Juventus, la Flop 11 degli ultimi 30 anni: da van der Sar al 'Malaka' Martinez
Aggiornato 22/04/2020 alle 19:15 GMT+2
Così come abbiamo giocato con la Top11 di tutti i tempi, ecco anche la Flop11 del passato recente. Con scelte basate non solo sulla pura qualità degli interpreti, ma anche su quanto effettivamente sono costati alla società. La regola però è la stessa del Top11: mettere in campo una formazione di senso tattico. Né è venuta fuori una Juventus davvero da incubo.
Sempre stuzzicante scegliere la Top11 di tutti i tempi; un lavoro che su queste pagine stiamo realizzando insieme alla storica firma del giornalismo sportivo italiano Roberto Beccantini. Divertente però può anche essere andare a spulciare tra le delusioni più grandi della storia di un club, mettendo così sul campo una contro formazione che risponda ai due lati della medaglia della vita. Se da una parte c'è infatti il lato scintillante, ogni club ha i proprio scheletri nell'armadio.
Non sfugge a questa logica nemmeno la società più vincente d'Italia, la Juventus. E allora, seguendo le due regole base per la scelta, ovvero 1) le effettive qualità del giocatore e 2) il rapporto costo/rendimento, ecco la Juve-flop degli ultimi 30 anni.
- Schema: 4-2-3-1
Portiere
- Edwin Van der Sar
Un’autentica sciagura a Torino. Due stagioni costate a Carlo Ancelotti due Scudetti. Arrivato per sostituire colui che fu una certezza come Peruzzi, il primo straniero della Juve tra i pali si rivelò un disastro. In particolare nella stagione 1999/2000, quando nello scontro diretto con la Lazio – poi campione d’Italia – combinò un paperone su un banalissimo tiro dalla distanza di Salas. Ma anche nella stagione successiva, ancora nello scontro diretto, quando per par-condicio fece un regalo anche alla Roma. Resta lui il flop storico della Juve tra i pali; specie perché lontano da Torino, in Inghilterra, si riprese come per magia.
Difensori
- TERZINO DESTRO: Benedikt Höwedes
Più che il valore dell’affare, il rendimento. Da Torino il difensore tedesco passò per un solo anno e senza esborso economico sul cartellino da parte della società. Il problema è che il tedesco giocò 3 partite in tutto l’anno. E non per scelta tecnica, quanto piuttosto perché sempre rotto. Un autentico cristallo. Di fragilità, ovviamente.
- CENTRALE: Jorge Andrade
Meglio di Howedes però ha fatto Jorge Andrare. Dopo la risalita dalla Serie B i bianconeri cercavano un difensore di valore ed esperienza da piazzare al centro della difesa. Per 10 milioni di euro arrivò dal Porto, Jorge Andrade, il cui grande punto di domanda erano però le condizioni fisiche. Ecco, alla terza di campionato si ruppe la rotula. E dopo un lunghissimo percorso di rientro, se la ruppe di nuovo in allenamento un anno dopo.
- CENTRALE: Jean-Alain Boumsong
Arriva alla Juventus nella complicata estate del 2006, quella della retrocessione in B. Per riassumere abbastanza causticamente: in tanti, tutt’ora, si chiedono come facesse ad essere nel giro della nazionale francese di Domenech vice campione del mondo. Con la promozione in A, Boumsong non vede più il campo. Incredibilmente riuscirà a essere convocato da Domenech anche per l’Europeo del 2008, ma la leggenda vuole che l’istrionico ct Transalpino era uno che considerasse anche il segno zodiacale nella scelta dei suoi convocati. Cosa che non fece la Juventus quando se ne disfò prontamente per girarlo al Lione.
- TERZINO SINISTRO: Athirson
Si torna di nuovo agli inizi nel millennio, con una delle meteore più luccicanti del calcio italiano: Athirson. Luciano Moggi sperava di aver trovato il nuovo Roberto Carlos. Ma col fenomeno brasiliano, Athirson, condivideva giusto il passaporto. In bianconero fu un autentico mistero: 5 presenze complessive. Uno dei più grandi flop della Juventus.
Centrocampisti
- MEDIANO: Felipe Melo
Uno dei “capolavori” della nuova dirigenza post-Calciopoli. Alla caccia di un centrocampista di spessore e con un budget relativamente ristretto, la Juventus versò alla Fiorentina la cifra record di 25 milioni. In bianconero Melo venne ricordato più per i cartellini che per altro, lasciando così con il retrogusto amaro dell'ennesima beffa di mercato.
- REGISTA: Jocelyn Blanchard
Si va alla fine degli anni ’90, con un’assoluta meteora del calcio italiano: il francese Jocelyn Blanchard. Moggi sperava di sostituire un grande francese all’ultimo anno di contratto con la Juve Didier Deschamps, con un altro metronomo francese, Blanchard appunto. Ecco, non esattamente la stessa stoffa. Nonostante i 7 miliardi sborsati nell’estate del ’98, Blanchard fece ritorno in patria giusto un anno dopo. 12 presenze complessive: 0 assist, 0 gol.
- ESTERNO OFFENSIVO: Eljero Elia
Straordinario oggetto misterioso passato da Torino, l’olandese Eljero Elia arrivò l’ultimo giorno di mercato del 2011, quando la dirigenza – ancora in versione low-cost – cercò di accontentare il neo tecnico Antonio Conte, alla caccia di un esterno offensivo d’attacco per poter fare il 4-2-4. Nonostante i 10 milioni versati all’Amburgo, Elia non vide praticamente mai il campo: 4 presenza complessive. Flop totale.
- TREQUARTISTA: Fabian O’Neill
E’ di nuovo l’estate del 2000 e quella non fu un gran campagna acquisti per Moggi e compagni. Dal Cagliari, la Triade, andò a pescare questo talentuoso trequartista che in Sardegna aveva fatto grandi cose. La Juventus sborsò 18 miliardi di vecchie lire; tantissimi, specie considerando un Moggi che non era molto incline ad aprire il portafogli. O’Neill a Torino fu un autentico disastro: tra chili in eccesso, problemi fuori dal campo e una lentezza a tratti imbarazzante. 14 presenze complessive, zero gol.
- ESTERNO OFFENSIVO: Jorge Andrés Martínez
Sicuramente più conosciuto con il suo soprannome, il ‘Malaka’. Non in molti ricordano che fu il primo colpo di Beppe Marotta da dirigente della Juventus, con i bianconeri che sborsarono al Catania ben 13 milioni di euro. Non pochi, nel 2010. Molti, se considerate che le possibilità economiche dei bianconeri non erano quelle odierne. La Juventus cercava la ricostruzione dopo la risalita dalla Serie B e soprattutto i disastri gestionali della meno famosa – ma non differentemente sciagurata – 'nuova triade': Jean Claude Blanc, Cobolli-Gigli, Alessio Secco. Ecco, non benissimo il primo colpo di Marotta: si ruppe i legamenti alla seconda presenza in bianconera. 4 anni di contratto, quasi 2 milioni netti a stagione. Alla fine sul bilancio della Juventus restò addirittura per 6 anni. 20 presenze in tutto. Naturalmente zero gol.
Attaccante
- Juan Eduardo Esnaider
In questa formazione più un ‘falso 9’, lui, che di falso alla Juventus ebbe tutto. Il talento, la personalità, ma soprattutto il ruolo di ‘sostituto di Del Piero’, per il quale fu acquistato nel mercato di gennaio per ben 12 miliardi di lire. Non poco, anche in questo caso. Zero gol in campionato, come da zero fu l’impatto nel calcio italiano. Dopo 16 presenze complessive la Juventus se ne liberò prontamente nel 2000. A oggi, uno dei più grandi flop a livello offensivo dell’epoca recente.
Allenatore
- Ciro Ferrara
Sono probabilmente 3 i veri passaggi tragici in panchina per la Juventus dal 1990 a oggi: Maifredi, Ferrara e Delneri. Il primo che per la prima volta dopo 28 anni non qualificò la Juve per le coppe europee; l’ultimo che incappò in due settimi posti consecutivi. La sensazione di vuoto totale però si ebbe con Ferrara, che ereditò una squadra tutto sommato più che discreta da Ranieri – che dopo la B centrò subito la qualificazione in Champions e fece vedere anche ottime cose sul campo. Quella di Ferrara fu invece un’esperienza tecnica davvero negativa, con la Juventus che da lì in poi entrò in un prolungato stato di oblio, risollevato solo dal passaggio storico fondamentale di Antonio Conte. A differenza di Maifredi e Delneri, inoltre, per Ferrara l’esperienza in panchina in senso più generale si è rivelata poi come poco soddisfacente: risultati deludenti per lui arrivarono infatti anche in Under21, con la Sampdoria e in Cina.
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