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Milan, l'unicità di Zlatan Ibrahimovic: più invecchia, più segna

Stefano Fonsato

Aggiornato 10/11/2020 alle 18:50 GMT+1

Zlatan Ibrahimovic e il suo caso più unico che raro. Nel vero senso della parola. Già, perché non esiste calciatore al mondo che, a 39 anni, rappresenti il perno centrale del progetto di un club. E per giunta, di livello top class come il Milan. Il talento svedese continua a segnare: quello contro il Verona è stato il 290° gol in carriera dopo i 30 anni. Prima ne aveva segnati 'solo' 204.

Milan-Verona, Serie A 2020-2021: Zlatan Ibrahimovic (Getty Images)

Credit Foto Getty Images

Zlatan Ibrahimovic e il suo caso più unico che raro. Nel vero senso della parola. Già, perché non esiste calciatore al mondo che, a 39 anni, sia il perno centrale del progetto di un club. E' per giunta, di livelli "top class" come il Milan. Inoltre, la singolarità del fuoriclasse svedese, sta nel suo essere "Benjamin Button": più invecchia, più sembra ringiovanire dal punto di vista calcistico, della prolificità: L'Ibra di oggi è diverso dall'Ibra "Under 30"? Era più decisivo nella sua prima parte di carriera oppure oggi? La risposta, ovviamente, non è affatto facile, ma solo per il fatto che, all'alba dei suoi 40 anni, si sia arrivati porsi questo tipo di quesito, la dice lunga sull'impatto del campione di granito di casa rossonera.

Tra gol, pallonate, sportellate e... rigori sbagliati

Anche nella partita contro il Verona è risultato la chiave per incamerare punti: nel recupero della sfida di San Siro agli scaligeri, Zlatan si è messo a prendere a pallonate il portiere avversario Marco SIlvestri, finché il pallone non è entrato. Un difetto ce l'ha? Si, ultimamente Ibrahimovic ha un pessimo rapporto coi calci di rigore: con quello calciato alto proprio contro l'Hellas, fanno tre errori consecutivi dal dischetto. Ma, come recitava un vecchio lentoadagio, "non è da questi particolari che i giudica un giocatore".
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Zlatan Ibrahimovic après son penalty raté face à l'Hellas Vérone

Credit Foto Getty Images

"Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo, dalla fantasia", per continuare a usare la poesia di Francesco De Gregori. Tutte caratteristiche che, di certo, non difettano al buon Zlatan, che in più, a questa ricetta calcistica, ci mette un abbondante dose di timore che incute ai suoi avversari, sempre più dimessi in marcatura, per paura di ricevere quella sportellata che stordisce in puro stile Marc Lenders della saga "Holly & Benji".

Lo strano percorso della carriera di Zlatan

Il mistero di Zlatan si infittisce analizzando il percorso della sua carriera: un grave infortunio al ginocchio destro nella sua seconda parte di avventura al Manchester United: a 36 anni, nella sfida di quarti di finale di Europa League all'Anderlecht, rottura del legamento crociato anteriore e posteriore. Carriera finita, si direbbe, no? Tutt'altro. E lo ritroviamo, nel marzo 2018 in MLS, al Los Angeles Galaxy che, si pensa, siano le ultime due prima di un ritiro preannunciato dal buen retiro californiano. In due stagioni, Ibra accumula 59 presenze e la bellezza di 53 gol.
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Zlatan Ibrahimovic - LA Galaxy

Credit Foto Getty Images

I gol di Ibra prima dei 30 anni

Malmoe (1999-2001)18
Ajax (2001-ago. 2004)48
Juventus (2004-2006)26
Inter (2006-2009)66
Barcellona (2009-ago. 2010)22
Milan (2010-2 ottobre 2011)24
TOTALE204

I gol di Ibra dopo i 30 anni

Milan (3 ottobre 2011-2012)32
PSG (2012-2016)156
Manchester United (2016-mar. 2018)29
Los Angeles Galaxy (mar. 2018-dic. 2019)53
Milan (gen. 2020-oggi)20
TOTALE290

"Al centro del progetto? Ibra è il progetto"

Ebbene, Ibra non solo non lascia, bensì raddoppia e a gennaio 2020 è chiamato "d'emergenza" da Zvonimir Boban e Paolo Maldini per dare uno scossone a un Milan sempre più un bambola e sofferente per la perenne assenza di un leader. Scelta che piomba tra critiche ed entusiasmi nostalgici. In realtà, mai scelta si è rivelata più azzeccata: Ibrahimovic mostra a tutto il mondo che l'infortunio e due anni di calcio in carrozza non hanno assolutamente minato il suo agonismo, anzi l'hanno addirittura ravvivato, quasi come fosse andato in crisi di astinenza. Andrea Pirlo, Patrick Vieira, Raul, Alessandro Del Piero e tanti altri fuoriclasse. Nessuno di loro, però, si è mai messo in testa di tornare ai livelli "master" del calcio europeo dopo un'esperienza esotica a fine carriera, si trattasse di Usa, paesi arabi o Australia. Zlatan, tutto il contrario: non solo ci è tornato in qualità di chioccia, lo ha fatto addirittura come elemento imprescindibile di un Milan, che lui stesso ha "simpaticamente intimato di rinnovargli il contratto": allo stato dell'arte, alla sua seconda esperienza in rossonero dopo quella tra il 2010 e il 2012, 20 gol in 29 presenze nelle diverse competizioni. Ibra, insomma, è egli stesso il progetto del Milan, per buona pace delle teorie di Ralf Rangnick.

L'unicità di Zlatan: solo Piola come lui

A ben vedere, l'unico altro giocatore accostabile a Zlatan Ibrahimovic, fa parte della storia indelebile del calcio italiano. Ed è il campionissimo vercellese Silvio Piola, che il talento svedese ha eguagliato e superato per un particolare record: la doppietta realizzata nel derby contro l'Inter, infatti, gli ha fatto eguagliare il record del cannoniere più prolifico della storia del calcio italiano per segnature multiple (4) siglate in un match di Serie A dopo i 38 anni. Inoltre, con la rete dello scorso 2 agosto a San Siro contro il Cagliari (il decimo in campionato nella stagione 2019-2020), Ibrahimovic ha addirittura battuto Piola per essere andato in doppia cifra in Serie A all’età di 38 anni e 302 giorni, contro i 38 anni e 127 giorni dell'attaccante che con la maglia del Novara, nella stagione 1951-52, ne realizzò 18.
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