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Juventus, il problema di Andrea Pirlo: vincere anche senza Cristiano Ronaldo

Roberto Beccantini

Pubblicato 30/11/2020 alle 13:09 GMT+1

JUVENTUS - I problemi della Juventus cominciano nella scorsa stagione, che pure sancì il nono scudetto consecutivo. Dalla staffetta estetica fra Massimiliano Allegri e Maurizio Sarri, dai 43 gol subìti che la privarono - per la prima volta - della miglior difesa.

Focus, Ronaldo e Pirlo durante una sessione di allenamento

Credit Foto Eurosport

Continuano con l’arrivo di Andrea Pirlo, terzo allenatore in tre anni, zero panchine alle spalle, e un mercato confuso, incerto, figlio di bilanci severamente influenzati dall’operazione Cristiano.
Ecco perché il pareggio di Benevento, quinto della serie, deve preoccupare ma non può (più) meravigliare. I punti di distacco dal Milan, dopo nove turni e a tavolino napoletano sempre traballante, sono già sei. I segnali colti con il Cagliari non sono stati né recepiti né riprodotti. Agli avversari basta un tiro per rimontare (Lazio, Benevento) o per seminare il panico (Ferencvaros).

Prima la squadra poi la quadra

Per arrivare alla quadra, bisogna trovare prima la squadra. E Pirlo brancola ancora nel buio. Si sapeva che avrebbe pagato un prezzo all’inesperienza, ai contagi, allo svecchiamento che gli avevano affidato: non così salato, però. Senza Cristiano, poi, Madama non fa più paura. O ne fa meno. O un po’ le viene. Crotone, Verona, Benevento: tre partite da "orfani", tre 1-1. Per tacere dell’Olimpico, quando Felipe Caicedo siglò l’aggancio dopo la sua uscita.
Il dettaglio racconta il ritardo della Juventus, soprattutto se paragonato al ruolino di Zlatan Ibrahimovic. Dalle tre partite saltate il Milan ha ricavato comunque il pieno: 2-0 a Crotone, 3-0 allo Spezia, 2-0 alla Fiorentina. Gira e rigira, è proprio il distacco che balla. Se Ibra fu decisivo, post lockdown, a ricaricare le batterie di un gruppo che, non dimentichiamolo, ne aveva presi cinque dalla Dea, oggi Cristiano lo è di più. Senza il totem svedese, il Milan continua a vincere. Senza Cierre, la Juventus non vince più.

A Benevento il pari non basta

Con tutto il rispetto e la stima per Pippo Inzaghi e i suoi prodi, la Juventus deve battere il Benevento a prescindere. Ciò premesso, il marziano è una multinazionale di 35 anni e se per questo decido di dargli una gara di riposo, gliela do in Champions, con la Dinamo, una formalità, non sabato. Ma "vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare". Ci siamo capiti.
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Pirlo: "I punti persi iniziano a essere tanti"

Pirlo era al debutto, Stefano Pioli sta sfruttando il lavoro avviato nell’ottobre 2019. I giovani del Diavolo corrono meglio e hanno più fame. I giovani della Signora, da Dejan Kulusevski a Federico Chiesa, entrano ed escono in un contesto ancora poco chiaro. I giocatori cosiddetti "fifty-fifty", tipo scommessa, non hanno pagato: alludo ad Aaron Ramsey, ad Adrien Rabiot. E Arthur, «scambiato» con Miralem Pjanic, è un postino che, a centrocampo, avrebbe bisogno di un principale capace di graduarne il torello perpetuo e quei tocchi troppo corti per essere venduti come assist.

Morata ispirato, Dybala dov'è?

Il più ispirato è Alvaro Morata: la quarta scelta. Espulso nel Sannio, salterà il derby. Rimangono, di Paulo Dybala, tracce vaghe, lontane dai suoi livelli. E’ una Juventus che va a sprazzi e si distrae spesso, all’interno della quale gli anziani della tribù - Gigi Buffon, Leonardo Bonucci, Giorgio Chiellini - faticano a trasmettere gli appetiti d’antan.
In attesa di recuperare il Dybala pre-Covid, e fuori discussione Cristiano e Morata, urge coinvolgere Kulusevski e Chiesa, che il massimo lo sprigionano negli spazi. Con la rosa a disposizione, il 4-4-2 resta il modulo più sicuro, il 4-3-3 il più spericolato. A meno che tutti non diano tutto. Come una volta. Come al Milan, oggi.
Per commentare o fare domande potete inviare una mail a roberto.beccantini@fastwebnet.it o visitare il blog di Roberto Beccantini
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Pirlo: "Ronaldo? Si doveva vincere anche senza"

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