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Inter, Mario Corso: l'ultimo saluto a un uomo buono, due amori eterni

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Pubblicato 23/06/2020 alle 18:41 GMT+2

Alla Basilica di Sant'Ambrogio, a Milano, sono stati celebrati i funerali di Mario Corso, salutato dai suoi cari, dagli amici, dai tifosi e dalla famiglia nerazzurra. Monsignor Carlo Faccendini: "In Paradiso derby spettacolare con Pierino Prati". Giocatore dal talento eccezionale, uomo buono e amato per la sua semplicità, aveva due grandi amori: la moglie Enrica e l'Inter.

Massimo Moratti nell'ultimo saluto a Mario Corso

Credit Foto Getty Images

Amore è la parola che resta nella mente dopo i funerali di Mario Corso. È il sentimento che i suoi cari e la famiglia nerazzurra hanno sempre ricevuto da lui e che ricambiano nel giorno dell'ultimo saluto. La Basilica di Sant'Ambrogio, a Milano, inizia a riempirsi verso le 9:40, anche se la cerimonia inizierà solo alle 11. Pian piano le panche della chiesa vengono occupate tanto che molti dovranno sedersi fuori, sulle sedie disposte all'esterno della storica Basilica milanese, dove erano state celebrate anche le esequie di Giacinto Facchetti. All'interno tante persone staranno in piedi in un'atmosfera di partecipazione, per nulla intaccata dalle misure di distanziamento imposte dal Covid-19 e rispettate scrupolosamente. Mario Corso era affezionato a Sant'Ambrogio, anche se chi lo conosceva sa che era solito recarsi alla messa della domenica mattina del Leone XIII, seduto al solito posto, davanti a sinistra, per ringraziare la Madonna di Fatima, alla quale era devoto.
"Voglio ricordare anche Pierino Prati, mi immagino stiano rinnovando in Paradiso un derby spettacolare". Così ha esordito Monsignor Carlo Faccendini, Abate della Basilica di Sant’Ambrogio. "Ha giocato in una squadra da leggenda, i nomi venivano imparati a memoria, come si imparavano le preghiere o le poesie di Pascoli. Era chiamato il 'piede sinistro di Dio', un nome che gli diede il ct della nazionale di Israele, uno che si intendeva di piedi e di Dio. I compagni, quando lui era in forma, erano sicuri di vincere. Era un uomo che inventava calcio, era un divo, eppure nessuno è stato più antidivo di lui".
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I funerali di Mario Corso

Credit Foto Other Agency

Un uomo buono

Mario Corso era un uomo buono e per questo sarà per sempre amato. Le superlative doti tecniche non gli hanno impedito di distinguersi per la sua semplicità e riservatezza. I complimenti di Pelé, che avrebbe voluto solo lui nel suo Brasile e lo chiamava 'professore', lo facevano arrossire, come ricorda l'amico Mauro Bellugi.
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Bellugi ricorda Mario Corso: "Era il mio migliore amico, anche Pelé lo rispettava tanto"

Due amori eterni: la moglie Enrica e l'Inter

Pur essendo misurato nei gesti e nelle parole, Corso, a chi gli chiedeva un autografo, regalava anche un sorriso e una battuta. A mio padre chiedeva sempre se era sua la macchina in seconda fila in via Ferrucci, a me uscendo dalla chiesa, il giorno del mio matrimonio, aveva detto: "Finora è stato tutto facile, è adesso che arriva il difficile". La semplicità dei grandi è questa. Alla fine della celebrazione emerge il ritratto più bello e più puro di Mariolino che aveva due grandi amori, incondizionati e totali: l'Inter e la moglie Enrica.
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Enrica Corso e Massimo Moratti

Credit Foto Getty Images

Un lungo applauso per il numero 11

Il gonfalone dell'Internazionale, le corone di fiori dell'Inter e della Curva Nord e le due maglie numero 11 poste sul feretro hanno accompagnato il lungo applauso di tutti i presenti. Tra questi Massimo Moratti, insieme alla sua famiglia, Javier Zanetti, Luisito Suarez (compagno nella Grande Inter e legato da una grande amicizia a Mariolino), Evaristo Beccalossi, Lele Oriali, i membri dell'attuale dirigenza, due ragazzi del settore giovanile e tanti campioni di ieri e di oggi. La Curva Nord ha dedicato uno striscione al campione innamorato di quei colori: "Con l’Inter nel cuore fino all’ultimo, ciao Mariolino".
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La Curva Nord nell'ultimo saluto a Mario Corso

Credit Foto Getty Images

Il ricordo di Moratti

Chi ha avuto la fortuna di vederlo giocare penso abbia un ricordo indistinguibile. Giocatore unico con talento fantastico, che rimane impresso per il suo stile. Insieme al giocatore c’era l’uomo che rappresentava perfettamente il motivo per cui tutti gli volevano bene. Era un uomo speciale, buono. È indimenticabile
Massimo Moratti regala un'ultima immagine di Corso, scomparso lo scorso 20 giugno, a 78 anni, dopo una lunga malattia: "In seguito fu un grande amico, una persona perbene. È un grandissimo dispiacere. È sempre stato un 'protetto', anche se non aveva bisogno veniva voglia di farlo. Lo ha sempre capito e ha sempre ricambiato con lo stesso affetto". Ancora una volta è l'amore che ritorna.
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Marotta ricorda Mario Corso: "Una leggenda dell'Inter che fa parte della poesia del calcio"

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