Calcio, Serie A. Shevchenko: "Allenatore del Milan? Vediamo, lo spero"
Aggiornato 03/05/2021 alle 11:24 GMT+2
MILAN - Si è parlato di Milan, Milan e ancora Milan con Andriy Shevchenko, ospite della trasmissione 'Che Tempo Che Fa' condotta da Fabio Fazio su Rai Tre. Ecco gli aneddoti più curiosi che ha raccontato il campione ucraino, in occasione della presentazione del suo libro "Forza gentile. La mia vita, il mio calcio", scritto con Alessandro Alciato.
Andrij Shevchenko è una "Forza gentile", esattamente come il titolo del libro scritto con Alessandro Alciato e presentato in presenza dallo stesso ex attaccante del Milan e attuale commissario tecnico dell'Ucraina nella trasmissione televisiva 'Che Tempo Che Fa' condotta da Fabio Fazio. Tanti i temi trattati, ovviamente quasi tutti all'interno dell'universo Milan.
"Il Milan non è solo una squadra, ma una grande famiglia. Ho scritto 'grande storia del calcio mondiale', ma la cosa più importante sono le persone che lavorano dentro. Se un giorno ne diventerò allenatore? Vediamo, lo spero. Se diventerò allenatore del Milan verrò di nuovo come ospite. Il Milan di oggi? Sicuramente sicuramente si impegnerà di più, la squadra sta crescendo. Speriamo che arrivi la Champions League".
Maldini, compagno e amico
"Maldini è un grande capitano. Le sue parole mi fanno commuovere. Sono stato fortunato ad aver giocato con un grande campione come lui, Costacurta, Kakà, Pirlo, Gattuso. Tutte persone per bene. La prima volta che ho incontrato Maldini con le nazionali, ho detto 'che mostro, non riesco a superarlo in velocità, è potentissimo'.
Berlusconi e Galliani
"Berlusconi ci concesse un viaggio-premio. Andammo io, Albertini, Costacurta e Ambrosini: è stato molto bello. Il presidente mi disse che se avessi fatto 25 gol mi avrebbe concesso la vacanza, ne feci 24 ma Berlusconi è stato molto gentile a concedermela ugualmente. Il pallone d'oro e Galliani? Quella sera venne a Kiev a vedermi la prima volta. Quella sera feci una partita bruttissima, Braida convinse Galliani ma anche lui ha creduto in me. Alla fine ho vinto questo bellissimo trofeo".
Gli incubi di Instanbul
"Mi svegliavo di notte, non potevo credere che sia successo una cosa così. Ancora oggi non ci credo. Nello sport, però, ci sono cose da accettare, non possiamo controllare tutto. Maradona? Fu lui a dirmi di dimenticare Instanbul, ci incontrammo a Milano e feci una chiacchierata con lui"
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