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La figlia di Mihajlovic scrive un libro sulla malattia di Sinisa: "Mostro un altro lato di mio papà"

Daniele Fantini

Aggiornato 14/05/2020 alle 10:17 GMT+2

"Sinisa, mio padre", è il libro scritto dalla 23enne Viktorija Mihajlovic, in uscita martedì 19 maggio: racconta la malattia sofferta dal papà con il desiderio di regalare al lettore un'immagine differente da quella del "sergente di ferro" cui è stato spesso accostato l'ex-calciatore.

Sinisa e Viktorija Mihajlovic

Credit Foto Instagram

Martedì prossimo, 19 maggio, uscirà "Sinisa, mio padre" (Sperling & Kupfer). La mano è quella di Viktorija Mihajlovic, la figlia primogenita che Sinisa ha avuto dopo aver sposato la moglie Arianna 25 anni fa. Viktorija ha 23 anni e altri quattro fratelli (tre maschi e una femmina), in Italia è famosa per aver partecipato a un'edizione de "L'isola dei famosi", ma ora è tornata studiare Psicologia. La scrittura è sempre stata una delle sue passioni più grandi e, in un'intervista concessa a Tuttosport, ha raccontato cosa l'abbia spinta a raccontare la malattia che ha colpito suo papà la scorsa estate.

Generoso e affettuoso: il lato meno conosciuto di Sinisa Mihajlovic

Sentivo la voglia di far uscire un altro lato di mio papà, di far sapere a tutti chi è veramente Sinisa Mihajlovic. Mio padre è sempre stato conosciuto come il "sergente", come l'uomo tutto di un pezzo, l'uomo forte, con un carattere anche duro, per alcuni anche antipatico, freddo, sulle sue. Io invece volevo far emergere un altro lato, quello che ospita la sua generosità, la sua affettuosità, la sua bontà, che in realtà sono le sue doti principali. A papà vorrei augurare di continuare a provare per tutta la vita questo continuo piacere di sorpresa e di passione per le cose anche semplici, come una boccata d'aria in mezzo alla natura. Dopo tutto il tempo passato in una stanza d'ospedale, vive tutto al meglio. Vorrei che fosse sempre così e che non le riportasse mai a condizioni normali.

Sentirsi davvero "grande" per la prima volta

"Mi sono sentita grande per la prima volta quando abbiamo ricevuto la notizia da papà della malattia. Ho sempre vissuto in una bellissima famiglia, dove non mi è mai mancato nulla e non c'era necessità di tirare fuori il carattere fino in fondo. Sono sempre stata tutelata. Ho sempre avuto la testa sulle spalle, ma niente mi aveva mai messo davvero alla prova nella vita. Ero una ragazza di 20 anni che faceva le sue cavolate, studiava e andava in giro con le amiche. La mia prima grande responsabilità è arrivata di colpo quando, saputo della notizia di papà, mamma è partita con mia sorella e io sono rimasta in Sardegna con i miei tre fratelli più piccoli e sono dovuta diventare un po' la mamma. Nel complesso, è stata una situazione che mi ha fatto cambiare tantissimo a livello di persona. È qualcosa che ti porti dentro sempre. Anche se non è un pensiero costante, è una sensazione che ti lascia un sottofondo di malessere con cui bisogna imparare a convivere. Purtroppo è una malattia lunga, e poi non c'è una spiegazione, la devi accettare e basta".
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Viktorija Mihajlovic e la sorella Virginia

Credit Foto Getty Images

Innamorata di papà Sinisa

"Ho sempre detto che non riuscirò mai a innamorarmi veramente perché sono innamorata di mio papà. Sono sempre stata innamorata del concetto di trovare una persona in grado di farmi provare emozioni fortissime. E ogni volta mi legavo più all'idea che alla persona stessa, per cui poi mi rendevo conto che non era quella giusta. Mi ricordo che presentavo il fidanzato a papà, li vedevo insieme a cena e poi col passare dei minuti mi dicevo: 'No, non va bene. Non regge proprio il confronto con mio padre. Non c'è paragone'".

Sport? No, grazie!

"Non sono una ragazza sportiva, sono abbastanza pigra, non ho preso il sangue di mio papà in questo. Ho provato danza, ginnastica artistica, ho esagerato al massimo con il tennis. Il calcio lo seguo quando vado allo stadio per mio papà, ma i miei fratelli non vogliono mai che mi sieda vicino a loro, perché dicono che non capisco nulla e chiedo loro anche le cose basilari".

Un futuro nella scrittura?

"Mi piace molto scrivere. Ho un po' di difficoltà a esprimere a voce le cose positive, ma se devo invece esporre i problemi o piangere mi riesce più facile, a volte esagerando. Se devo essere carina, invece, non ci riesco tanto. Quando ho dei problemi, scrivo, e quindi perché no, un domani potrei provare a scrivere un romanzo tutto inventato in cui mi libero dalla realtà".
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