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Napoli-Juventus, tridenti a confronto: la giostra del gol sulla via dello Scudetto

Simone Eterno

Pubblicato 30/11/2017 alle 09:57 GMT+1

Nell'avvicinamento al big match di venerdì sera al San Paolo, l'analisi finale è dedicata agli attacchi: il momento di Insigne contrapposto a quello di Douglas Costa; la "crisi" realizzativa di Callejon come quella di Dybala; la grande incognita Higuain, il suo "sostituto" Mandzukic e l'intoccabile Mertens. I volti che più fanno sognare per una sfida che da questi piedi, alla fine, dovrà passare.

Dybala, Callejon

Credit Foto Getty Images

Napoli-Juventus, -1. Se nella logica il discorso è legato alle difese; se nella prartica la partita si giocherà in mezzo al campo; inutile sottolineare come nella fantasia, nella gioia, in quel che viene definito ‘bello del calcio’, Napoli-Juventus passerà anche da là: ovvero gli attacchi. Insigne o Douglas Costa, Mertens o Higuain (anche se probabilmente alla fine sarà Mandzukic), Dybala o Callejon.
Talento da vendere, cuori da infiammare, testa da mantenere al fresco, per una partita che inevitabilmente passerà dalla giocate di uno di questi sei.
Da un lato, la sinistra. Con l’ennesima contrapposizione di due momenti completamente differenti. Quello di Insigne, acclamato da Napoli – e recentemente rimpianto dagli italiani più in generale –, autentico intoccabile di Maurizio Sarri; e quello di Douglas Costa, colpo di mercato dell’estate bianconera ma fin qui – anche per le scelte tattiche di Allegri – mezzo oggetto misterioso di una Juventus che stenta a prendere il solito decollo.
Le ultime settimane di Insigne parlano da sole, con i gol a Milan e a Shakhtar a infiammare tanto la piazza quanto le polemiche relative alla Nazionale; quelle di Douglas Costa, invece, che finalmente sta iniziando a trovare il suo spazio in quel che è il suo ruolo naturale: l’esterno d’attacco a sinistra. Ottantacinque minuti col Barcellona e 90 con il Crotone: due partite di seguito, da titolare, con questo minutaggio, il brasiliano non le aveva ancora trovate in stagione. E complice i cambi di modulo e gli esperimenti di Allegri, in qualche modo sembra essere arrivato anche il momento dell’ex Bayern, che come tutte le nuove pedine di casa bianconera – Dybala e Higuain compresi – è dovuto passare dal purgatorio della panchina prima di trovare i suoi spazi. Che il Napoli costruisca a sinistra per finalizzare a destra è cosa ormai risaputa; che la Juventus possa trovare a sinistra quella superiorità numerica che troppo spesso non è arrivata in stagione da un relativamente spento Mandzukic, è una delle potenziali novità – e chiavi – della Juventus alla caccia di se stessa.
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Douglas Costa, Umtiti, Juventus-Barcellona, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Se a sinistra entrambe le squadre godono di relativa a salute, a destra si sorride un po’ meno. E’ il caso di José Maria Callejon, instancabile lavoratore della catena destra di Sarri, ma al tempo stesso uomo un po’ in ombra – ultimamente – dal punto di vista realizzativo. Quattro gol e 3 assist nelle prime 6 partite di campionato; un gol – e basta – nelle ultime otto. Un lato di campo solitamente utilizzato dal Napoli – come già sottolineato – per finalizzare le azioni costruite dalla catena di sinistra, che priva però di Ghoulam da un mese ha guarda caso un po’ bloccato gli automatismi che solitamente permettono a Callejon il classico taglio da destra al centro per venire a chiudere. E che – anche per questa ragione – hanno fatto calare il rendimento di un giocatore meno brillante del solito.
Sarri spera di ritrovarlo nella notte giusta, così come Max Allegri spera di ritrovare Paulo Dybala. Che – questa volta sì – vive almeno dal punto di vista del rendimento offensivo in termini numerici un momento identico a quello del suo diretto concorrente. Otto gol nelle prime quattro giornate; due nelle ultime 8. Dentro i problemi di una Juve alla caccia di una sua identità l’uomo che maggiormente ha pagato dazio è stato proprio l’argentino. Costretto spesso ad abbassarsi a “chilometri” dalla porta, a Dybala è stato chiesto di costruire più che di finalizzare. Qui dentro il buon Paulo si è spesso perso tra una Juventus che non girava, avversari che ne duplicavano marcature e triplicavano i contatti, e uno specchio della porta lontanissimo. A Napoli, in teoria, dovrebbe ripartire da destra in un ruolo ancora una volta non completamente suo. Vedremo se l’occasione, gli avversari – e la sua stessa squadra – gli permetteranno di tornare a essere incisivo come un tempo.
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Mertens e Dybala premiati al Gala del Calcio 2017

Credit Foto Getty Images

Infine i gol. Quelli dei bomber. Dries Mertens da una parte. E Gonzalo Higuain – o Mario Mandzukic – dall’altra. Nell’ultimo mese, in campionato, il belga si è un po’ spento. Una sola rete – quella al Sassuolo – a fronte delle precedenti 9 – e 3 assist – dall’inizio della stagione di Serie A. Ma Mertens, ormai trasformato in finalizzatore per ragioni di necessità trasformatesi senza dubbio in virtù, è l’altro punto cardine di uno schema di Sarri che in questo momento non prevede (anche per causa di forza maggiore) piani B. Il belga dovrà svoltare e svariare, insinuarsi e duettare in una difesa bianconera ancora alla ricerca della sua formazione ottimale.
Dall’altro lato del campo nel ribaltamento idealistico del terreno di gioco sulla linea di metà campo, Higuain (o Mandzukic). Uno dei dubbi della viglia bianconera, per un discorso di massima che però per argentino o croato non cambia di una virgola: gol. E’ a uno di questi due che Allegri si affiderà per tentare il colpaccio e rimettere le cose – almeno per come le hanno sempre conosciute alla Juventus in queste stagioni – a posto. Dopo un’inizio complicato Higuain si è sbloccato, riprendendosi nelle settimane più complicate la Juventus sulle spalle. Sarà influenzato dall’operazione alla mano? Impossibile a dirlo. Sarà lui il titolare? Forse Allegri, oggi, in conferenza stampa, ci chiarirà qualcosa in più. Ciò che è certo però è che l’eventuale “sostituto” Mandzukic ha fatto vedere le cose migliori della sua stagione proprio in quel ruolo di centravanti di cui fu ‘depredato’ dall’arrivo del Pipita, per una partita che perché no, nella mente anche del tecnico toscano, potrebbero riconsacrarlo nel ritorno alle orgini.
Le mille incognite di Napoli-Juventus passano dunque da situazioni, momenti e rendimenti di 6 – forse sette – protagonisti offensivi destinati come sempre a prendersi titoli e scena. Ventiquattrore al via di un quadro che si va via-via completando. Sotto a chi tocca. Vinca il migliore. Ma soprattutto buon Napoli-Juventus a tutti.
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