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Milan, Pioli si presenta: "Mi sento un insegnante. Le critiche dei tifosi sono uno stimolo"

Stefano Dolci

Aggiornato 09/10/2019 alle 15:56 GMT+2

Stefano Pioli è atteso da un compito complicato e un po’ ingrato ma il successore di Marco Giampaolo sulla panchina del Milan è convinto di poter fare bene: "Sono qui con grande entusiamo. Sono in un grande club e sono convinto di poter fare un buon lavoro. Le critiche dei tifosi? Sono uno stimolo per fare ancora meglio".

Stefano Pioli sarà il prossimo allenatore del Milan?

Credit Foto Getty Images

Uno sporco lavoro che qualcuno deve pur fare. Stefano Pioli è atteso da un compito complicato e un po’ ingrato ma il successore di Marco Giampaolo sulla panchina del Milan è convinto di poter fare un ottimo lavoro e, anche se ora sembra possibile, trascinare i rossoneri alla Champions League, un obiettivo che ora sembra complicatissimo ma che non è impossibile.

"Le critiche sono uno stimolo per me..."

Mi preparo con grande entusiamo. Sono in un grande club e sono convinto di poter fare un buon lavoro. I giocatori e la squadra hanno potenzialità e sono convinto di fare un ottimo lavoro. L'accoglienza fredda? Devo dire che ho grande rispetto per i tifosi ma le critiche sono uno stimolo per me. Lavorerò sia sulla testa dei giocatori che sulle loro gambe. Saranno 10 giorni molto importanti ma voglio preparare bene la partita col Lecce e provare a centrare subito un buon risultato.

"Idee, intensità e spregiudicatezza"

Marco (Giampaolo, ndr) è un ottimo allenatore, ha impostazioni diverse dalle mie per strategie. Io dovrò essere bravo a far arrivare le mie idee. Avrò una squadra che ha cultura di lavoro, perché Giampaolo è cerrtamente un tecnico che cura questo, vorrei far giocare un calcio di piacere. Devo dare forza e coraggio per far esprimere le loro qualità. Tre principi per il mio Milan? Idee, intensità e spregiudicatezza

"Potenziatore? No, mi sento un insegnante"

La mia fede interista? Non sono sui social, ognuno è libero di dire quello che penso, anche se preferisco le persone che lo fanno guardando negli occhi. Il passato è passato, ero un ragazzino, ora sono un adulto, un professionista che ha grande voglia di fare bene. Normalizzatore o potenziatore? Io mi sento un insegnante, mi adatto ai miei giocatori. Devo migliorarli individualmente per farli crescere anche come collettivo. Ci sono tutte le condizioni per fare bene, compreso l'appoggio della società. I tifosi sono esigenti, è giusto che sia così, dobbiamo essere all'altezza.

"Questa squadra può arrivare alla Champions League"

Ho visto tutte le partite del Milan, anche se sono stato contattato dal club solo lunedì sera. Devo conoscere i giocatori, sono molto esigente con loro e con me stesso. Non sopporto la superficialità e la poca ambizione. Dobbiamo dare il massimo per ottenere grandi risultati. Subentro a 31 partite dalla fine quindi c'è tempo per lavorare e fare bene. Il tempo non deve essere il nostro nemico, ma il nostro alleato. L'obiettivo? Noi dobbiamo lottare per andare in Champions.

"Piatek è un bomber, Paquetà mezzala di qualità e quantità"

Ci sono giocatori che possono risolvere le partite. Possiamo mettere in mostra un gioco intraprendente. C'è grande concorrenza, le altre squadre sono ben preparate, ma dobbiamo avere coraggio e insieme dobbiamo mettere qualcosa in più per far risaltare le nostre qualità. Il mio pensiero su Piatek e Paquetà? Piatek è molto efficace dentro l'area, poi come ogni attaccante è condizionato dal resto dell'area. Lui è un bomber, ma ci sono anche tanti altri giocatori che possono fare gol. Paquetà è una mezzala di qualità e di quantità. Mi piace spostare i giocatori durante la gara, può giocare anche tra le linee. Ha diversi gol nelle gambe, è bravo ad inserirsi. Leao e Suso? "Leao ha un grande potenziale, deve essere sfruttato. Tutti si devono sentire coinvolti. Suso è un giocatore di qualità indiscutibile, bisogna fargli giocare tanti uno contro uno. Può fare molto bene.

"Il mio slogan? Vincere"

Si parla tanto di bel gioco, noi vogliamo essere aggressivi in avanti e recuperare il prima possibile il pallone. Testa alta e giocare a calcio era lo slogan di Giampaolo? Il mio è molto semplice, vincere"
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