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Le 5 verità di Atalanta-Inter: rivalsa Young, Ilicic manca alla Dea

Stefano Silvestri

Pubblicato 02/08/2020 alle 11:01 GMT+2

I nerazzurri vincono e convincono, conquistando un secondo posto che non è solo "il primo dei perdenti", come lo aveva definito Conte. Ancora una volta ottima la difesa, nuovamente imbattuta. La rock band di Gasperini stona, dimostrandosi per una volta umana.

Inter Mailand gegen Atalanta Bergamo

Credit Foto Getty Images

1) No, i secondi non sono solo i primi dei perdenti

Antonio Conte lo conosciamo: la sua ambizione raggiunge livelli astronomici, smisurati. Ed è proprio di questo cha necessita l'Inter per tornare ai livelli di un tempo. Però sarebbe ingiusto considerare il secondo posto finale ottenuto da Lukaku e compagni come "il primo dei perdenti", come lo ha definito il tecnico nerazzurro all'indomani del 3-0 al Genoa di una settimana fa. No, non è solo questo. È un ulteriore passo in avanti da parte di una squadra in continua formazione, disegnata 12 mesi fa e parzialmente ridisegnata a gennaio. Una squadra che chiude a un punto dalla prima dopo essere entrata in Champions League per due volte di fila negli ultimi minuti dell'ultima giornata. E che eguaglia i punti dell'anno del Triplete. Gran risultato.

2) Inter, se la difesa è il miglior attacco

L'Inter chiude seconda, rinvia i sogni di titolo, ma si gode un rendimento difensivo eccellente: appena 36 le reti subite, meno di qualsiasi altra squadra di A. L'ultimo pallone che Handanovic ha dovuto raccogliere all'interno della propria porta è quello scagliato dal giallorosso Mkhitaryan nel 2-2 dell'Olimpico del 19 luglio. Da quel momento in poi, la rete nerazzura è sempre rimasta inviolata: 0-0 alla Fiorentina, 3-0 al Genoa, 2-0 al Napoli, altro 2-0 all'Atalanta. Se l'attacco è unanimemente considerato la miglior difesa, qualche volta può essere vero anche il contrario.
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Danilo D'Ambrosio esulta per il gol realizzato in Atalanta-Inter, Serie A 2019-2020, Getty Images

Credit Foto Getty Images

3) Anche la super Atalanta di Gasperini è umana

Una prima avvisaglia si era avuta nel primo tempo di Parma, in cui l'Atalanta era apparsa come imbavagliata, incapace di esprimere il solito gioco, le solite idee. Solo che al Tardini la maggiore qualità nerazzurra era uscita alla distanza, fino alla rimonta finale. Contro l'Inter, però, la rock band di Gasperini ha stonato dall'inizio alla fine. Appannamento, comprensibile stanchezza, il caldo micidiale di questi giorni, forse l'inevitabile pensiero all'affascinante sfida europea al PSG dei milioni: per una volta la Dea è tornata sulla Terra dopo aver corso a mille all'ora per tutto lo spezzone di campionato post lockdown. Come dire che, alla fine, siamo tutti umani. Anche l'Atalanta. Che comunque, mai dimenticarlo, il prossimo anno giocherà nuovamente in Champions League.

4) Young e la capacità di ribaltare i pregiudizi

Un assist, un gol splendido. E, soprattutto, la netta sensazione che Ashley Young si trovi finalmente a proprio agio in una realtà diversa da quella, divenuta ormai soffocante, della Manchester a tinte rosse. Scaricato dallo United, dove aveva ormai concluso un ciclo, l'esterno inglese ha trovato la propria dimensione nel 3-5-2 di Conte, svolgendo un preziosissimo lavoro di collegamento tra fase difensiva e di sostegno all'azione. Qualcuno aveva storto il naso al momento del suo arrivo a gennaio, ripensando esattamente agli ultimi tempi poco felici in Premier League e pure all'età avanzata, ma il trentacinquenne Young si è affrettato a smentire ogni pregiudizio. Sono 4 le sue reti in mezza stagione italiana: niente male.

5) L'assenza di Ilicic è un macigno in vista del PSG

Josip Ilicic lo rivedremo soltanto nella prossima stagione, e questo lo hanno capito tutti. Un'assenza pesantissima per quel che lo sloveno, finalmente continuo dopo tante stagioni di lampi alternati a tremende pause, stava offrendo. Un rendimento altissimo, un'annata da incorniciare stoppata sul più bello. Ci sono Pasalic e Malinovskyi per l'evenienza, sì, ma l'ex viola ha dimostrato di essere una spanna sopra a tutti. Perfetto partner di Gomez, uomo assist, eccellente cecchino. Se il PSG piange per l'assenza di Mbappé, l'Atalanta non può certo sorridere.
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Quando Antonio Conte si nascose dietro ai cartelloni pubblicitari e in curva dopo un'espulsione

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