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Roma, lettera di Pallotta ai tifosi: "De Rossi merita rispetto ma era turbato"

Stefano Fonsato

Pubblicato 31/05/2019 alle 14:08 GMT+2

In una lettera quasi infinita del presidente James Pallotta ai tifosi giallorossi, dichiarazioni a tutto campo sugli ultimi giorni convulsi a Trigoria: "Non faccio soldi con la Roma, non mi costringeranno a mollare. De Rossi? I suoi 18 anni con noi meritano più rispetto: il suo dissidio con Totti è qualcosa di totalmente infondato. Certo, a inizio anno era arrabbiato con Monchi per Nzonzi".

James Pallotta, Roma, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Sono rimasto in silenzio nelle ultime settimane, ma ci sono alcune cose che sento di dover affrontare. Che mi crediate o meno, e so che alcuni di voi sono pronti a non prendere in considerazione nulla di ciò che dirò, non penso ci sia stato nessuno, in Società, più deluso, più depresso e più arrabbiato di me per come sono andate le cose alla Roma negli ultimi diciotto mesi.
Attacca così, nella sua lettera fiume ai tifosi della Roma "ovunque siano" (specifica anche) dal presidente giallorosso James Pallotta. Una missiva quasi interminabile, in cui plenipotenziario bostoniano prende in esame tutti i temi che hanno toccato la Roma in queste ultime ore - con il caso "spogliatoio-polveriera" -, Daniele De Rossi, stagione deludente e mancata qualificazione Champions.
Mi dispiace per gli errori che abbiamo commesso, uno di questi si è rivelato molto grave a livello sportivo. È stato probabilmente uno dei più grandi errori che abbia mai commesso nella mia intera carriera e alla fine sono io che me ne devo assumere la responsabilità. È qualcosa che stiamo risolvendo e, per alcuni aspetti, ci vorrà del tempo. Sono sicuro che molti di voi staranno pensando: Bene, questa storia l’ho già sentita.... Ma stiamo lavorando duramente per riorganizzare alcune aree del Club, che probabilmente avrebbero dovuto essere prese in esame prima, e per risolvere alcuni problemi, che solo di recente sono giunti alla mia attenzione. Stiamo lavorando attentamente per ingaggiare persone di talento, che ci aiuteranno a riportare la Roma dove deve stare: ovvero a giocare sui più grandi palcoscenici, a competere per i trofei e a rendere orgogliosi i nostri tifosi.

"Innanzitutto mi dispiace: la nostra stagione è stato un vero disastro"

Ed ecco l'analisi della stagione appena andata in archivio. Parole che riassumono, al loro interno, il malessere di Pallotta anche per le continue critiche ricevute dai tifosi:
L’ultima stagione secondo me è stata un completo disastro, ma allo stesso tempo mi risulta difficile accettare l’argomentazione secondo la quale non avremmo provato ad andare oltre i nostri limiti con le risorse che avevamo a disposizione.
Quindi, capitolo investimenti e nuovo stadio, in cui Pallotta mette le cose in chiaro riguardo allo spirito con cui si è approcciato al calcio e alla piazza romanista:
Abbiamo investito nella squadra e - indipendentemente da ciò che qualcuno può pensare - i numeri e i fatti parlano da soli. Con i miei investitori, ho versato centinaia di milioni di euro e ho già speso probabilmente quasi novanta milioni di euro in un progetto per lo stadio che avrebbe dovuto essere approvato anni fa: uno stadio che assicurerebbe benefici alla Roma, alla città e al calcio italiano. L’ho già detto un milione di volte: se vogliamo competere con i maggiori club europei, abbiamo bisogno dello stadio. Se qualcuno pensa che io sia interessato solo a fare soldi con la Roma, non potrebbe commettere errore peggiore. Non ho mai preso uno stipendio. Non ho mai tirato fuori un soldo dalla squadra. Non ricavo nulla dalle cessioni dei giocatori. Non guadagno niente dalle vendite delle maglie da gioco. Non prendo un centesimo. E se la squadra varrà molto di più in futuro, la mia vita non cambierà neanche in minima parte. Sono stato un uomo fortunato e guidato dalla provvidenza. La mia vita non cambierà accumulando più denaro.
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James Pallotta sconsolato per la crisi della Roma - Serie A 2018-2019

Credit Foto Getty Images

Il rapporto ondivago tra De Rossi e Monchi: "Nessuno, però, tocchi la sua amicizia con Totti"

Riguardo poi, all'articolo di Repubblica dell'altro giorno, il presidente giallorosso non lo smentisce categoricamente, "limitandosi" a fornire le sue verità. E, in qualche modo, sul caso riguardante Daniele De Rossi, già turbato a inizio anno per l'acquisto di Steven Nzonzi In un certo modo, è stato puntato il dito su Monchi:
Alcuni aspetti di questo articolo hanno messo in cattiva luce Daniele De Rossi: non è giusto, perché Daniele per diciotto anni è stato un guerriero per la Roma. Lui merita rispetto e io l’ho sempre rispettato. Potremmo aver avuto qualche divergenza di opinione su come si è chiusa la sua carriera da giocatore della Roma, ma non intendo affrontare questo aspetto pubblicamente. Questo resta tra me e Daniele. Era turbato per il fatto che qualcuno fosse stato acquistato per giocare nella sua posizione come riferito dall’articolo? Sì, lo era, ma ciò è dipeso dal fatto che il giorno precedente gli era stato detto da Monchi che non avremmo preso nessuno che potenzialmente avrebbe giocato davanti a lui nello stesso ruolo. Pertanto gli è stata detta una bugia e il giorno seguente la sua reazione emotiva è stata quella che è stata. Il giorno dopo ancora è tornato sui suoi passi e ha detto: "Mi dispiace per il mio sfogo". Anche il passaggio secondo il quale Daniele avrebbe preso posizione perché Eusebio Di Francesco fosse esonerato, sulla base di tutte le conversazioni che ho intrattenuto con lui, è falso al 100%. Infatti a dodici partite dalla fine del campionato ho avuto una conversazione telefonica con Daniele, che mi ha personalmente chiesto di continuare con lo stesso allenatore fino al termine della stagione. Quindi, se qualcuno sta insinuando che lui chiedesse l’esonero di Di Francesco, questo non potrebbe essere più lontano dalla verità.
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Le bandiere Totti e De Rossi

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Le verità di "Jim" sulla presunta "fronda interna contro società e Francesco Totti

Infine, le ammissioni di colpe e il commento sulla presunta "fronda" Dzeko-Manolas-Kolarov contro la società e, addirittura, contro Francesco Totti:
Il mio errore è stato questo: a dicembre avrei voluto operare dei cambiamenti su tutta la linea nell’area sportiva e nella sfera della preparazione atletica ma sono stato convinto a non farlo. Avrei dovuto fare i cambiamenti quando pensavo che fosse giusto farli e quell'indecisione, forse, ci è costata un posto in Champions League. Se non è stato De Rossi, sono stati quindi Dzeko, Manolas o Kolarov a chiedere che l'allenatore venisse esonerato? No. Non ho mai sentito chiederci da questi giocatori di esonerare Di Francesco. Non sono mai venuti da me, né direttamente né indirettamente Nel nostro caso, sembra che la gente stia cercando di mettere dirigenti e calciatori gli uni contro gli altri. Ho sempre avuto scambi costruttivi con Daniele riguardo lo spogliatoio, i giocatori, le cose da migliorare; e lo stesso vale per Francesco Totti. Dire che due ragazzi, con alle spalle una relazione speciale per venti anni, siano in guerra non ha senso. Sono stati in disaccordo? Mio Dio, spero di sì. L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è essere circondati da yes man.
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