Van Basten: "Sacchi non era onesto nei rapporti. Quando Ibrahimovic mi provocò..."
Aggiornato 27/02/2020 alle 10:36 GMT+1
Un Marco Van Basten a cuore aperto quello che si racconta a "7": il rapporto con Milano e il Milan, quello molto difficile con Arrigo Sacchi, ma anche il dolore e la depressione dopo l'addio al calcio e quell'incontro molto particolare con Zlatan Ibrahimovic.
Marco Van Basten si è raccontato a "7", il magazine del Corriere della Sera, in occasione dell'uscita del suo nuovo libro, Fragile (Mondadori), in cui van Basten ripercorre anche gli altalenanti rapporti con i due allenatori che l’hanno reso grande, Johan Cruijff e Arrigo Sacchi.
A Milano mi sentivo come se fossi parte della famiglia. Insieme abbiamo vissuto una vita intera. Mi avete visto nascere, come giocatore e come uomo. Mi avete visto crescere. E purtroppo avete visto la mia fine
Il (difficile) rapporto con Sacchi
Non c’è mai stato feeling personale tra me e lui. Non mi ha mai dato l’impressione di essere onesto nei rapporti umani. Quando non era contento di come ci allenavamo, se la prendeva con i giovani, con i più deboli, che magari invece erano in testa a tirare il gruppo.
La caviglia, l'addio e la depressione
Ero convinto che sarei durato per sempre, dicevo ai miei compagni che avrei smesso a 38 anni. Depressione? All’inizio non capivo. Ero troppo concentrato sul mio stare male. Mi chiedevo perché quella sofferenza dovesse toccare proprio a me. Non ho mai avuto una risposta
Ajax e... Ibrahimovic
Tornai all’Ajax e un ragazzo mi provocò. Sei van Basten, mi disse passandomi la palla, fammi vedere cosa sai fare. Ma io ormai non potevo più muovere la caviglia. Chi era? Sono sicuro che lo conoscete. Si chiamava Zlatan, di cognome Ibrahimovic.
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