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Paratici e l'affare Cristiano Ronaldo: "Dissi prendiamo lui o Icardi per scatenare un casino"

DaLaPresse.it

Aggiornato 12/02/2019 alle 18:47 GMT+1

Il Chief Football Officier della Juventus, si è raccontato in un'intervista concessa a Walter Veltroni per la 'Gazzetta dello Sport' svelando alcuni retroscena e le prossime mosse del mercato bianconero.

Agnelli Paratici Nedved

Credit Foto Getty Images

Se Pogba tornerà? No. Nel calcio non si sa mai, però è molto difficile. Tre italiani che mi piacciono? Zaniolo, Chiesa, Barella e Tonali
Allegri? Certo che resta. Non vedo proprio un allenatore migliore. Dybala? Resta. Dalla Juve va via solo chi vuole andare via. I nostri giocatori, lo ripeto, sono difficilmente migliorabili
Fabio Paratici, Chief Football Officier della Juventus, si è raccontato in un'intervista concessa a Walter Veltroni per la 'Gazzetta dello Sport' svelando alcuni retroscena e le prossime mosse del mercato bianconero. Inevitabile tornare sulla trattativa che ha portato a Torino Cristiano Ronaldo:
A livello economico si è ripagato da solo. Guardi i dati pubblicati dal 'Financial Times' o quelli sulla impennata nel mondo dell’immagine Juve o, ancora, quelli sul merchandising. È stato un affare, non solo dal punto di vista tecnico
Sempre riguardo all'operazione CR7, Paratici ha svelato un retroscena con il presidente Agnelli:
Se Marotta era favorevole? Sì. Voglio essere preciso: non è mai stato contrario. Se mi spiace non lavorare più con lui? Sì. Facciamo una riunione, era inizio giugno. Buffon andava via, avevamo vinto sette scudetti di fila, la Champions l’avevamo persa malamente: dovevamo fare qualcosa per motivare i giocatori. Ci vediamo con Andrea, con Pavel, e conveniamo che bisogna dare una scossa a tutto l’ambiente. Provo a dire che per far crescere tutto il club e dare uno shock positivo, un’idea l’avrei… 'È tutta da valutare, non mettetevi a ridere e non mi buttate fuori dall’ufficio. Ci sono due modi per motivare la squadra: uno non si può dire e l’altro è quello di comprare Cristiano Ronaldo'. Il primo era comprare Icardi e scatenare un casino incredibile... Ma, come è ovvio, non era questo il mio obiettivo reale
Paratici ha poi indicato in Dybala l'acquisto che lo ha reso più orgoglioso:
Era un giocatore difficile da comprare. Veniva a sostituire Tevez, non proprio una roba leggera. Avevamo giocato una finale di Champions League, e stavamo comprando per quaranta milioni un giocatore del Palermo che aveva fatto tredici reti. Ti viene paura
Ieri la Juventus ha ufficializzato Ramsey:
Lo abbiamo preso, ma è un giocatore diverso dai nostri. Uno che nella nostra rosa non c’è. Ha più tecnica delle nostre mezzali, meno quantità, pur correndo molto è meno tignoso sulla fase difensiva, meno tattico. È uomo da ultimo passaggio, ha fiuto per il gol
Da Paratici elogi per Allegri:
Credo sia certamente tra i primi cinque al mondo. Lui parla di un calcio molto evoluto, ha una visione del gioco che non è statica. Spesso gli allenatori vedono il calcio in un modo, perseguono quello e cercano di continuare ad andare su quella strada, indipendentemente dal contesto. Max ha portato una leggerezza che nel nostro mondo serviva
Voci di mercato spingono James Rodriguez verso Torino ma il dirigente frena:
È certo un grande giocatore, bisogna vedere. Ma ripeto, migliorare i nostri è difficile. Migliorare Costa, Dybala, Bernardeschi, Cuadrado è veramente difficile. Banalmente la prima cosa che non deve fare chi ha la mia responsabilità è fare danni. Sembra una cosa semplice ma non lo è
Altri nomi 'caldi' quelli di Romero e De Ligt:
Su Romero siamo bene indirizzati. De Ligt sicuramente è uno dei giovani migliori che ci sono, quindi lo guardiamo con grande attenzione. Un giocatore nel calcio mondiale che mi piacerebbe avere? Onestamente quello che mi piace di più ce l’ho. Diciamo che vorrei vedere un altro giocatore come Pirlo. Ma ora non c’è. Forse De Jong dell’Ajax, che è andato a Barcellona
Paratici ha poi fatto chiarezza sul famoso foglietto dimenticato al ristorante con scritti i presunti obiettivi:
Eravamo a una riunione col Genoa e avevamo segnato dei giocatori dei quali avevamo parlato. Ma sono solo una parte delle centinaia i cui nomi sono scritti su questi pezzi di carta...
Lo sguardo si volge poi alla sfida di Champions League con l'Atletico:
È difficile perché è una squadra grande. Ha fatto molto bene nell’ultimo quinquennio, con grandi risultati. Però dico la verità, oggi la Juve sta in Europa in modo differente da prima. In tutti questi anni abbiamo lavorato, Dio solo sa con quanta fatica, per sentirci naturalmente tra le grandi europee. E siamo lì
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