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Buon compleanno Lazio! La squadra di Simone Inzaghi e Ciro Immobile è da scudetto?

Paolo Pegoraro

Aggiornato 09/01/2020 alle 10:22 GMT+1

In occasione del 120esimo compleanno della Società Sportiva Lazio è lecito porsi l'interrogativo: la banda Simone Inzaghi e del capocannoniere della Serie A Ciro Immobile è da scudetto?

Simone Inzaghi e Ciro Immobile

Credit Foto Eurosport

Non poteva cadere in un momento più lieto il 120esimo compleanno della Società Sportiva Lazio: a dispetto degli sfavori della quasi totalità dei pronostici di inizio stagione, l’Aquila vola ad altezze siderali e dopo aver conquistato la Supercoppa italiana a spese della Juventus in quel di Riad ha infilato la nona sinfonia consecutiva in campionato… Adesso sì che è azzardato escludere la squadra di Simone Inzaghi dal ristrettissimo club delle pretendenti al titolo!
Inzaghi è un ragazzo di prima classe. Fantastico, positivo e allegro. Onestamente non mi aspettavo potesse allenare a questi livelli. È stata una gran bella sorpresa, gli faccio i miei complimenti, non solo per gli ultimi risultati. Sta facendo benissimo alla Lazio. È un allenatore molto vivo, presente, partecipe. Vuole attaccare, è nella sua indole (Sven-Göran Eriksson)

Lazio straccia-record

La contabilità biancoceleste va ormai aggiornata di settimana in settimana: nove vittorie consecutive in campionato non si vedevano dai tempi di Sven-Göran Eriksson (allenatore biancoceleste più vincente di sempre davanti, guarda caso, a Simone Inzaghi) mentre per trovare una squadra in grado di segnare due o più gol in 12 gare di fila bisogna scomodare niente meno che il Grande Torino. I sei – pesantissimi - gol segnati oltre il 90esimo certificano più di ogni altro dato la svolta: la Lazio non tende più a specchiarsi né tantomeno a sciogliersi sul più bello bensì è ormai solita estrarre gli artigli quando la pressione aumenta senza mollare al contempo di un centimetro sino al triplice fischio finale. La banda Inzaghi, insomma, ha tramutato in peculiarità i difetti degli anni passati e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Immobile e Inzaghi, simboli di un gruppo top

Da una parte il condottiero tarantolato e afono (a fine partita, perennemente) capace di conquistare tre trofei nel risicatissimo spazio di tre anni dopo sfolgorante gavetta nel settore giovanile, dall’altra la macchina da gol perfettamente oliata con una media realizzativa superiore a quella del mitico Silvio Piola (0.68 contro i 0.65 dello storico bomber biancoceleste): sono Simone Inzaghi e Ciro Immobile i volti copertina di un gruppo formidabile e contraddistinto da un fortunatissimo mix di prestanza fisica e tasso tecnico. Il cannoniere laziale (107 reti in 156 gettoni in maglia biancoceleste) veleggia a 19 gol in 18 giornate, con tre attaccature di vantaggio su Gonzalo Higuain allo stesso punto della stagione del suo record e una partita ancora da recuperare rispetto al Pipita. Quanto al tecnico piacentino, ormai è assurto ad allenatore top in Italia spazzando via pregiudizi e sentenze affrettate: il suo è un calcio moderno, redditizio e soprattutto verticale; non è un caso che la Lazio possa fregiarsi sia del secondo attacco che della seconda difesa della Serie A.

La svolta: il 3-3 contro l’Atalanta

Se dovessimo indicare il momento esatto in cui la Lazio ha cambiato marcia riavvolgeremmo di certo il nastro al 19 ottobre dello scorso anno: la Lazio si trova sotto di tre reti nell’intervallo del match casalingo contro l’Atalanta e il passivo sarebbe potuto essere persino superiore; nella ripresa scatta quel “clic” e invece di sprofondare del tutto Immobile e compagni risalgono la china con 45 minuti di fuoco e fiamme, sino a ristabilire il pari. Una vera e propria impresa quella autografata dalla banda Inzaghi considerando la levatura della Dea e la sua tendenza a infierire sull’avversario una volta fiutato l’odore del sangue. È il preludio alla striscia delle 9 vittorie consecutive e il segnale che qualcosa era davvero sul punto di cambiare in casa biancoceleste.
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Immobile - Lazio-Atalanta - Serie A 2019/2020 - Getty Images

Credit Foto Getty Images

Scudetto: sogno o prospettiva concreta?

Dopo aver messo in saccoccia lo scalpo della Juventus in Supercoppa italiana e aver conquistato negli ultimi anni quasi tutti i trofei nazionali lasciati per strada dalla Vecchia Signora, può dunque questa Lazio aspirare a vincere lo scudetto? L’interrogativo è più che lecito e noi stessi siamo vieppiù possibilisti: insieme all'Atalanta di Gasperini la Lazio è l'antagonista più accreditata del duo di testa; può dare fastidio sino alla fine, ma a nostro avviso per essere una contendente a maggio è chiamata a colmare una lacuna importante a roster. Già, perché se Acerbi è il lìder maximo in difesa e Ștefan Radu è l'usato sicuro, manca un terzo centrale all'altezza: Luiz Felipe troppo spesso si fa cogliere impreparato e distratto, l'onesto Patric è poco più di un'alternativa, Vavro a tutt'oggi rimane un oggetto misterioso; al "mago" Tare il compito di puntellare il reparto affinché i biancocelesti possano lanciare l'assalto definitivo al "palazzo".
Questa Lazio è da scudetto?
E voi, pensate che la Lazio così com'è sia attrezzata per mettere in bacheca il terzo tricolore della sua storia?
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Inzaghi: "I gol oltre il 90' sono una costante, questa Lazio non molla mai"

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