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Il 2020 del calcio-virus: fra azzurro, esami-farsa e tavolini

Roberto Beccantini

Pubblicato 25/12/2020 alle 16:00 GMT+1

Calcio - Ripercorriamo insieme questo 2020 anomalo, costellato di incubi: proviamo a isolare le fasi più significative.

Focus Natale

Credit Foto Eurosport

E’ stato l’anno del Covid, il calcio ha tirato a campare: sempre meglio che tirare le cuoia, ammoniva Giulio Andreotti, gran maestro di cinismo. L’emergenza ci consegna un Natale pacato e dolente, più a zone che a zona, un Natale con il quale rivsitare il 2020 dei nostri incubi e isolarne, ove possibile, le tracce più significative.
Sotto l’albero, primi per distacco, i medici, gli infermieri, i volontari che hanno lottato al fronte, spesso senza corazze adeguate. La fotografia sono le bare di Bergamo e il corteo dell’Atalanta, un’altra volta terza e un’altra volta negli ottavi di Champions.
Come allenatore scelgo Roberto Mancini: ha riavvicinato la nazione alla Nazionale, missione che, a porte chiuse e sulle ceneri del 2018, proprio facile non era. Oggi dici Azzurro e canticchi Adriano Celentano, non sbadigli più. E dopo il ct, Maurizio Sarri, già riposto fra gli scaffali come tutti i libri che parlano dei rivoluzionari scesi a patti con il potere, e dal potere licenziati. Eppure aveva vinto il nono scudetto consecutivo della Juventus.
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Mancini: "Dopo 70-80 anni è cambiata la percezione sull'Italia"

I protagonisti. Cristiano Ronaldo, Ciro Immobile, Romelu Lukaku, Zlatan Ibrahimovic. Il marziano, la scarpa d’oro, l’uomo squadra, l’uomo totem. Piedi caldi e spalle larghe.
Il Papu: da fatina a orco, chi l’avrebbe immaginato? Con Gian Piero Gasperini lo strappo è stato brusco, netto. Da come si è rimessa a giocare, deduco che la Dea stia con il mister. Alejandro Gomez e Josip Ilicic: la storia siete voi, comunque.
La farsa dell’esame Suarez ci accompagnerà nei secoli dei secoli.
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Luis Suárez (Atlético)

Credit Foto Getty Images

L’ateneo perugino ne esce con le ossa (e le domande) rotte, l’inchiesta coinvolge le telefonate della Juventus: fin dove si spinse? Come disse quel tale, «siamo tutti figli di due curiosi: Adamo ed Eva».
La Coppa dei «Tamponi», vinta a mani basse dal laboratorio irpino cui si rivolgeva la Lazio di Claudio «Air» Lotito (verba volant, appunto).
Sui tavolini, di solito, si dispongono i presepi. In Italia, si è costruita la storia di una partita fantasma, Juventus-Napoli, con il 3-0 pro Madama firmato dai tribunali calcistici e ribaltato dal collegio del Coni. Il rischio è che d’ora in poi, visto com’è andata ad Aurelio De Laurentiis, la «region di stato» delle Asl possa sabotare i protocolli.
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De Laurentiis: "Sono ottimista, mi aspetto equità e giustizia"

Non si deve giocare a tutti i costi: giusto, ma allora i Preziosi e i Maran del Genoa erano dei matti, degli assassini? Sullo sfondo, la guerra tra Giovanni Malagò, piccolo Gatsby del Foro Italico, e Gabriele Gravina, amletico tenutario della Figc.
L’Inter di Antonio Conte fuori dall’Europa già a dicembre, la croce.
Le sette vittorie consecutive in campionato, la delizia. Al diavolo Christian Eriksen, le rime baciate, le nenie dei fusignanisti: 3-5-2, difesa raccolta e contropiede. E lo spettacolo? Al circo (copyright di Massimiliano Allegri).
Fra i giovani, Manuel Locatelli. Ha 22 anni, gioca nel Sassuolo, il suo regno è il centrocampo e la sua corona, l’eclettismo tattico.
Il Milan, «questo» Milan, è stato concepito durante il lockdown.
Cruciale, la conferma di Stefano Pioli. Fondamentali, i re Magi: Ibra, Simon Kjaer, Theo Hernandez. E’ primo in classifica e da sedici partite segna almeno due gol. Cin cin a Ivan Gazidis e Paolo Maldini. Il 22 dicembre 2019, giorno di Atalanta-Milan 5-0, la piazza ne chiedeva la testa.
Il 2 febbraio, in Juventus-Fiorentina 3-0, Rocco Nedved riprese pubblicamente Pavel Commisso che ne aveva dette di tutti i colori sull’arbitro. Martedì scorso, allo scadere di Juventus-Fiorentina 0-3, il ceco accecato ha abbandonato lo Stadium farfugliando «è un furto, è un furto». Sic transit boria mundi.
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Nedved - Roma-Juventus - Serie A 2019/2020 - Getty Images

Credit Foto Getty Images

Gli arbitri e la discrezionalità di gregge. Siamo passati dal diluvio del mani-comio a scrosci più temperati. Il Var a volte aiuta a volte confonde. Nicola Rizzoli non spiegò, ad agosto, la stretta rigorista.
Lasciò fare. E così le moviole, che sembravano crepate, sono tornate a crepitare. Il designatore informa i giornalisti che informano. Non sarebbe meglio se informasse lui, direttamente?
Moccoli e ri-moccoli. Il 14 dicembre 1969, nella marcia verso uno scudetto epocale, il Cagliari perse 1-0 a Palermo e Manlio Scopigno, dopo un gol annullato per fuorigioco, suggerì al guardalinee di mettersi la bandierina in un «certo» posto e, non pago, rincarò la dose. Sedici turni di squalifica. Il 16 dicembre 2020 Lorenzo Insigne, capitano, ha mandato a c. l’arbitro di Inter-Napoli. Un turno di squalifica.
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Addio Kobe Bryant: un campione unico che ha ispirato il mondo

La nostra Spoon River, per concludere. In principio fu Pietro Anastasi. Poi Rob Rensenbrink, Kobe Bryant, stella del basket e tifoso milanista, Gigi Simoni, Mariolino Corso, Pierino Prati, William «Carburo» Negri, Jack Charlton, Nobby Stiles, un pezzo di Ajax (Barry Hulshoff, Wim Suurbier). Fino a Diego Armando Maradona e Pablito Rossi.
E chissà quanti ne ho dimenticati. Sono tutti lassù, fra le nuvole, che palleggiano e ci sorridono. Dal nostro inviato Gianni Mura: non cammineranno mai soli.
Auguri di cuore ad Alex Zanardi, Mauro Bellugi, Rino Gattuso e al mondo che soffre, tutto.
Buon Natale.
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