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Inter, chi c'è dietro a Pif il fondo saudita di Mohammad bin Salman in trattativa con Suning

Simone Pace

Aggiornato 03/03/2021 alle 19:12 GMT+1

SERIE A - Suning prosegue nella ricerca di nuovi investitori. Oltre a BC Partners, sull'Inter avrebbe messo gli occhi anche la cordata saudita Pif, la stessa che arrivò a un passo dall'acquisizione del Newcastle. Dietro a questo operazioni c'è il principe ereditario Mohammad bin Salman, il cui recente incontro con Matteo Renzi aveva dato origine a una bufera mediatica e politica.

La sede dell'Inter

Credit Foto Getty Images

Prosegue da parte di Suning la ricerca di nuovi soci investitori intenzionati a rilevare quote di maggioranza dell'Inter. Secondo il Corriere dello Sport, tra i fondi interessati all'acquisizione del club nerazzurro ci sarebbe anche il Public Investment Fund (Pif), una cordata proveniente dall'Arabia Saudita. Un interessamento che, secondo il quotidiano romano, sarebbe diventato qualcosa di più di un normale approccio: le due parti - scrive il CorSport - sarebbero vicine all'intesa. E il motivo è presto detto: le valutazioni del fondo Pif, evidentemente, sono giudicate più soddisfacenti da Suning rispetto a quelle di BC Partners.

Pif: un patrimonio di 347 miliardi di dollari

Secondo le cifre riportate dal Corriere dello Sport, il fondo Pif ha sede a Riyad (capitale dell'Arabia Saudita) e gestirebbe un patrimonio stimato di 347 miliardi di dollari per conto del governo saudita. A capo delle operazioni finanziarie c'è Yassir Al Rumayyan: il raggio d'azione del fondo Pif comprende circa 200 asset in una svariata serie di settori, dal petrolio al trasporto aereo, dal gas al mondo dell'intrattenimento. Al Rumayyan avrebbe intavolato le trattative con Suning per l'acquisizione di una quota di minoranza dell'Inter con una valutazione di 300 milioni di euro.

L'assalto al Newcastle nel 2020

Il fondo saudita Pif è un nome che circola da tempo nel mondo del calcio, in particolare in Premier League. A inizio 2019 si era parlato con insistenza di una partnership commerciale con il Manchester United, ma l'operazione più clamorosa è senza ombra di dubbio quella della scorsa estate quando Al Rumayyan era andato a un passo dall'acquisizione del 90% delle quote del Newcastle (si era parlato persino di un clamoroso acquisto di Cristiano Ronaldo). La trattativa era tramontata sul più bello a seguito dell'intervento della Premier League, che aveva fatto saltare l'affare a causa dei presunti legami tra il governo saudita e una piattaforma di pirataggio online che consente la fruizione (ovviamente illegale) di una vasta selezione di eventi sportivi.
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Il principe Mohammed bin Salman

Credit Foto Getty Images

Il ruolo di Mohammad bin Salman

Il fondo Pif della famiglia reale saudita, ovviamente, è legato a doppio filo a Mohammad bin Salman, principe ereditario nonché vice primo ministro e ministro della Difesa dell'Arabia Saudita. Mohammad bin Salman è un personaggio estremanente controverso (per usare un eufemismo) ed è salito alla ribalta delle cronache anche in Italia per il suo recente incontro con il leader di Italia Viva Matteo Renzi che aveva dato origine a una bufera mediatica e politica. Nei confronti di Mohammad bin Salman l'ong Reporters sans frontières ha presentato una denuncia in Germania con l'accusa di crimini contro l'umanità: al principe ereditario e a diversi funzionari sauditi viene imputato di avere ordinato e organizzato l'omicidio di Jamal Khashoggi, il giornalista dissidente ucciso il 2 ottobre 2018 all'interno del consolato saudita di Istanbul.
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