" in una gara e una stagione folle: ora viene il bello
DaEurosport
Aggiornato 21/05/2018 alle 14:55 GMT+2
I nerazzurri conquistano l'obiettivo stagionale e tornano nell'Europa dei grandi a sei anni di distanza dall'ultima volta: un epilogo da brividi degno della storia della Beneamata in un'annata a tratti priva di logica e sempre piena di stravolgimenti. Ora arriva il bello e il difficile: il primo passo verso il futuro è stato fatto, ma bisogna lavorare sulla base tecnica e alzare l'asticella.
Emozioni da Inter! Torniamo dove meritiamo!
Javier Zanetti, vicepresidente dell’Inter ma eterno capitano nerazzurro per antonomasia, celebra così il raggiungimento del quarto posto e della Champions League. A inizio stagione era questo l’obiettivo dichiarato e i nerazzurri l’hanno centrato. In mondo banale, con un copione lineare e scontato? Assolutamento no, non sarebbe stato da Inter.
Un’annata iniziata nel migliore dei modi e un primo posto in classifica assaporato dopo Inter-Chievo d’inizio dicembre avevano indotto la critica a spingersi oltre ogni più rosea previsione: “Inter competitiva fino alla fine per lo Scudetto”. I più attenti, però, avevano individuato le lacune di una rosa da migliorare e la mancanza di ricambi all’altezza pur giocando una sola competizione.
Chi si è voluto quindi avventurare in pronostici azzardati è stato smentito dai fatti, ma dovremmo dire anche dalla tradizione: chi conosce l’Inter sa che nulla è mai normale e la bufera è arrivata tra dicembre e febbraio, un paio di mesi in cui, complice l’infortunio di Icardi, la squadra è sprofondata in prestazioni insufficienti e depressione generale.
Il finale di stagione è poi un capitolo a parte. I due punti persi nel derby e i passi falsi con Torino e Atalanta hanno complicato la lotta al quarto posto, il ribaltone subito dalla Juventus ha scosso l’ambiente e il ko con il Sassuolo sembrava la mazzata definitiva. Invece, l’assist è arrivato da Walter Zenga che non è riuscito a salvare il suo Crotone ma ha fermato la Lazio dando la possibilità alla squadra del suo cuore di riscrivere ancora una volta il finale nello spareggio dell’Olimpico: una partita dai mille volti, dove la Champions sembrava sfumata e tinta di biancoceleste a più riprese fino a un finale folle, un epilogo da “Pazza”.
Nella maniera meno logica i nerazzurri hanno battuto la Lazio di Inzaghi e l'hanno fatto a Roma per la prima volta all’ultima giornata di campionato nella storia della Serie A, mentre in passato erano arrivate solo cocenti delusioni. L’uomo del 4-2 nel famoso 5 maggio 2002 è triste e sconsolato e il popolo interista in delirio. Questa qualificazione alla Champions League (dove la squadra sarà inserita in quarta fascia), palcoscenico atteso per ben sei anni, è figlia degli scontri diretti: l’Inter ha perso troppi punti con le cosiddette provinciali, ma è sempre stata grande con le grandi.
È figlia anche di alcune scelte di mercato azzeccate: da Skriniar, la roccia della difesa, a Cancelo, un terzino che è merce rara nel panorama calcistico mondiale passando per Rafinha, un uomo che ha capito in pochi mesi cosa significa essere interisti. Perfino Matias Vecino, spesso criticato, si è rivelato decisivo con il gol del 2-3 all’Olimpico, una rete da 40 milioni di euro. La conferma è stata Icardi, capocannoniere in coabitazione e, se vorrà, protagonista nella sua prima Champions League in carriera. Infine Brozovic, il croato che sbuffava, messo nella posizione giusta da Luciano Spalletti e perno del centrocampo. È stata forse questa la più grande scommessa vinta dal tecnico che con il cambio Santon-Icardi in Inter-Juve si era attirato molte antipatie. Il risultato finale, però, gli dà ragione e il rinnovo di contratto diventa una formalità.
La base tecnica è solida e i primi rinforzi (de Vrij, Asamoah e Lautaro Martinez) sono un buon punto di partenza. Ora, però, l’imperativo è il riscatto di Cancelo e, se bisognerà scegliere tra lui e Rafinha, sarebbe logico dare la priorità al terzino, ruolo molto più delicato e povero di grandi alternative anche sul mercato. Molto passerà dalla conferma del capitano (che vuole un ritocco dell’ingaggio), ma il primo reparto su cui intervenire è il centrocampo. Spalletti voleva il famoso “assaltatore” alla Nainggolan: verrà accontentato? L’ultima partita della stagione è stata il primo passo per l’Inter del futuro: il prossimo è non disperdere questa preziosa eredità e alzare l’asticella.
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