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Scudetto, Champions e competitività: la Juventus da record fa il vuoto

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Pubblicato 04/04/2019 alle 14:35 GMT+2

A otto giornate dalla fine analizziamo la Serie A 2018-2019: i bianconeri possono chiudere i giochi e inanellare molteplici record, la lotta per la Champions è una guerra tra poveri e la competitività per il titolo e per tornare grandi in Europa una chimera.

Juventus' Portuguese forward Cristiano Ronaldo (R) celebrates with (From L) Juventus' Italian defender Giorgio Chiellini, Juventus' Bosnian midfielder Miralem Pjanic after scoring 2-0 during the UEFA Champions League round of 16 second-leg football match

Credit Foto Getty Images

Uno Scudetto conquistato il 7 aprile. L'ipotesi non è così remota e la Juventus potrebbe festeggiare l'ottavo titolo consecutivo già domenica prossima. Basterà ai bianconeri battere il Milan sabato e sperare in una sconfitta del Napoli contro il Genoa al San Paolo. A quel punto gli attuali punti di vantaggio da 18 diventerebbero 21 a sette giornate dal termine: un distacco già incolmabile aritmeticamente per i partenopei che hanno perso entrambi gli scontri diretti (3-1 a Torino, 1-2 a Napoli). Altrimenti, alla Vecchia Signora basterà attendere le ore 17 di sabato 13 aprile: al termine del match con la SPAL con ogni probabilità i giochi saranno fatti.

I record della Juventus

In entrambi i casi, vincendo con sette o sei giornate ancora da giocare, sarebbe un altro primato per la Juventus: l'attuale record di precocità è detenuto dal Torino 1947-48, dalla Fiorentina 1955-56 e dall'Inter 2006-07, che vinsero con cinque giornate d'anticipo. Il primato storico bianconero è, invece, di quattro giornate, fatto segnare nel 2014-15 quando la vittoria per 1-0 contro la Sampdoria a Marassi fece cominciare la festa. Tra i record, la Juventus può puntare anche a quello del maggior distacco (+22 dell'Inter sulla Roma nel 2006-07), il maggior numero di vittorie complessive (33 dell'ultima Juve di Conte nel 2013-14, ora è a 26) ed esterne (15 per l'Inter 2006-07, bianconeri a quota 13). In ballo c'è anche il record di punti, al momento 81 su 90 disponibili. È uno dei primati più significativi e appartiene già a Madama quando, nella stagione 2013-14, vinse lo Scudetto con 102 punti. Nelle restanti otto giornate di campionato può farne 24 e provare quindi a migliorarlo.

Quota Champions precipitata

I numeri sono da capogiro e fanno riflettere sulla forza della capolista, ma anche sulla concorrenza. Il Napoli, l'anno scorso, aveva 74 punti dopo 30 giornate (91 a fine stagione): oggi ne ha 63, 11 in meno. Il gap con le rivali, anziché diminuire, è aumentato ed è sufficiente pensare alla quota Champions: un anno fa era 72 punti, ora è almeno 5 punti più bassa in proiezione, se non addirittura 7. Non si guadagnerà un posto nell'Europa che conta chi ha il progetto migliore, ma chi avrà fatto meno peggio della concorrenza. I problemi di Roma, Milan e Inter sono piuttosto evidenti: c'è speranza anche per Lazio e Atalanta ma è un continuo livellamento verso il basso.
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La delusione di Nzonzi in Roma-Napoli

Credit Foto Getty Images

Si alza solo la quota salvezza, ai minimi storici dal 2004 al 2018

Insomma, la corsa è aperta con una quota Champions inferiore ai 70 punti, ma questo non è un bel segnale per il nostro movimento: la competitività per il titolo è nulla, c'è una squadra nettamente più ricca delle altre ed è l'unica che ha creato un circolo virtuoso, in campo e sul mercato, per arrivare in fondo anche nell'Europa dei grandi. La seconda forza della Serie A è in corsa per l'Europa League, le altre sul divano. Il campionato a 20 squadre ha fatto il resto: la quota salvezza media è passata dai 41,28 punti del periodo 1990-2004 ai 36,14 punti del periodo 2004-2018, in sostanza due vittorie in meno necessarie alla permanenza in A. Il motivo di tutto ciò è presto detto: con il passaggio da 18 a 20 squadre - e soprattutto da 4 a 3 retrocesse - per salvarsi bisogna correre molto meno. La quota quest'anno si appresta a salire, ma solo perché aveva toccato i minimi storici.
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Luca Valzania esulta insieme ad Andrea Pinamonti, Frosinone-Parma, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Addio competitività

Le piccole sono sempre più piccole, ma ora non c'è più nemmeno partita tra la Juventus e le altre. Le sette presenze italiane consecutive in finale di Champions tra il 1992 e il 1998 (Sampdoria '92 e poi le due triplette di Milan e Juventus) e le tre finali di Coppa UEFA interamente italiane sono materia da nostalgici: l'attualità in Italia recita otto volte Juve, un numero destinato a crescere ancora.
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