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L'equivoco Dybala: dove nel 4-3-3? Allegri ci pensa, ma col Napoli 'la Joya' rischia il posto

Simone Eterno

Pubblicato 20/04/2018 alle 15:12 GMT+2

A dicembre, con il nuovo modulo, l'argentino perse il posto per 3 partite consecutive. Poi, tra infortuni e scelte quasi obbligate, le gerarchie della Juventus si riscrissero quasi da sole. Ora però, con tutti a disposizione e dopo la grande notte di Madrid - miglior prestazione stagionale dei bianconeri - la domanda torna di attualità: dove gioca Paulo Dybala nel 4-3-3? Allegri ci pensa e...

Paulo Dybala, Massimiliano Allegri, Juventus 2018

Credit Foto Getty Images

“È un momento dove ci sono altri che meritano di giocare di più. Faccio delle scelte e Paulo è intelligente: ci sono tante partite, tornerà a farcele vincere”. Erano state queste le parole di Massimiliano Allegri nel momento più difficile della stagione di Paulo Dybala, ovvero quando lo scorso dicembre ne annunciava quella che sarebbe stata la terza panchina consecutiva; e per giunta nel big match con la Roma. La Juventus aveva finalmente ritrovato un po’ di equilibrio dal punto di vista tattico, coinciso, guarda caso, con il passaggio alla triade Khedira-Pjanic-Matuidi, vera chiave del ritrovato equilibrio bianconero.
Oggi, a poche ore ormai dalla sfida Scudetto di domenica sera contro il Napoli di Maurizio Sarri, il dubbio tattico torna a balenare dentro la testa di Massimiliano Allegri: cosa farne di Paulo Dybala?
La brutta serata di Crotone – coincisa con un rendimento sotto le aspettative di buona parte della squadra, oltre che di un centrocampo completamente rivoluzionato – ha visto in Dybala probabilmente il peggior interprete tra quelli in campo allo Scida. E nelle idee tattiche di Allegri sta ripassando un dubbio stagionale già palesatosi evidente a fine 2017, quando solo i successivi guai fisici di un attacco via-via decimato – compreso Dybala stesso – “aiutarono” il livornese nella scelta delle gerarchie offensive bianconere.
Tre panchine di seguito con Inter, Bologna e Roma, prima del rientro a Verona – una doppietta – e il successivo infortunio. Questo il cammino di Dybala fino al rientro in pianta stabile a febbraio, avvenuto però più per necessità che vera e propria virtù. Le lungodegenze di Cuadrado e Bernardeschi, il ko di Mandzukic, le condizioni fisiche mai perfette di Higuain. Qui dentro, le alternative, furono pochissime per Allegri, che trovò nel rientro di Dybala un’autentica manna che il gol nel finale con la Lazio, oltre che quello di Wembley al Tottenham e quello successivo al Milan, ne siglarono come una sorta di ritorno in pompa magna dell’argentino. Fino, ovviamente, al turning point: la notte di Torino contro il Real Madrid.
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Dybala si vede sventolato il secondo giallo dall'arbitro Cakir nei quarti di finale d'andata della Champions League tra Juventue e Real Madrid

Credit Foto LaPresse

Nel film della stagione juventina, il colpo di scena – nemmeno troppo improvviso, ma anzi già parzialmente svelato in dicembre – è nel ritorno di Madrid: ovvero la miglior prestazione stagionale – per distacco – della squadra di Massimiliano Allegri. Assenti? Paulo Dybala. Un caso? Forse no, come dimostrano gli attuali dubbi del tecnico per la scelta dei titolari col Napoli.
Madrid infatti resta nella memoria di Allegri e nell’antivigilia della sfida Scudetto l’allenatore è tornato a riflettere su un problema accantonato a gennaio. L’equivoco Dybala infatti dentro il 4-3-3 non è mai stato totalmente risolto; e posto che è con questo modulo che la Juventus meglio si è espressa in stagione – Khedira dominante in mezzo al campo, Pjanic più libero di ragionare e con meno pressioni fisiche dal punto di vista del ripiego difensivo, Matuidi sensazionale ingranaggio per far girare al meglio gli altri due – il ‘dove’ piazzare l’argentino dentro questo modulo continua a essere un argomento di discussione. Mandzukic infatti, pedina di ‘ostacolo’ a Dybala proprio per duttilità (e sotto-sotto pupillo di Allegri per le partite importanti) resta una soluzione preferita dal tecnico per la dedizione in fase difensiva e la fisicità in avanti, anche e soprattutto sui palloni alti (come visto a Madrid). Douglas Costa è finalmente diventato un intoccabile di questa Juventus (e non si capisce onestamente il perché Allegri ci abbia messo così tanto a capirlo...). E Higuain, nonostante non vada in gol da più di 500 minuti in campionato, è l’imprescindibile al centro dell’attacco. Qui dentro, e con questa conformazione, Dybala fa fatica. Potrebbe ipoteticamente essere il falso 9 al centro dell’attacco, ma Allegri in questa veste proprio non l’ha mai visto. Sugli esterni invece la Joya perde gli scontri diretti con gli altri, pagando il gap in velocità con due specialisti come Douglas Costa o Cuadrado, così come quello fisico con Mandzukic. Resta, evidente, quanto visto fin qui: un Dybala in versione ‘Crotone’, ovvero lontanissimo dalla porta e costretto largo all’altezza della mediana per venire a giocare palloni. Una soluzione che ha spesso penalizzato lui, così come la squadra, specialmente quando la Juventus affronta formazioni brave a intasare gli spazi.
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Allegri e Dybala, Benevento-Juventus

Credit Foto Imago

Non sarà chiaramente questo il caso del Napoli – che salirà a Torino per provare come al solito a proporre il suo calcio – ma il dubbio tattico Dybala c’è e balena evidente nella testa di Massimiliano Allegri, in quel continuo equivoco che tale resterà fino a fine stagione; e che soprattutto sarà protagonista dell’estate bianconera. Perché se c’è qualcuno che ha storto il naso più volte in questa stagione è proprio il 10 della Juventus. E sul mercato, le opzioni, non mancherebbero certo...
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