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Milano capitale dell’eleganza: gli addii signorili di Gattuso e Spalletti

Francesco Balducci

Pubblicato 03/06/2019 alle 20:31 GMT+2

Nonostante gli addii, più o meno condivisibili, sia Gattuso che Spalletti hanno deciso di uscire di scena senza cadere nella polemica, sfoggiando un'eleganza mai banale e soprattutto sincera nel congedarsi con i rispettivi club e pubblico.

Rino Gattuso, Luciano Spalletti, Milan-Inter, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Sono anni, ormai, che la città di Milano difende con assoluto orgoglio il titolo di polo della moda internazionale. Il termine moda, però, fa il paio con la parola stile che non è da ascrivere, nel nostro caso, all’universo lessicale delle tendenze in fatto di abbigliamento. Ce ne hanno dato una dimostrazione tangibile Rino Gattuso e Luciano Spalletti, che pur essendo l’alfa e l’omega del panorama calcistico milanese, si sono incontrati a metà strada sul viale degli addii dalle rispettive panchine: i due verranno sicuramente ricordati per lo sfoggio di un’eleganza mai banale quando si tratta di uscire di scena.

Chi vuol essere milionario?

Il primo a far calare il sipario sulla Scala del calcio è stato Ringhio, uomo che non ha mai dovuto sgomitare per farsi amare dai suoi tifosi e questo è un privilegio riservato soltanto a coloro che antepongono la sincerità allo spettacolo. Il tecnico calabrese ha salutato senza far rumore, dopo aver fatto per una stagione intera da parafulmine ad una squadra spesso in balia della tempesta. È riuscito a far parlare di sé solo per la scelta decisamente fuori-moda, in un Paese come il nostro, di rinunciare ai restanti 11 milioni di euro lordi del suo contratto per tutelare il suo intero staff.
Quando si parla di Milan non si parla di soldi
Lo ha dichiarato Gattuso a Sky Sport dopo l’annuncio della separazione consensuale. Quando sei in un ambiente dove hai dato e ricevuto del bene è sempre più doloroso deludere le aspettative: questo, inevitabilmente, ha generato pressione eccessiva anche per uno come l’ex Campione del Mondo, che in mezzo alla tensione – soprattutto quando indossava gli scarpini – ha creato il suo locus amoenus.

Ci siamo lasciati per messaggi (d'amore)

Se l’ex centrocampista rossonero è totalmente estraneo al mondo dei social (“non so smanettare con il telefono, poi già mi insultano abbastanza”), Luciano Spalletti ha dato la sua personalissima lezione d’eleganza proprio su Instagram, nel giorno dell’annuncio di Antonio Conte come nuova guida tecnica dell’Inter. Due post, per nulla scontati: uno dedicato ai tifosi nerazzurri e un altro riservato al Presidente Steven Zhang. Sicuramente un atto non dovuto da parte del tecnico di Certaldo, che conviveva ormai da tempo con la certezza di dover lasciare la Pinetina, indipendentemente dai risultati nel finale di stagione.
Altro gesto spiazzante, di inusuale classe. Spalletti ha portato l’Inter per il secondo anno consecutivo in Champions League (terminando tra le prime quattro per la 12esima volta negli ultimi 13 campionati) pur essendo spesso additato come un allenatore non adatto a condurre il club al tanto atteso salto di qualità.
"Grazie presidente per avermi concesso l'onore di allenare l'Inter" è una frase che nella sua semplice linearità racchiude una strabordante ammirazione e riconoscenza verso l’ambiente interista, gratitudine non scalfita neanche dopo la notifica del suo esonero, atteso sì ma più immeritato di altri nel nostro campionato.
Sono due finali che - per quanto scritti - lasciano comunque una mai sprecata dose di stupore che va ferocemente in controtendenza rispetto alla guerra di posizione che usualmente si intraprende quando un progetto tecnico si interrompe. Milano, mai come in questo caso, insegna che oltre ad essere la Capitale della Moda è anche quella dello Stile, grazie a due allenatori che hanno deciso di uscire di scena in punta di piedi e senza sbattere la porta.
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