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Koulibaly: "Sul razzismo, l'Italia è indietro rispetto alla Francia"

Stefano Dolci

Aggiornato 24/01/2019 alle 15:30 GMT+1

Kalidou Koulibaly, che sabato sera tornerà in campo in Milan-Napoli, torna a parlare del tema razzismo: "Che io sia diventato un simbolo da un lato mi fa piacere, ma mi rattrista tanto perché se nel 2019 ancora dobbiamo lottare per far affermare certi valori di tolleranza, significa che abbiamo fatto passi indietro. In Francia il problema razzismo non l'ho mai vissuto, qui invece...".

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Credit Foto Eurosport

Milan-Napoli sarà anche la partita che segnerà il ritorno in campo di Kalidou Koulibaly dopo i due turni di squalifica per il rosso rimediato in Inter-Napoli, una partita persa sul campo 2-0 dalla formazione partenopea e tristemente salita alla cronaca per i buu razzisti ai danni del forte difensore senegalese. Koulibaly torna nello stadio e sarà curioso vedere l’accoglienza che riceverà da parte del pubblico avversario, ci si auspica che l’ignoranza per una volta non prevalga e che certi cori non si verifichino più anche se è lo stesso Koulibaly ammette, in un'intervista al canale ufficiale del Napoli, che l’Italia debba fare tanti passi avanti sul piano del razzismo...
Che io sia diventato un simbolo contro il razzismo da un lato mi fa piacere, ma mi rattrista tanto perché se nel 2019 ancora dobbiamo lottare per far affermare certi valori di tolleranza, significa che abbiamo fatto passi indietro. Io a mio figlio certe cose non ho bisogno di insegnarle, perché ha dentro il rispetto degli altri, al di là del colore della pelle. E mi piace accompagnarlo a scuola, perché i bimbi non fanno differenze. Possiamo essere diversi, ma siamo tutti uomini. Dovremmo imparare dai bambini. E credo che proprio il lavoro nelle scuole sia il più importante.

Francia più avanti dell’Italia per il razzismo

In Francia ci sono nato e non ho mai avuto problemi di questo tipo neppure nel mondo del calcio. Sono cresciuto con amici turchi, senegalesi, arabi. Eravamo tutti misti ma non ci sono mai stati problemi. Anche nella nazionale ci sono tanti giocatori di colore e quello, in Francia, non è mai stato un problema. Ecco perché per me la Francia è un paese a parte. Sono avanti rispetto a noi. In Italia, quando sono arrivato, ero concentrato sul campo. Poi, quando ho capito l'italiano e cosa diceva la gente, ho iniziato a capire i primi cori contro i napoletani. Mi è dispiaciuto molto, Napoli è una bellissima città. Dispiace succeda questo, ci sono anche giocatori nostri che vanno in nazionale come Insigne. Bisogna pensarci due volte prima di fare quei cori.
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