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Juventus, il pagellone del 7° Scudetto di fila: Douglas Costa domina, Higuain decisivo

Enrico Turcato

Aggiornato 14/05/2018 alle 12:27 GMT+2

Diamo i voti ai protagonisti bianconeri in questa settima cavalcata tricolore consecutiva. Il migliore è l'ala brasiliana, ma determinanti anche Khedira e Higuain. Dybala ha segnato gol pesanti, Matuidi "elemento chiave", Szczesny ha convinto, Cuadrado arma duttile. Allegri sa solo vincere, tra i bocciati Alex Sandro, Rugani e Marchisio

Douglas Costa Dybala Higuain Juventus 2018

Credit Foto Getty Images

Ecco tutti i voti ai giocatori bianconeri. Precisiamo che la valutazione tiene conto solo del campionato e non delle altre competizioni giocate dalla Juventus.

Portieri

Wojchech SZCZESNY 7 - Promosso alla prima stagione in bianconero. Più che vice-Buffon, un “secondo” di lusso. Ogni volta che è stato chiamato in causa, si è dimostrato all’altezza della situazione. La perla? L’uscita su Schick al 90’ di Juventus-Roma. Il futuro tra i pali è lui.
Gianluigi BUFFON 6,5 - Diciamo che l’ultimo campionato di Gigi Buffon con la maglia della Juventus non è stato da vero Gigi Buffon. Il rigore parato alla prima giornata a Farias del Cagliari resta uno dei pochi guizzi alla sua altezza. Una stagione “normale” per un fenomeno abituato a stare su livelli paranormali. Pochi errori, ma anche rari interventi degni della sua fama. Resta il portiere più forte della storia del gioco, un leader maximo dello spogliatoio, che è arrivato al momento dei saluti con un altro titolo e con la consapevolezza di non poter fare più la differenza come in passato.
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Daniele Rugani, Gianluigi Buffon e Kwadwo Asamoah

Credit Foto Getty Images

Difensori

Giorgio CHIELLINI 7 - Quando all’inizio la Juventus barcollava, sembrava fosse anche per colpa dei suoi passaggi a vuoto. Invece Chiellini si è rimesso presto sui binari giusti, ha inanellato prestazioni del suo spessore e in tandem con Benatia ha formato per mesi una delle coppie migliori del campionato. Affamato, bendato, duro e tignoso. Come sempre.
Kwadwo ASAMOAH 7 - Una delle sorprese del campionato bianconero. Sorprendente più che altro per la continuità di rendimento da terzino. Positivo, con personalità, bravo a farsi trovare pronto durante le lunghe pause mentali di Alex Sandro. Un sostituto che nel corso della stagione si è praticamente preso il posto da titolare. Più che una semplice alternativa, insomma. È ai saluti anche lui e lascerà sicuramente un buon ricordo.
Mehdi BENATIA 6,5 - La distrazione su Koulibaly al 90’ di Juve-Napoli poteva costare lo Scudetto alla Juventus. Gli toglie almeno mezzo voto. Ma in generale il campionato del centrale marocchino è stato di alto livello. Ottimo il feeling con Chiellini, spiccata la personalità con la quale ha affrontato situazioni intricate. L’integrità fisica è stata la stessa del primo anno alla Roma. La partenza di Bonucci è pesata meno anche per merito suo.
Stephan LICHTSTEINER 6 - Come Buffon e Asamoah, saluterà anche lui la Juventus a fine stagione. Paradossalmente le sue prove migliori sono arrivate in Champions contro Tottenham e Real, in entrambe le gare di ritorno. Il campionato è stato susseguirsi di prestazioni sufficienti. Meno trascinatore che in passato, ma sempre affidabile. Anche lui verrà ricordato a lungo per questo ciclo fantastico in bianconero.
Mattia DE SCIGLIO 6 - A metà campionato sembrava aver trovato la sua dimensione. La gioia del primo gol in A contro il Crotone e una serie di partite positive. Poi i problemi fisici lo hanno frenato e limitato. Non ha ancora tolto del tutto i dubbi che si erano palesati tra tifosi e addetti ai lavori al momento del suo arrivo a Torino.
Andrea BARZAGLI 5,5 - Onesti? Il peggior campionato di Barzagli con la Juventus. Etichettarlo come tanti hanno fatto con il termine “finito” è ingiusto verso un professionista serio, che ha sempre dato il massimo per questa società. Diciamo però che da tempo Barzagli non è più il difensore ammirato in passato. E la Serie A 2017/18 lo ha confermato.
Daniele RUGANI 5,5 - In estate si pensava potesse essere la stagione della definitiva consacrazione. E invece no. Rugani ancora rimandato. Alcune prestazioni incolore (trasferte con Samp e Inter, gara recente con il Bologna), sempre poco utilizzato da Allegri, che gli ha spesso preferito Benatia. Iniziano ad esserci perplessità sul suo futuro alla Juventus: avrà mai la personalità per ritagliarsi un ruolo di primo piano in bianconero?
Alex SANDRO 5 - Se dobbiamo scegliere un “peggiore” in questo fortissimo gruppo tricolore, puntiamo il dito su di lui. Più che altro per le aspettative e per quanto aveva fatto vedere nel 2016/17. Invece un Alex Sandro svagato, distratto (dal mercato), impaurito. Irriconoscibile a tal punto da rischiare anche la convocazione per il Mondiale con il suo Brasile. Male.
Benedikt HÖWEDES SV - Non si può valutare un giocatore che ha giocato solo 3 partite di campionato (segnando per altro anche un gol). Un problema fisico dietro l’altro, ha trascorso più tempo in infermeria che sul campo di allenamento a Vinovo. Ingiudicabile.
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Sami Khedira Udinese Juventus 2017

Credit Foto LaPresse

Centrocampisti

Sami KHEDIRA 8 - Protagonista silenzioso. A volte criticato (a torto) per la poca partecipazione al gioco bianconero. In realtà tatticamente fondamentale e fisicamente determinante. La tripletta di Udine, il gol al Bologna e la partita contro il Milan al ritorno sono i picchi di una stagione da record sotto il punto di vista realizzativo (9 reti non le aveva mai segnate in carriera in un singolo campionato). Sami parla poco, ma risponde sempre presente. Chi non ne capisce l’importanza, inizi a prendere in considerazione altri sport.
Miralem PJANIC 7,5 - Il calo nel finale non altera la valutazione complessiva. Con la stessa eleganza con cui il regale Evgeni Plushenko pattina sul ghiaccio, Pjanic ha preso per mano e guidato la Juventus nei momenti topici del campionato. Artista del pallone, gestore ideale del possesso allegriano, cecchino su punizione. Un cardine di questa Juve.
Blaise MATUIDI 7,5 - Elemento chiave. Molto più che una “riserva”, come tanti lo consideravano alla sui arrivo a Torino. Con lui in campo Allegri ha potuto plasmare quel 4-3-3 che alla fine ha fatto la differenza. Non bello da vedere, quantomeno stilisticamente, ma prezioso, utile, generoso, duttile. Un guerriero.
Juan CUADRADO 7 - I due lunghi mesi di assenza hanno privato la Juve di un giocatore speciale. Uno che porta brio, freschezza, cambio passo, velocità. Uno che segna gol pesanti (Milan, Benevento, mezzo con l’Inter) e non lo fa pesare. Un esterno alto che Allegri ha imparato ad apprezzare e valorizzare, provando nel finale anche ad adattarlo terzino. Esperimento riuscito.
Rodrigo BENTANCUR 6 - Sufficienza di stima. Nel campionato di esordio in bianconero ha fatto intravedere, pur giocando complessivamente poco (meno di 20 presenze, cinque da titolare), qualità importanti. Ha senso della posizione e abilità nell’interdizione. E sa giocare la palla. Non è ancora un giocatore completo, ma può diventarlo.
Claudio MARCHISIO 5,5 - La Juve lo aveva tenuto in estate, considerandolo principale alternativa o titolare aggiunto nel folto centrocampo bianconero. Marchisio non ha rispettato le attese. Tanto da costringere Allegri a preferirgli spesso Bentancur. Leader morale, ma in campo ben al di sotto dei livelli passati. Dovrà valutare con attenzione il da farsi, perché trovare spazio nella Juve del futuro pare molto complicato.
Stefano STURARO 5 - Abnegazione, dedizione, impegno e serietà non si discutono. Ma non è un giocatore da Juventus. Errare humanum est, perseverare diabolicum.
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Esultanza Higuain, Matuidi, Inter-Juventus, Getty Images

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Attaccanti

Douglas COSTA 9 - L’uomo Scudetto. Prigioniero della “legge Allegri” nella prima parte di stagione: finché non conosci l’ambiente Juve, giochi poco. Poi a gennaio il salto di qualità: ha preso per mano la Juventus a suon di gol e assist (ben 12, di cui 7 subentrando a gara in corso) nel momento clou del campionato. Una freccia mancina, imprendibile palla al piede, cultore del dribbling e del cambio passo. Un fuoriclasse.
Gonzalo HIGUAIN 8 - Doppietta a San Siro contro il Milan, gol (con esultanza) da ex al San Paolo, rete del 2-3 nel match cruciale contro l’Inter. Lampi di classe nelle partite che più contavano. Meno prolifico rispetto alle scorse stagioni (non arriverà a 20 gol), ma rigoroso nel segnare gol tanto pesanti quanto decisive e generoso nell’adatttarsi spesso a un modo di giocare poco consono alle sue qualità di killer d’area di rigore. Uno dei simboli di questo Scudetto bianconero. Il Pipita non tradisce mai.
Paulo DYBALA 7,5 - Pesano nella valutazione i rigori sbagliati all’ultimo con Atalanta e Lazio (3 punti lasciati) e le prove insufficienti contro Crotone e Napoli al ritorno. Però Dybala ha ancora una volta dimostrato di essere uno degli uomini cardine della Juventus. Alcune partite vinte quasi da solo (trasferte con Genoa, Verona e Lazio), gli assist per Higuain a Napoli e Milano (sia contro Milan che Inter), le prodezze su punizione. Si è spento in un frangente delicato, ma poi si è ripreso. E il conto totale dice comunque 22 gol. Le critiche rimangono inopportune.
Federico BERNARDESCHI 6,5 - La promozione arriva anche per uno di quelli su cui si fonderà il prossimo ciclo bianconero. Voto non troppo alto per due motivi: 1) si è fatto male nel momento cruciale del campionato. 2) non è sempre stato utilizzato con continuità, soprattutto nelle gare importanti. Però da Bernardeschi sono arrivati raggi di luce (SPAL, Firenze, Bergamo). Pare avere le qualità morali e atletiche per essere protagonista anche in bianconero.
Mario MANDZUKIC 6,5 - Meglio in Champions che in campionato. Essendo queste le pagelle del settimo Scudetto di fila, non possiamo stare troppo alti con la valutazione del gigante croato. Pochi gol e anche poche prestazioni da vero Mandzukic. Ha pagato infortuni e turnover, tenendosi più per le serate europee. I tifosi lo ameranno e lo rispetteranno sempre, per tutto quello che ha dato alla Juventus.
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Massimiliano Allegri Douglas Costa Inter Juventus 2018

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Allenatore

Massimiliano ALLEGRI 7,5 - Aveva a disposizione la squadra più forte e ha vinto. Ma vincere non è mai banale, soprattutto per la gestione di uno spogliatoio con tanti campioni e per le pressioni continue che comporta l’essere allenatore della Juventus. Chiude oltre i 90 punti, con il record di gol segnati, dopo aver vinto a Milano due volte, a Roma con la Lazio e a Napoli. Con il quarto Scudetto vinto su quattro. La Juventus non gioca bene? Douglas Costa doveva giocare di più? Può darsi, ma sembrano chiacchiere al cospetto di cotanta supremazia. Max ha vinto ancora e lo ha fatto contro uno dei migliori Napoli di sempre.
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