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Rangnick-Milan, i perché del no: "Non sarebbe stato saggio"

Stefano Silvestri

Pubblicato 06/08/2020 alle 15:03 GMT+2

Il tedesco torna a parlare del matrimonio naufragato con i rossoneri: "Da milanista non avrei capito perché cambiare tutto dopo una simile striscia di risultati". Sul futuro: "Voglio un club che possa vincere subito".

Ralf Rangnick

Credit Foto Getty Images

Alla fine, nonostante il gran chiacchiericcio degli scorsi mesi, non se n'è fatto nulla. Tutto morto nello spazio di una sera. Quella nella quale, mentre in campo si imponeva sul Sassuolo, il Milan confermava Stefano Pioli in panchina, decidendo di proseguire sulla strada intrapresa dopo la ripresa post lockdown, e Ralf Rangnick rimaneva dunque alla Red Bull, poi abbandonata a sua volta solo pochi giorni più tardi.
Rimpianti? Zero, apparentemente. Né per il Milan, convinto della scelta fatta, né tantomeno per il manager di Backnang. Il quale, intervistato dalla 'Suddeutsche Zeitung', spiega il perché e il percome del suo mancato approdo in Italia e a Milano. Con una buona dose di realismo e nessuna voglia di recriminare su quel che poteva essere e non è stato.
Andare in una squadra come il Milan, reduce da una buona serie dopo la ripresa - nove vittorie, tre pareggi - non si poteva fare. Non importa da quale prospettiva, se dalla mia o da quella del club: non sarebbe stato saggio. Se mi fossi messo nei panni dei milanisti, dell'allenatore, del direttore sportivo, dei giocatori o dei tifosi, difficilmente avrei capito perché il club volesse cambiare tutto dopo un simile percorso
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Stefano Pioli

Credit Foto Getty Images

Rangnick è un uomo libero, ora. E, come tale, può permettersi di sfogliare la margherita da un punto di vista lavorativo. Con un orizzonte apparentemente delineato, come svelato nelle scorse settimane dalla stampa tedesca: l'Inghilterra, la Premier League. Il suo sogno neppure troppo nascosto.
Non voglio guardare troppo al futuro. In Inghilterra potrei iniziare subito grazie alla lingua. Anche se, come ha dimostrato la corte del Milan, ciò non esclude altri campionati. Credo di avere le capacità giuste. Nuovi progetti in stile Hoffenheim o Lipsia? Oggi posso escluderlo. L'ho fatto spesso, a partire dall'Ulm. Alla mia età sarebbe bello se il prossimo club fosse in grado di vincere sin da subito
L'ultimo club allenato da Rangnick è proprio il Lipsia, portato nel 2018/19 al terzo posto finale in Bundesliga e alla finale di Coppa di Germania, poi persa contro il Bayern. Quindi, l'incarico di responsabile dello sport e dello sviluppo calcistico delle formazioni della Red Bull. E la corte del Milan. Scemata proprio sul più bello.
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