Juventus, Pirlo allenatore, nemmeno lui ci credeva
DaEurosport
Aggiornato 09/08/2020 alle 13:34 GMT+2
Da sabato è il nuovo mister della Juventus ma fino a poco tempo fa proprio lui non ci avrebbe mai scommesso. Ecco un piccolo estratto dal libro “Penso, dunque gioco”, scritto con Alessandro Alciato.
Non punterei nemmeno un centesimo su un mio futuro da allenatore. È un lavoro che non mi entusiasma, prevede troppi pensieri e uno stile di vita esageratamente simile a quello dei calciatori. Ho già dato. Rivoglio indietro, almeno in parte, una parvenza di vita privata. Di Conte ne esiste uno solo e va bene così
Scriveva così Andrea Pirlo nella sua autobiografia a quattro mani con Alessandro Alciato, “Penso dunque gioco”, pubblicata da Mondadori nell’aprile del 2013.
Si dice che l’ex centrocampista cambiò poi idea circa la possibilità di diventare allenatore una volta messo piede a Coverciano: si iscrisse per diventare allenatore di Serie C e prendere il patentino, ma poi si ritrovò a pensare di notte a come disporre i giocatori in campo. E poi quell'idea respinta divenne realtà in un caldo sabato d'agosto.
Più geometria che tattica
Da quel libro arriva anche qualche indicazione sulla “visione” di Andrea Pirlo e su come potrebbe far giocare la sua squadra.
Vedo il gioco in maniera diversa. È una questione di punti di vista, un'osservazione ad ampio raggio, una specie di visione d'insieme. Un centrocampista classico guarda avanti e vede gli attaccanti, io invece mi concentro sullo spazio fra me e loro per far passare il pallone. Più geometria che tattica. E quello spazio lo vedo più largo, più semplice da oltrepassare, un cancello facile.
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