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Inter, plusvalenza da 20 milioni con Vanheusden e Emmers: una scelta e non un'imposizione

Stefano Silvestri

Pubblicato 13/06/2019 alle 16:12 GMT+2

L'uscita a maggio dal Settlement Agreement ha liberato il club dall'obbligo di monetizzare entro il 30 giugno: l'unico vincolo rimane un deficit triennale non superiore ai 30 milioni. Per la prima volta dopo anni, il mercato dei nerazzurri sarà puramente sportivo. E nel frattempo Vanheusden ed Emmers volano allo Standard Liegi per 20 milioni complessivi.

Zinho Vanheusden Inter Primavera 2017

Credit Foto From Official Website

C'erano una volta le famigerate plusvalenze. O meglio, ci sono ancora, ma per l'Inter rappresentano finalmente una scelta e non più un obbligo. Tutto, in questo senso, è cambiato dallo scorso 17 maggio: il giorno in cui l'UEFA ha annunciato l'uscita del Settlement Agreement da parte del club nerazzurro, al culmine di un percorso iniziato 4 anni prima tra un condizionamento e l'altro sul mercato.

Vanheusden ed Emmers allo Standard Liegi per 20 milioni

Meglio fare chiarezza: diversamente da quanto sta circolando in questi giorni, anche su alcuni media sportivi, l'Inter non è obbligata a racimolare 40 milioni di plusvalenze entro il 30 giugno sulla falsariga degli ultimi anni. Un equivoco alimentato anche dall'accordo delle ultime ore tra i nerazzurri e i belgi dello Standard Liegi, che si terranno Zinho Vanheusden e avranno in prestito anche un altro giovane cresciuto nella Primavera come Xian Emmers, nell'ultima stagione alla Cremonese in Serie B. Operazione complessiva da 20 milioni di euro circa. Una corposa (doppia) plusvalenza, appunto. Ma non come la si è sempre intesa nelle ultime stagioni, quando l'Inter era costantemente stretta nella morsa dell'UEFA e del Fair Play Finanziario.

Perdite massime per 30 milioni di euro

Ora, senza il Settlement Agreement e senza l'assillo di lavorare in uscita per tutto il mese di giugno, la missione dell'Inter è un'altra: rispettare i paletti "ordinari" imposti dall'UEFA. Nella fattispecie, chiudere il bilancio triennale con una perdita massima di 30 milioni di euro. Equilibrando dunque, come qualsiasi altro club, spese e ricavi, questi ultimi ancora una volta incrementati dalla seconda qualificazione consecutiva in Champions League. La doppia cessione di Vanheusden e Emmers allo Standard, e la conseguente iniezione di denaro fresco nelle casse nerazzurre, risponde dunque a una scelta più che a un obbligo: quella di non andare a impattare in maniera negativa sui futuri bilanci e sulle imposizioni, sempre presenti anche se meno assillanti, del Fair Play Finanziario.

Un calciomercato depurato da paletti

Per la prima volta dal 2015, in sostanza, all'Inter si torna e si tornerà a parlare di calciomercato "puro". Ovvero depurato da paletti, vincoli, imposizioni e interamente centrato - senza follie, come già ricordato - sull'aspetto tecnico-sportivo. Un margine d'azione nettamente più ampio per una società che, dopo l'arrivo in panchina dell'ambizioso Conte, ha intenzione di fare le cose in grande: da Barella a Dzeko, passando per un Godin solo da ufficializzare dopo un accordo ottenuto già da mesi, i nomi per rafforzare la rosa a disposizione dell'ex ct non mancano. E poi gli altri sogni: Chiesa, Lukaku e Kolarov in primis. Mentre in uscita, come noto, c'è un Mauro Icardi ormai indesiderato all'interno dell'ambiente. Il mercato nerazzurro può iniziare. Questa volta veramente.
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