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Sarri gioca a nascondino ma il suo Napoli vale più del terzo posto
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Pubblicato 24/07/2017 alle 10:18 GMT+2
Il tecnico del Napoli fa pretattica e preferusce proseguire con un profilo molto basso: il Napoli però è una squadra ormai rodata, con equilibri consolidati, la migliore dello scorso girone di ritorno in quanto a punti fatti. Aver mantenuto tutti i migliori è un vantaggio da sfruttare subito per evitare una nuova falsa partenza.
Napoli Sarri
Credit Foto Imago
La squadra si è espressa benissimo nella seconda parte della scorsa stagione, ma non è scontato che si ripeta, perché nel calcio ci sono tanti aspetti che si rinnovano e possono mutare. E poi i numeri dicono che siamo arrivati terzi lo scorso anno e ci sono due club come Milan e Inter che stanno facendo un mercato importantissimo, credo sia una cazzata credere che siamo i favoriti, non ci voglio cascare.
Sarri dice che non ci casca. O semplicemente sa anche lui che il Napoli, mai come quest’anno, ha le basi per lottare per qualcosa di più di un posto in Champions. No, non stiamo dicendo che sia superiore alla Juventus, non lo è ancora, ma mai come prima può giocarsela quasi alla pari.
Questo perché il vissuto della scorsa stagione, specialmente della sua seconda metà, ci presenta il volto di un Napoli rodato, che funziona, che fa paura. E che può pensare allo scudetto. Però Sarri, forse, fa bene a volare basso perché è giusto che ogni allenatore lo faccia, a maggior ragione in una piazza facilmente esaltabile come quella di Napoli. Al terzo anno di legislatura, Maurizio Sarri sembra avere tra le mani un giocattolo che si muove pressoché alla perfezione. Non sono tanto i nomi a dare la spinta agli azzurri, quanto la forza del campo, gli equilibri, il gioco. Ed una crescita costante: il primo Napoli di Benitez mise insieme 78 punti, quello di Sarri ha toccato quota 82 al primo tentativo e 86 al secondo. Il Napoli di Sarri l’anno scorso ha saputo sopperire e trovare soluzioni alla partenza di Higuain e all’infortunio di Milik, è uscito rafforzato dalle varie problematiche di campo.
Ha ancora ragione Sarri, ma è nuovamente un finto problema. Essere gli stessi dell’anno scorso può solo che essere un punto a favore degli azzurri: statistiche alla mano, il Napoli è la squadra che ha messo insieme più punti nello scorso girone di ritorno, 48, cinque in più rispetto alla Juventus, ferma a 43. Numeri che certificano che il Napoli, pur con un solo vero acquisto come Ounas, può contare su equilibri e su certezze consolidate. Aver trattenuto i migliori, aver rinnovato i contratti di Insigne e Mertens, può solo che essere un punto a favore, un “avviamento” da iscrivere a bilancio per l’annata che verrà. C’è qualità di gioco, c’è coralità ma ci sono anche individualità importanti. Un vantaggio competitivo, almeno in partenza, che il Napoli non può non sfruttare rispetto ad altri anni, potendo evitare quelle partenze ad handicap che spesso hanno condizionato le sue stagioni.
Certo, ciò non significa che il Napoli non abbia bisogno di qualche ritocco: l’annata scorsa ha visto i partenopei subire 39 gol, dodici in più della Juventus campione d’Italia. Koulibaly, Chiriches, Albiol, Tonelli e Maksimovic sono i cinque centrali di difesa attualmente alle dipendenze di Sarri: c’è quantità, manca forse qualità nei ricambi più che nei titolari, e lo stesso Albiol non è più nel pieno della carriera. Chiriches, Tonelli e Maksimovic sono discrete riserve, non sufficienti a garantire il salto di qualità che serve. Forse l’unico mercato che serve, ora, è proprio nel pacchetto arretrato così come in porta, dove Geronimo Rulli potrebbe essere l’elemento giusto per prendere il posto di un non più irreprensibile Pepe Reina.
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