Juventus, novità Pirlo? Ramsey non è più un fantasma
Aggiornato 21/09/2020 alle 09:33 GMT+2
I battesimi sono resse di parenti che, in base al risultato, brindano o sbadigliano...
I battesimi sono resse di parenti che, in base al risultato, brindano o sbadigliano. Non solo. Quando un allenatore debutta, diventiamo tutti detective alla caccia di un pelo, di una goccia di sangue, di un’impronta per poter risalire, al ritmo forsennato delle fiction americane, alla sua "mano". E dal momento che il debuttante era Andrea Pirlo, niente meno, e il risultato è stato Juventus tre Sampdoria zero, vi lascio immaginare l’enfasi, i superlativi, i titoloni.
Calma. A Pirlo piacciono il recupero palla veloce e un calcio propositivo, d’equilibrio e di coraggio, nella speranza di fonderne lo spirito: non saranno la scoperta dell’America, ma idee sì, lo sono. Penso a Ramsey: sembrava una mezzala "normale", proprio lui, il fantasma dell’opera. Se non il migliore, quasi. Riserva dello Schalke, McKennie ringhiava sull’uscio di Rabiot, l’inquilino che ha sfrattato Bentancur. La difesa a tre e mezzo, con il ritorno di Chiellini e Danilo metà stopper e metà esterno, era una polizza psicologica: verranno avversari più tosti e allora tireremo le somme.
Bonucci, con un guerriero al fianco, può dedicarsi al ruolo che più sente e meglio gli riesce: il libero lanciatore. E i terzini? L’infortunio di Alex Sandro e le sliding doors di De Sciglio (rifiutato?) e Pellegrini (sacrificato?) hanno spinto il mister a sguinzagliare Frabotta: diligente, puntuale, ancorché un po’ «retro» (nel senso che la passava sempre indietro: non così in avvio di ripresa, rotto finalmente il ghiaccio).
Detto che la Samp di Ranieri poco ha combinato sia con il saio del primo tempo (catenaccione pavido) sia con la mini-gonna del secondo (Ramirez e Quagliarella a sostegno di Bonazzoli), Kulusevski ha segnato alla Ronnie O’Sullivan, il mago del biliardo, Bonucci in mischia, fra sgorbi assortiti, e Cristiano di rasoio, dopo essersene mangiati non meno di tre (traversa compresa).
Kulusevski ha 20 anni, Frabotta 21, McKennie 22: ognuno una storia, ognuno una missione che, insieme, potrebbe portarli lontano. Le fasce e l’assortimento del centrocampo restano i problemi più impellenti. In assenza di Dybala e del centravanti, tutto è filato liscio perché ai rivali la Juventus non ha concesso che briciole: un’incornata di Ekdal, un diagonale di Quagliarella. Difendeva di squadra, ringhiava sulla tre quarti, attaccava a sciami. Cuadrado stringeva spesso, Danilo presidiava i valichi e, ogni tanto, si proponeva.
Per i patiti delle statistiche, ricordo che Allegri esordì vincendo 1-0 al Bentegodi, contro il Chievo; e Sarri, con un altro 1-0 al Tardini, contro il Parma. Lo scarto di Pirlo rimanda al rotondo 4-1 che la primissima Juventus di Conte rifilò al Parma. Allo Stadium, sotto la regia di Sua Geometria. I maniaci cercano già le differenze. I maniaci, appunto. Accontentiamoci, per ora, di quello che ha dichiarato Bonucci. Pirlo? Assomiglia più ad Allegri che a Sarri. Prosit.
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