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Juve-Toro: alla ricerca dell’Higuain perduto, un derby molto "vicino"

Roberto Beccantini

Aggiornato 22/09/2017 alle 08:14 GMT+2

La Juventus arriva col pensiero del doppio impegno (c'è anche la Champions League) mentre Sinisa Mihajlovic deve risolvere dei dubbi e si presenta al derby imbattuto in campionato: il vostro pronostico?

Higuain

Credit Foto Getty Images

La Juventus, sempre vittoriosa, ha tre punti in più di un anno fa, il Toro sei: il derby nasce così. E domani sera sarà un bel derby, visto come girano gli attacchi. L’ultimo finì 1-1 e venne firmato da una punizione di Ljajic, splendida, e da un colpo di bisturi di Higuain, letale già all'andata. Ricominciamo da qui. Ljajic trequartista è un’arma in più, e che arma, se saprà evitare lo stretto superfluo. Il Pipita è vivo, ma poco nel vivo. Ha smarrito la magia, forse il morale. Non credo a una crisi senza via di uscita, ma credo anche che solo lui possa trovarla, l'uscita. Allegri non ha cambiato schemi: Cuadrado farfalla di destra, Mandzukic camion di sinistra, Dybala con licenza di «uccidere», alla zerozerosette.
Si gioca allo Stadium, teatro dell’edizione che, a maggio, spezzò la striscia di 33 vittorie consecutive della Juventus. Molto pesò l’espulsione di Acquah. Mihajlovic ha ribaltato la difesa, portiere compreso, e guarnito l’attacco con Niang. La conferma di Belotti è stato un segnale forte, non meno dell’esplosione del serbo. Il 4-2-3-1 si regge sui numeri - balistici, anche - di Baselli e sulla «garra» di Rincon.
Il Toro è imbattuto e viene dal successo di Udine che, al netto degli episodi e di una fase di «non possesso» (?) non proprio impeccabile, incarna le virtù e i difetti dell’idea che lo anima. Piano piano, sta prendendo coscienza di sé. L’Europa League, in un campionato così spaccato, deve essere un progetto, non una tombola. La Juventus, da parte sua, ha liquidato di misura la Fiorentina. Il turnover di Allegri era legittimo, come legittimo è stato il «riposo» di Dybala, ingabbiato dal fitto centrocampo di Pioli. Non si può sempre pasteggiare a triplette. E, soprattutto, non si può sempre chiedere al tenore di nascondere l'avarizia del coro.
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2017/18 Torino Belotti

Credit Foto LaPresse

E’ tornato al gol Mandzukic, colui che, deportato a sinistra, segnò la svolta dell’ultima stagione: in classifica e in Europa. La Juventus di questo scorcio esce ogni tanto dalla partita, sono pisoli che il tasso tecnico superiore ha ridotto fin qui a piccoli brividi. Occhio, però, a non esagerare. Quando l’avversario sale di livello, sono dolori: 2-3 con la Lazio in Supercoppa, 0-3 a Barcellona. E anche mercoledì sera, con la Fiorentina che pure non ha mai tirato in porta, dopo il rosso a Badelj la squadra in undici sembrava la squadra in dieci.
Allegri deve far fronte agli straordinari di Champions (Olympiacos in casa), e a un Napoli che marcia a quasi quattro gol a gara. E poi questo Toro, meno seduto degli ultimi, cerca il salto di qualità, che è sempre il più complicato, salto che nessun risultato come una vittoria sulla Tiranna potrebbe fargli fare. Due i dubbi per Mihajlovic: Lyanco-Moretti e Ansaldi-De Silvestri.
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Mandzukic Juventus Fiorentina

Credit Foto LaPresse

Aspettatevi una trama disordinata, senza le attese e le pretese delle partite a scacchi. Allegri sgancerà i titolarissimi, da Alex Sandro a Chiellini. Sappiamo quanto pesi Belotti, oggi, ma non più quanto valga Higuain. Ci saranno dei gol, vedo favorita leggermente la Juventus (2-1). La Juventus «con» Dybala e non solo «di» Dybala. Perché, se così fosse, al Toro si aprirebbero sentieri che la vena, la fama e la storia potrebbero trasformare in autostrade.
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