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Inter, Icardi vs Lukaku: 'risultatisti' o 'giochisti'? L'eterno dilemma tra statistiche e sostanza

Matteo Zorzoli

Pubblicato 21/12/2019 alle 08:15 GMT+1

Le prestazioni opache dell'attaccante belga con Barcellona e Fiorentina hanno nuovamente diviso il tifo nerazzurro tra chi rimpiange Maurito, esiliato a Parigi, e chi sostiene il gigante di Anversa. Una diatriba che neanche i numeri riescono a risolvere: da una parte c'è il "killer instinct" dell'argentino, dall'altra il sacrificio e il gioco di squadra di Romelu. Chi ha ragione?

Icardi Lukaku, Inter 2019

Credit Foto Eurosport

Si sa, nel calcio basta una serata no per alzare un polverone di polemiche e di dubbi. E quando si sbaglia davanti ai 70mila di San Siro la questione si aggrava, un po' come succede nel loggione della vicina Scala quando i tenori steccano. Giù fischi. La banale equazione "attaccante=gol" porta spesso i tifosi a confondere la reale prestazione di un giocatore in campo, basandosi solamente su un dato. E' quindi con un approccio scientifico-matematico che vale la pena affrontare la sfida a distanza tra Romelu Lukaku e Mauro Icardi, il presente e il passato dell'Inter. Mr. 75 milioni contro il ribelle esiliato a Parigi, protagonisti dei più accesi discorsi da bar di tutta Italia. Il belga è promosso o bocciato in questi suoi primi 5 mesi italiani? Ha fatto bene l'Inter a spedire Maurito sotto la Tour Eiffel?
Partite giocateGolAssist
Romelu Lukaku (Inter)21122
Mauro Icardi (Psg)17132
La premessa è doverosa: Serie A e Ligue 1, pur essendo due dei cinque campionati più importanti in Europa, hanno profonde differenze di qualità e profondità delle rose. Incontrare la sesta squadra italiana, in questo momento l'Atalanta, non equivale a scendere in campo contro il Reims, con tutto il rispetto per il Reims. Storicamente parlano chiaro i percorsi delle italiane e delle francesi in Champions ed Europa League. Detto questo, Mauro segna più di Romelu. Lo racconta bene il fatto che a questo punto della stagione l'anno scorso aveva segnato lo stesso numero di gol. Insomma, non è una novità: nelle rispettive carriera da professionisti l'argentino ha una media gol superiore al belga (0,60 contro 0,47 a partita). Il premio "Killer Instinct" se lo porta a casa Maurito: basti guardare gli ultimi 180 minuti dei due 26enni. Doppio sigillo con Saint-Etienne e Galatasaray il numero 19 del Psg, due occasioni limpide non sfruttate contro Barcellona e Fiorentina il 9 dell'Inter. Errori che, sommati a quelli difensivi, sono costati una qualificazione agli ottavi in Champions e un aggancio della Juve in campionato. E che, per la prima volta, hanno messo in dubbio l'avvicendamento tra i due bomber ben orchestrato in estate da Marotta e Ausilio.
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Lukaku - Inter-Roma - Serie A 2019/2020 - Getty Images

Credit Foto Getty Images

Quando è arrivato ha cominciato ad allenarsi con umiltà e con una grande volontà. Romelu è un ragazzo umile, altruista e che pensa per prima cosa alla squadra (Antonio Conte, 13 settembre 2019)
Conte ha cercato e preteso Lukaku anche a costo di schierarsi apertamente contro la dirigenza nerazzurra. Non ha avuto problemi a imporre le linee guida del mercato nella conferenza stampa pre United-Inter a Singapore che ha rappresentato il vero spartiacque del nuovo corso. Zhang ha soddisfatto le richieste dell'ex c.t. della Nazionale e la prima parte della stagione gli ha dato ragione. Almeno per come voleva costruire la sua Inter. L'approccio alla partita del belga è la proiezione in campo di Conte: corsa, sacrificio e spirito di squadra. La sinergia con Lautaro Martinez cresce minuto dopo minuto, giocata dopo giocata. Andando al di là dei dati realizzativi, ecco allora che si scopre la differenza di rendimento a livello di collettivo. La sfida con Icardi si ribalta: Romelu stravince nei duelli aerei in area (media 2,75 a partita contro 0,7). Idem nei passaggi chiave: 1,25 contro 0,6. Il pupillo di Antonio completa molti più dribbling dell'argentino: 0,8 contro un imbarazzante 0,1. (e nessuno dei due ha, per ora, incontrato Van Dijk!).
Infine il confronto delle mappe del calore stagionali restituisce l'istantanea più fedele del raggio di azione dei due bomber: quello del belga si estende a macchia d'olio fino al centrocampo. Quello di Maurito è "un pochino più risicato", per usare un eufemismo. Come in ogni problema matematico a questo punto ci dovrebbe essere la risoluzione. Lukaku è promosso o bocciato in questi suoi primi 5 mesi italiani? Ha portato un valore aggiunto rispetto al suo predecessore? La realtà è che la risposta non esiste. E' una battaglia persa, come nell'infinita sfida tra giochisti e risultatisti la verità sta nel mezzo. Il belga e l'argentino sono due giocatori diversi inseriti in due progetti diversi. Uno aiuta la squadra ed è leader naturale, l'altro la butta dentro, sempre e comunque. Per di più non potremo mai sapere come avrebbe giocato Romelu nell'Inter di Spalletti, nè come giocherebbe Maurito in quella di Conte. La differenza principale alla fine la faranno i trofei vinti in carriera: ma i palmares di entrambi, fatta eccezione per un campionato belga e un FA Cup del gigante di Anversa, per ora latitano.
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