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Spalletti usa Icardi contro la società: una gestione sbagliata e a perderci è l'Inter

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Pubblicato 10/02/2019 alle 14:40 GMT+1

Il tecnico dei nerazzurri utilizza toni molto pesanti contro la dirigenza in merito al rinnovo di contratto del capitano: i contenuti possono essere giusti, sede e momento no.

Mauro Icardi - Parma-Inter - Serie A 2018-2019

Credit Foto Getty Images

In casa Inter c’è una legge non scritta che, però, è sempre in vigore: non puoi mai goderti il momento, una vittoria, per quanto importante, passa in secondo piano perché c’è sempre qualcosa di negativo di cui parlare. L’autolesionismo, nella puntata odierna, va in scena a Parma dove i nerazzurri hanno ottenuto una vittoria assolutamente meritata dopo aver raccolto un punto con Sassuolo, Torino e Bologna nelle prime tre gare del 2019 uscendo al contempo dalla Coppa Italia (tre di queste partite sono state giocate al Meazza).
Il successo scacciacrisi, il gol di Lautaro e il buon gioco espresso nel secondo tempo del Tardini diventano argomenti di ripiego, spazzati via dal caso Icardi. È Luciano Spalletti a sganciare la bomba in conferenza stampa usando toni forti e scomodi imperativi nei confronti dei “direttori”. Il tecnico si scaglia contro la società e parla da uomo con le valigie in mano dando seguito alle bordate delle ultime settimane (“Se l’Inter non vince da anni non è mia la responsabilità”…).
Certi temi si affrontano a telecamere spente ma la gestione del rinnovo di contratto del capitano è stata e continua a essere portata avanti male. In un primo momento l’Inter aveva risposto, attraverso Ausilio e Marotta, da società forte a Wanda Nara che in tv ha iniziato i suoi giochetti finalizzati a rimpinguare il portafoglio e non certamente a curarsi del bene del club. La situazione si è, però, trascinata oltremodo perché le pretese (10 milioni di euro di stipendio) non sono state soddisfatte.
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Icardi - Parma-Inter - Serie A 2018/2019 - Getty Images

Credit Foto Getty Images

Il punto d’incontro non è ancora stato trovato e le polemiche sono state alimentate dal rendimento dell’argentino: a questo punto della passata stagione vantava già 18 reti in campionato contro le nove di quest’anno, la metà esatta. A queste cifre vanno aggiunti i gol in Champions League e Coppa Italia che portano a 15 il bottino complessivo, ma il sospetto che il capitano dell’Inter non giochi sereno è più che fondato. L’attaccante non ha trovato la via del gol con nessuno degli ultimi 16 tiri effettuati, un record negativo per lui in Serie A: non segna su azione da sette gare e 834 minuti, l'ultimo gol (non su rigore) risale al 2 dicembre 2018 nella partita contro la Roma.
Spalletti probabilmente dice il vero quando sostiene che “bisogna liberare i giocatori da un certo tipo di pensieri per permettere loro di esprimere la qualità che hanno” ma ci sono sedi opportune dove poterlo fare. L’allenatore di una squadra non dovrebbe usare il capitano contro la società per una vendetta personale o per fastidi che cova dentro da tempo. A rimetterci così è solo l’Inter.
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