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AIC, Tommasi: "Sui calciatori tutto il peso della crisi. E si tenta anche di fregarli"

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Aggiornato 21/05/2020 alle 22:14 GMT+2

Dopo la nota dell'Associazione italiana calciatori, che tuona contro la decisione del Consiglio FIGC di consentire alla società la possibilità di iscriversi alla Serie A 2020-21 a fronte del pagamento di un solo mese di stipendio nel periodo marzo-giugno 2020, torna a parlare Tommasi: "L'opinione comune è che il calciatore in fondo non si può lamentare".

Damiano Tommasi - presidente AIC (Associazione italiana calciatori) - Getty Images

Credit Foto Getty Images

L'AIC torna a tuonare contro la FIGC sul tema stipendi. L'Associazione italiana calciatori, in particolare, mette nel mirino le delibere adottate dal Consiglio federale nel corso della seduta di mercoledì 20 maggio che consentono alle società professionistiche di iscriversi alla stagione 2020-21 pagando un solo mese di stipendio nel periodo marzo-giugno 2020. E sul tema interviene anche il presidente Damiano Tommasi, che non usa certo parole morbide:
C'è una situazione eccezionale, per il coronavirus, e si pensa di risolverla con le solite logiche: provo a scaricare sull'altro il problema, se possibile anche a fregarlo. È questo che mi preoccupa, e direi non solo nel calcio. Il calcio chiede soldi al Governo lamentando buchi, esige il saldo dalle tv perché si gioca, non paga i calciatori quando sono in lockdown e poi dice che si va in campo con la possibilità di pagare un solo mese di stipendio su 5: vi pare una logica di sistema? Però l'opinione comune è che il calciatore in fondo non si può lamentare. Nelle serie minori ci sono giocatori convocati fuori sede, si devono pagare l'affitto ma hanno certezza di un solo stipendio, magari al minimo: non mi stupirei se non andassero, ragionando al fatto che i primi soldi guadagnati sono quelli risparmiati. Il calciatore è colui che rischia in prima persona, andando in campo, e si scarica su di lui tutto il peso di questa crisi

Il comunicato dell'AIC

L'Associazione Italiana Calciatori, durante il Consiglio Direttivo, ha analizzato le delibere assunte dal Consiglio Federale di ieri. I Consiglieri hanno condiviso il grande stupore ed imbarazzo, già segnalato nelle dichiarazioni pubbliche, per le decisioni in tema di Linee Guida per le Licenze Nazionali 2020/2021 e dall’incertezza generata per il mondo dilettante e per la serie A femminile. È forte la delusione nell'apprendere che i club di tutte le serie professionistiche potrebbero iscriversi al campionato 20/21 a fronte del pagamento di un solo mese di stipendio del periodo marzo-giugno 2020
Si tratta di norme programmatiche irricevibili che in Consiglio federale hanno trovato la ferma opposizione dei rappresentanti di atleti e tecnici e che pregiudicheranno la tranquillità economica della maggior parte dei tesserati professionisti

"Stortura sugli stipendi"

Siamo di fronte ad una vera e propria stortura se pensiamo che nel periodo di marzo si sono disputate gare in tutti e tre i campionati professionistici, mentre nel periodo di lockdown tutti gli atleti, la maggior parte senza potersi allontanare dalla sede di lavoro, hanno continuato a svolgere le quotidiane sedute di allenamento da casa e su indicazione del club. In sostanza, qualora le Linee Guida venissero trasposte definitivamente nel Manuale sulle Licenze Nazionali, le società potrebbero pagare la sola mensilità di maggio alla fine del mese di agosto e ottenere l'iscrizione al prossimo campionato

"Servono intese collettive"

Ci aspettavamo un incentivo istituzionale alla ricerca di accordi sulle mensilità coinvolte dall'emergenza sanitaria e ci ritroviamo un avallo al contenzioso che sarà, nella maggior parte dei casi, strumentale e pregiudicherà soprattutto le categorie più deboli. Alla luce di quanto sopra, la nostra Associazione auspica l'adozione di un sistema che favorisca le intese collettive volte a risolvere le problematiche anziché fomentare un contenzioso generalizzato
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Damiano Tommasi - Imago

Credit Foto Imago

Il nodo Dilettanti

Nel deliberare la chiusura della stagione per i campionati della Lega Nazionale Dilettanti nulla è stato detto su possibili soluzioni alle difficoltà attuali, e dei prossimi mesi,che dovranno affrontare i quasi 4.000 tesserati che vivono di calcio. Abbiamo prontamente chiesto un incontro con Figc e Lnd per valutare le norme di iscrizione ai prossimi campionati e trovare insieme un modo per salvaguardare le fasce più deboli della nostra categoria. Il campionato 20/21 inizia già da ora con un malcontento generalizzato al quale è compito nostro dare risposte concrete anche attraverso il Fondo di Solidarietà, di cui si è accennato ma che ad oggi ha avuto il solo concreto apporto della nostra Associazione con somme proprie
Infine la decisione assunta riguardo la Serie A femminile e la prosecuzione della stagione al pari delle Leghe professionistiche, dà ulteriore consapevolezza alle calciatrici di essere professioniste a tutti gli effetti. Si aspettano, dunque, il riconoscimento ufficiale del proprio status. In funzione dell'auspicata ripresa, attendono un protocollo ad hoc che garantisca pari tutele sanitarie dei loro colleghi, assieme alle risorse per vivere da professioniste e poter tornare ad allenarsi
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