Schick alla Roma: quando il giocatore che non cercavi può farti fare il salto di qualità

I giallorossi erano alla ricerca di un esterno d'attacco che potesse rimpiazzare Salah, hanno inseguito Mahrez e alla fine hanno ripiegato sull'ex doriano: un affare da 40 milioni di euro che nasconde anche un certo numero di insidie per Di Francesco.

Patrik Schick

Credit Foto Getty Images

E fu così che la telenovela finì nel modo meno atteso. Con la firma di Patrik Schick per la Roma. In principio fu Juventus, poi Inter e anche Napoli. Senza dimenticarsi dei flirt all’estero con PSG e Borussia Dortmund. Ma, dopo mesi e mesi di trattative, visite mediche fallite e ripensamenti, il classe 1996 si è trasferito nella Capitale in un affare complessivo da 40 milioni di euro. Sarà la scelta giusta? È giusto porsi questa domanda, nell’interesse sia del giocatore che del club acquirente. Proviamo a rispondere.

Il mercato della Roma

Una rivoluzione conclusa in modo inaspettato

Se non è stato un mercato rivoluzionario, poco ci manca. La Roma - per ragioni di bilancio - ha perso tre colonne dell’ultimo corso tecnico. Fuori Szczesny, Rudiger e Salah. Dentro Kolarov, Karsdorp, Defrel e un poker di alternative da valutare: Moreno in difesa, Pellegrini e Gonalons a centrocampo, Under in attacco. Giunti al momento di concludere la campagna acquisti, però, Monchi e Di Francesco parevano concordi sulla necessità di arrivare a un esterno d’attacco che potesse giocare sull’out di destra rientrando sul piede mancino. Un giocatore ritenuto fondamentale dal tecnico per rimpiazzare Salah e mantenere intatta la struttura del proprio 4-3-3, un modulo che a Sassuolo faceva di Berardi la stella. Il giocatore designato era Mahrez, ma dopo il no del Leicester si è ripiegato su Schick. Un attaccante con potenzialità anche maggiori dell’algerino, però dotato di caratteristiche ben differenti.

Le possibili varianti per Di Francesco

Il tecnico giallorosso è ripartito dai fondamentali tattici a lui più cari. Un 4-3-3 organizzato e basato su un gioco corale destinato a richiedere tempo prima di poter essere applicato con gli automatismi ammirati a Sassuolo. Le difficoltà principali sinora incontrate consistono nello scarso dinamismo di una retroguardia abituata a difendersi più bassa, nell’inquadrare Nainggolan in una struttura più delineata e - ovviamente - nel rimpiazzare l’imprevedibilità offensiva di Salah.
Giudicando dal lavoro di questi primi mesi, potremmo dire che la Roma senza Schick si muoverebbe su queste coordinate. Certo, Di Francesco vorrebbe assicurarsi un centrale mancino oltre a Moreno. Ma il piano tattico sarebbe quello in grafica.
picture

La Roma senza Schick

Credit Foto Eurosport

L’inserimento di Schick, secondo la vulgata, prevederebbe la presenza del ceco sull’out destro offensivo al posto di Defrel. Ma, se è indubbio che l’ex doriano è un mancino, è altrettanto indiscutibile che – sinora – non abbia mai ricoperto quel ruolo in carriera. E, viste le caratteristiche atletiche, viene da pensare che molto difficilmente possa recitare il ruolo di un Berardi o di un Salah.
E dunque? Di Francesco potrebbe utilizzarlo alle spalle di Dzeko in un 4-2-3-1 che comporterebbe però l’uscita di scena di uno dei tre califfi di centrocampo (il reparto sulla carta meno discutibile di questa Roma).
picture

Il 4-2-3-1 con Schick

Credit Foto Eurosport

Ipotesi poco credibile. Al contrario, la via più percorribile sarebbe quella di un 4-3-1-2 con Schick nel ruolo di trequartista dietro a Dzeko. La mobilità e la disponibilità al sacrificio di Defrel permetterebbero alla squadra di adattarsi a un 4-4-2 in fase difensiva con l’allargamento dell’esterno ex Sassuolo. E, al contempo, Di Francesco potrebbe compensare la perdita di Salah avvicinando a Dzeko un giocatore dalle potenzialità devastanti come Schick. In alternativa, lo stesso modulo potrebbe essere utilizzato in chiave più difensiva. Con l'avanzamento di Schick in attacco, di Nainggolan sulla trequarti e l'inserimento di Pellegrini a centrocampo.
picture

Il 4-3-1-2 con Schick

Credit Foto Eurosport

Il problema? Di Francesco non ha mai utilizzato il 4-3-1-2. E, dunque, dovrebbe iniziare la propria avventura alla Roma con un’immediata correzione di rotta. Non il massimo.

Le conclusioni

L’affare Schick potrebbe facilmente divenire un caso di studio sul calciomercato italiano in genere. Un club parte da un’esigenza, finisce per soddisfarne un’altra. E, alla fine dei conti, spetta all’allenatore amalgamare un materiale tattico non necessariamente omogeneo o coerente. Poco conta che si tratti di una rosa di qualità o meno, il problema rimane e non è affatto limitato alla Roma. Come detto, è soprattutto un caso italiano. Che, spesso, comporta la dispersione di patrimoni economici e tecnici. Un rischio che Schick e la Roma correranno con questo trasferimento, come ha tra le righe avvertito il suo ex allenatore Giampaolo. Per Di Francesco, invece, sarà una prova nella prova. Nella propria avventura alla Roma e nella propria carriera da tecnico. Ci sono allenatori in grado di adattare i giocatori, allenatori che si adattano e allenatori che soccombono al peso delle responsabilità. Fra pochi mesi avremo un’idea più chiara di dove collocare l’ex mister del Sassuolo. In bocca al lupo.
Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità