Atalanta: chi è Matteo Ruggeri, il nuovo talento lanciato da Gasperini

Prima l'esordio in Champions League, uno scampolo di gara nella sfortunatissima notte dello 0-5 col Liverpool. Poi il debutto in Serie A (da titolare) e una buona prestazione contro l'Inter. Settimana certamente da incorniciare per Matteo Ruggeri, 18enne originario di Zogno in Val Brembana e cresciuto nelle giovanili dell'Atalanta. Un talento fatto in casa, né più né meno, inserito in una rosa che per la quasi totalità parla straniero e che la scorsa stagione segnò la bellezza di 98 gol in campionato nessuno dei quali firmato da un giocatore italiano. Gasperini, complice l'indisponibilità di Gosens e un Mojica apparso non del tutto affidabile nei gettoni di presenza accumulati finora, ha deciso di puntare su Ruggeri dal 1' in un match così delicato e complicato come quello contro l'Inter di Antonio Conte. Il classico battesimo del fuoco. E la risposta è stata confortante.

Approdato in prima squadra dopo avere fatto l'intera trafila nel settore giovanile, Ruggeri attira l'attenzione di Gasperini nell'amichevole pre-campionato contro la Pro Sesto nella quale mette la firma su due assist. Gioca da sempre a sinistra, sia sulla linea dei terzini che un po' più avanti sulla mediana, preferibilmente in un modulo che prevede una difesa a 4, ma anche come quinto di centrocampo (e si è visto contro l'Inter). Ha prestanza fisica e un buon sinistro, tanto basta per spingere Gasp a puntare su di lui e a integrarlo con continuità nel gruppo della prima squadra. Il debutto assoluto tra i grandi contro il Liverpool è il primo, vero assaggio di calcio internazionale anche se, a livello di Nazionale, Ruggeri può già vantare un'esperienza importante nonostante la sua giovane età: con l'Under 17 è arrivato a un passo dal trionfo agli Europei dello scorso anno quando, insieme ai suoi compagni, si era arreso solo all'Olanda in finale. I suoi giocatori di riferimento? Marcos Alonso, Kolarov, Spinazzola e Ghoulam, esterni di spinta portati a offendere e a pressare.

Umile e con la testa sulle spalle (l'intervista ai microfoni di Sky nel post partita di Atalanta-Inter sembrava rilasciata da un navigato veterano più che da un classe 2002), Ruggeri nutre un'altra grande passione oltre a quella per il calcio: impegni professionali permettendo, infatti, non si perde mai una gara di MotoGP. Il suo idolo incontrastato è Valentino Rossi.

"Devo dire che è stata un'emozione pazzesca. Ho fatto tutta la trafila del settore giovanile e arrivare a giocare con la prima squadra è un sogno. Non ho avuto tempo di rispondere ai messaggi: prima mi godo il momento, poi li vedrò".

"Sono con la squadra da due mesi e mezzo e devo ringraziare il mister perché mi ha dato fiducia e anche i compagni che mi aiutano. L'Atalanta penso sia la società in cui tutti sognano di giocare perché insegnano tanto sia a livello umano che calcistico".

"Con gli allenamenti ora faccio più fatica ad andare a scuola ma mia mamma ci tiene molto, si chiama Isabella".

"Il calcio è un gioco e la prima cosa che deve esserci è il divertimento. Se fuori dal campo fai sacrifici e una vita sana ce la puoi fare. Sono stato fortunato ad avere mister bravissimi che mi hanno insegnato a essere un uomo".