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Le 5 verità di Milan-Lazio: Bakayoko fondamentale, se Immobile non segna è addio Champions

Luca Stamerra

Aggiornato 14/04/2019 alle 13:51 GMT+2

Bakayoko continua ad essere fondamentale per il progetto del Milan, con i rossoneri motivati a riscattare il giocatore dal Chelsea. Chi non convince, invece, restano Calhanoglu e Suso, mentre si registra un'altra polemica arbitrale dopo la scelta di Rocchi di non consultare la VAR. Perché non andare a vedere sempre per placare gli animi?

Bakayoko - Milan-Lazio - Serie A 2018/2019 - Getty Images

Credit Foto Getty Images

1) Milan, la Champions è un traguardo che resta vivo

Alla vigilia della sfida contro la Lazio, il Milan aveva vinto solo una delle ultime cinque di gare di campionato, quella contro il Chievo al Bentegodi. Sembrava che la squadra di Gattuso avesse finito la benzina e fosse pronta a cedere il passo ad una tra Roma e Lazio. Ecco, però, la vittoria che riporta entusiasmo in casa Milan nonostante i molteplici infortuni accumulati nelle ultime settimane: Paquetà, Donnarumma, ora Romagnoli e Calabria. Certo, l'aver battuto la Lazio non certifica l'avvenuta qualificazione in Champions, ma riporta sicuramente ottimismo in vista del finale di stagione. Tra Roma, Inter, Lazio e Milan, sono proprio i rossoneri ad aver il calendario migliore dovendo affrontare Parma, Torino, Bologna, Fiorentina, Frosinone e SPAL. Alcune di queste squadre avranno motivazioni super per restare in Serie A, ma cosa c'è di più stimolante del potersi qualificare alla prossima Champions League?

Il calendario del Milan

Data/GiornataPartitaDifficoltà*
venerdì 19/04 (33a giornata)Parma-Milan*
domenica 28/04 (34a giornata)Torino-Milan****
lunedì 6/05 (35a giornata)Milan-Bologna*
sabato 11/05 (36a giornata)Fiorentina-Milan**
domenica 19/05 (37a giornata)Milan-Frosinone*
domenica 26/05 (38a giornata)SPAL-Milan*
*grado di difficoltà da 1 a 5
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L'esultanza di Franck Kessié, Milan-Lazio, LaPresse

Credit Foto LaPresse

2) Bakayoko non si può sostituire

Una volta di più abbiamo certificato l'assoluta importanza a centrocampo di un giocatore come Bakayoko. Il francese è diventato imprescindibile per lo scacchiere di Gattuso, nonostante serva come il pane anche di una figura di maggior qualità sulla linea mediana (Paquetà era perfetto in quel ruolo). Quando è al top della forma, Bakayoko giganteggia. Lo dicono i numeri, tra palloni giocati, accuratezza nei passaggi e palle recuperate, lo dicono i risultati con Bakayoko che fa il bello e il cattivo tempo nella metà campo avversaria. Non era facile contro il centrocampo a 5 della Lazio, in inferiorità numerica quindi, ma il Milan ce l'ha fatta comunque costringendo la Lazio a qualche tocco in più per arrivare in porta. Anche quando partito in transizione, il giocatore di proprietà del Chelsea ha rischiato di fare disastri, con diverse palle interessanti fornite ai propri attaccanti. Insomma Bakayoko deve stare sempre in campo. Ovvio, parliamo del Bakayoko giocatore. Il Bakayoko che sbeffeggia i propri avversari a partita finita, può restare anche negli spogliatoi.

La partita di Bakayoko ai raggi X

  • 64 palloni giocati
  • 88,9% di accuratezza (45 passaggi tentati)
  • 2 occasioni da gol create
  • 1 conclusione
  • 3 duelli aerei vinti
  • 2 palle recuperate
  • 4 falli subiti
  • 4 falli fatti
Tiémoué BAKAYOKO, voto 7 - Il signore del centrocampo. Difficile passarlo con facilità palla al piede, con il francese che mette paura quando riparte verso la trequarti avversaria. Quando è in condizione, è il primo dei titolari in casa Milan. [Le pagelle di Milan-Lazio]

3) Immobile e Correa: generosi sì, ma serve il gol

Il Milan, in qualche modo, riesce a trovare il gol. Al contrario la Lazio ci prova e ci riprova, ma tra pali, parate e imprecisioni varie, i biancocelesti escono da San Siro con 0 gol all'attivo. Per quanto provato, la squadra di Inzaghi meritava sicuramente di più ma non è la prima volta in stagione che la Lazio 'resta al palo'. Se Immobile non segna, addio ai sogni Champions, anche perché rispetto alla scorsa stagione arrivano meno gol dal resto della squadra. Non è un caso, poi, che prendendo in esame gli attacchi delle migliori 10 squadre della Serie A, la Lazio ha quello peggiore - dopo il Torino - con 'sole' 44 reti prodotte in campionato. Così la Champions resta un miraggio.
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2019, la disperazione di Ciro Immobile, Getty Images

Credit Foto Eurosport

I 'migliori' attacchi della Serie A

SquadraGol fatti
1. Atalanta64 gol
2. Juventus62 gol
3. Napoli58 gol
4. Roma57 gol
5. Sampdoria51 gol
6. Inter47 gol
7. Milan46 gol
7. Fiorentina46 gol
9. Lazio44 gol
10. Torino40 gol

4) Calhanoglu e Suso fanno rimpiangere Paquetà

Dicevamo la qualità del Milan, appunto. Calhanoglu e Suso continuano a non convincere. Va bene l'impegno, qualche errore al tiro che ci sta, ma il Milan si aspetta sempre quel qualcosa in più da questi due giocatori, teoricamente quelli con più qualità tra le fila dei rossoneri. Calhanoglu si limita al dai e vai e a qualche conclusione, Suso resta in attesa di una palla giocabile, rimanendo confinato sull'out di destra. Troppo poco per stare nel Milan. Sembrano lontanissimi i tempi in cui Paquetà faceva divertire in mezzo al campo (fino alla sosta per le Nazionali).
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Un duello fra Suso e Luis Alberto, Milan-Lazio, Getty Images

Credit Foto Getty Images

5) VAR o non VAR. Se guardi un episodio, vai a vedere anche l'altro...

Altro giro, altra polemica. Dopo Juventus-Milan e Lazio-Sassuolo, le polemiche arrivano direttamente in Milan-Lazio. Bene ha fatto Rocchi a rivedere l'immagine riguardo al braccio di Acerbi, con l'arbitro di Firenze che ha tolto il rigore grazie alla VAR. Ma perché non andare a vedere anche il contatto in area (al 93') tra Milinkovic Savic e Ricardo Rodriguez? Il protocollo VAR non impone questo, soprattutto perché Rocchi 'aveva già deciso'. Ma siamo alle solite. Un episodio si va a vedere, l'altro no. Questo atteggiamento mina la credibilità delle scelte prese fino a quel momento e crea dei precedenti. Intanto avresti fatto giustizia, ma riusciresti anche ad evitare le inutili e ridicole risse che vengono a crearsi a fine partita.

La dichiarazione di Igli TARE

Quello che temevamo è successo. Purtroppo ci dispiace andare a casa perdendo una gara giocata alla grande nel primo tempo. La sfida si doveva decidere sul campo tra le due squadre, non con gli episodi arbitrali come è avvenuto stasera. È la storia di una morte annunciata. A cosa mi riferisco? Innanzitutto alla velocità con la quale l’arbitro ha fischiato il primo rigore per un presunto fallo di mano, ma si vedeva da mille metri che non c’era. Il secondo rigore per il Milan ci poteva stasera come no, è un contrasto corpo a corpo, il giocatore rossonero cade a terra come se gli avessero sparato. E infine il rigore su Milinkovic è netto, c’è un minimo contatto di Rodriguez con la palla, ma anche un grossissimo fallo sul nostro giocatore. Chi ha giocato a calcio e conosce le dinamiche della partita sa bene che ci poteva stare. Siamo in credito con le decisioni arbitrali dall’anno scorso. Non mi piace fare la vittima, ma è quello che è successo
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